Amari – Poweri

GENERE: italo-electro-pop.

PROTAGONISTI: Dariella (voce, chitarra), Pasta (voce, tastiera), Cero (basso, synth), Enrico (batteria), Enrico Berto (chitarra, tastiera, cori)

SEGNI PARTICOLARI: band originaria della provincia di Udine (che ultimamente bazzica molto spesso Milano), al sesto LP in carriera.

INGREDIENTI: tanta carne al fuoco. La ‘compattezza’ dei precedenti lavori in questo caso non è vista come un valore, e lo si evince subito dall’elevato numero delle tracce (15). L’indie-tronica fatta in casa di ‘Grand Master Mogol‘ qui si trasforma in una sorta di italo-electro-pop che sembra voler far convivere i Phoenix con le produzioni dance nostrane degli anni ’90. I suoni e alcuni testi testimoniano l’emigrazione di una parte della band dal Friuli a Milano. Ma la novità più grossa è la presenza di 5 canzoni cantate interamente in inglese.

DENSITÀ DI QUALITÀ: l’apertura, affidata a ‘Ho Fatto Un Po’ Di Casino‘, è un ideale legame con gli album precedenti: chitarra acustica, una delicata melodia, la comparsa di qualche tastierina lo-fi qua e là. In realtà ci troviamo in una fase di pre-party, e la festa vera e propia parte già alla traccia n°2, ‘Girls On Vodka‘: il ritmo accellera, l’intensità cresce fino al ritornello in cui si fanno sentire forti le chitarre. A questo punto si è cominciato ad ancheggiare, e non si smette più. Ovviamente si tratta di un party degli Amari, e dunque l’atmosfera che permea il disco è più quella di una festa in casa che di una serata in discoteca, ma l’intento chiaro è quello di allontanarsi dall’introspezione (anche se molto cool) degli ultimi due dischi per dire/fare qualcosa di diverso. C’è anche un evidente ritorno ai ritmi hip-hop/funky su cui Pasta, Dariella e soci si sono formati (si veda il loro album del 2003, ‘Gamera‘), e la traccia più significativa a proposito è ‘Dovresti Dormire‘, il pezzo migliore del lotto, in cui sembra condensarsi alla perfezione tutto quanto i ragazzi friulani hanno elaborato in carriera. Peccato per l’intervento rappato di Dargen D’Amico, piuttosto fuori luogo rispetto all’incedere che aveva preso la canzone. La voglia di ballare si rilancia con ‘Your Kisses‘, altro brano in inglese guidato da un riff che è l’idea geniale del pezzo. Bella anche la coda semi/strumentale in cui si sovrappongono diversi suoni. Non male anche la successiva ‘People In Town‘, anch’essa costruita in modo che dia il proprio meglio nella parte finale. ‘Cronaca Vera‘ rilancia la vena citazionista tipica del gruppo, e ha un ritornello che entra facilmente in testa. Come non vi si schioda più ‘Preservativi Ovunque‘, altro brano sopra la media, decisamente più acido del resto del disco, che sviscera il tema del rinvenimento di preservativi usati visto come una sorta di ‘album dei ricordi’ degli amori velocemente vissuti. ‘Lost On The Sea‘ è passa piuttosto inosservato e fa un’insolita fatica quando arriva al ritornello. E’ probabilmente il momento meno felice del disco, perché anche ‘Gli Anni Dei Monitor Accesi‘, in alcune parti, denuncia una certa forzatura. E’ questo finale un po’ sottotono, non rilanciato né dalla discreta ‘Tiger‘ né dalla conclusiva (comunque buona) ‘Un Altro Giro Attorno A Casa‘, che fa rimanere ‘Poweri‘ un livello sotto i due precedenti capitoli, rispetto ai quali questo disco perde in atmosfera e comunicativa (la scelta dell’inglese per la metà dei brani ne è la principale causa, ma evidentemente è anche un rischio calcolato), e in alcuni punti si appiattisce su un electro-pop molto già sentito. Sia chiaro, si tratta di un lavoro tutt’altro che brutto, e la solita manciata di belle canzoni gli Amari, come di consueto, ce la regalano.

VELOCITÀ: si ondeggia con grande stile.

IL TESTO: “Preservativi ovunque / Pezzi d’amore a volte / Preservativi ovunque / Chiudono storie prima che sian corte“, da ‘Preservativi Ovunque‘.

LA DICHIARAZIONE: il Pasta al ‘Piccolo’ di Trieste sul titolo del disco: “Suonava subito bene, giocava fra l’inglese e l’italiano, un po’ come le due anime del disco, e rappresentava questo feeling che sentivamo di dover esprimere, cioè potenza, ma con qualche ammaccatura.

IL SITO: ‘Farraginoso.com’.

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