Vasco Brondi presenta Paesaggio Dopo La Battaglia

Oggi, 7 maggio, esce Paesaggio Dopo La Battaglia, il primo disco che Vasco Brondi ha realizzato a proprio nome dopo aver chiuso il progetto Le Luci Della Centrale Elettrica. Lo scorso 5 maggio, Brondi ha incontrato i giornalisti in una conference call via Zoom, un po’ parlando a ruota libera e un po’ rispondendo alle nostre domande. Ecco un riassunto di ciò che ne è uscito.

Ho già parlato con alcuni giornalisti in settimana e mi ha permesso di capire di più questo disco, visto che certe cose le capisco solo a posteriori. Sono ormai molti anni che faccio musica, ma la regola più importante per me resta sempre quella del “ciò che arriva, arriva”. La title track è una canzone d’amore, ma non per una persona, bensì per una Nazione, e inoltre la ritengo un buon contenitore anche per gli altri brani, visto che il disco è pieno sia di battaglie, che di paesaggi. La foto di copertina è del 1986 ma è inedita e anche essa la vedo bene legata al contenuto del disco e al suo titolo, visto che il pandino esce fiducioso da un’Apocalisse, e in fondo è così anche l’Italia.

Ho passato due anni a non scrivere più niente, poi però mi sono reso conto che alcune storie sono le stesse di Canzoni da spiaggia deturpata, ma 15 anni dopo, forse ho chiuso il cerchio, o forse lo sto continuando e non è una chiusura. Tra le tante battaglie, c’è anche la mia, e riguarda il mio rapporto con la musica e con lo scrivere il disco. Non ho iniziato a scrivere queste canzoni con l’idea che dovessero far parte di un disco, ma mi sono semplicemente liberato della necessità di esprimermi, ho semplicemente sfruttato la possibilità di essere autentico. Bisogna anche considerare il fatto che alcune canzoni erano pronte prima del lockdown mentre altre le ho scritte durante, e in questo periodo ho riflettuto sul fatto che probabilmente, come specie umana, non siamo poi così evoluti o intelligenti come pensiamo, e queste riflessioni sono finite nelle canzoni. Non ho avuto alcun blocco dello scrittore, perché è un processo che non forzo mai, se non esce, vuol dire che non c’è e penso che bisogna avere rispetto di questo silenzio.

Chitarra Nera mi ha fatto iniziare a scrivere il disco, senza quella storia non sarebbero uscite le altre canzoni. Ho iniziato una pratica di riprendermi la musica e la scrittura come un mio strumento intimo, perché poi il fatto che tutto ciò che scrivevo veniva condiviso mi creava un piccolo disagio, infatti i due anni in cui sono rimasto fermo sono stati un periodo in cui mi sono disilluso, non vedevo più alcuna utilità nello scrivere i dischi, anche perché ultimamente mi sembra che la scrittura sia molto più studiata, con tutte le cose giuste al posto giusto per espandere i follower, e questo non corrisponde al mio modo di lavorare e di essere. Mi sono poi sbloccato perché sono riuscito a pensare alla musica con maggior profondità e ho ascoltato molta musica che non era fatta per essere venduta, e ho capito quante possibilità avevo ancora. Anche l’apertura nei confronti del sacro mi ha aiutato in questo senso.

Nelle canzoni per me ci dev’essere il soffio della vita, e anche le persone presenti nelle canzoni devono avere umanità. Sono importanti i dettagli proprio perché la danno, questa umanità. Mi ha anche illuminato un’intervista di Tom Waits in cui diceva che, per ogni canzone, prova proprio a immaginarsi come siano le persone che ne fanno parte.

In generale non credo che ogni esperienza diventi immediatamente canzone, ci vuole un percorso, le canzoni sono perlopiù documenti storici, e ogni canzone ha bisogno di una scintilla di eternità, non può rappresentare solo un momento, poi certo, se parlo in una canzone di uscire a ballare tutta la notte sembra che sto parlando di un mondo distopico.

Come esseri umani, ci sentiamo frustrati se non siamo produttivi e funzionanti tutto l’anno, come se fossimo delle macchine, ma siamo esseri umani e ci sono tanti fattori che influenzano la nostra produttività. È importante sentire la realtà e realizzare che ogni momento è vita e realtà, anche questo periodo in cui si dice che non stiamo vivendo, invece no, queste è comunque vita ed è comunque realtà. 

Max Cardelli

I social sono una cosa che mi interessa e che ho sempre studiato, con loro ho un rapporto controverso perché non hanno avuto a che fare con la mia crescita e ogni giorno mi chiedo quanto essi possano essere davvero un mezzo espressivo, e non ho ancora saputo rispondere a questa domanda. Io per anni non ho avuto un ufficio stampa, quindi mi piace far sapere le cose a chi mi segue, ma ancora non so quanto tempo valga la pena investirci per creare contenuti di qualità, perché poi non mi piace l’idea che se non sei trasparente hai qualcosa da nascondere, non c’è spazio per la timidezza e la riservatezza, e io di certo non parlerò mai dei rapporti con i miei fratelli e con i miei genitori o di quando ho una fidanzata. Poi mi rendo conto che, comunque, il mio lavoro prevede anche l’aspetto promozionale. La mia battaglia più importante è quella di aprirmi e di liberarmi, e questo lo si può fare solo esponendosi, almeno un po’.

Oggi, comunque, è purtroppo rimasto cool essere disimpegnati, e ciò che ha fatto Fedez è un’anomalia, però ad esempio dimostra che la TV generalista ha forse ormai meno potere rispetto alla Rete. Se certe cose le dicevano i 99 Posse hanno una certa risonanza, ma se lo dice uno con milioni di follower ne ha un’altra, ed è un po’ come quando certe cose le dicevano i Beatles. Ciò che ha detto Fedez riempie anche il vuoto del dibattito politico, perché ormai la sinistra certe cose non le dice, e inoltre non ha nemmeno seguito, mentre Fedez non ha certo detto quelle cose perché vuole essere votato, così è più autentico. E anche se altre pop star hanno fatto cose simili nell’ultimo periodo, continuo a ritenere che siano casi isolati, di persone coraggiose, e che i loro messaggi siano potenti anche in quanto anomalie.

Le date estive saranno in luoghi intimi e non vedo l’ora di suonare davanti a sole 500 persone per guardarci tutti negli occhi. Speriamo di arrivare un po’ ovunque e di trovarci nello stesso luogo nello stesso momento, che rimane sempre la miglior tecnologia.

Queste le prime date del nuovo tour: 28.06 Estate Sforzesca 2021, Milano; 30.06 Estate fiesolana, Fiesole (FI); 13.07 Sequoie Music Park, Bologna; 16.07 Flowers Festival, Collegno (TO); 18.07 Festival Estate al Castello – Villafranca non si arrende 2021, Villafranca di Verona (VE); 21.07 Villa Olmo Festival, Como; 30.07 Tener-a-mente Festival, Vittoriale degli italiani – Gardone Riviera (BS).

Ho abbandonato il nome Le Luci Della Centrale Elettrica perché volevo semplicemente sentirmi più alleggerito, non volevo impormi di fare le cose in un modo piuttosto che in un altro, ma sentivo che si era chiuso quel ciclo e avevo bisogno di pensare a un inizio diverso, senza obbligarmi a dover stupire e cercando di rimanere autentico, e sentivo di poterlo fare solo, appunto, ricominciando con il mio nome.

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