10 canzoni per… ballare!

Dancing with teeeears in my eeeyeee… vi ricordate questa super hit anni ’80? Non vi viene subito voglia di volteggiare e abbandonare il vostro corpo e la vostra mente, lasciarvi andare…? E se vi canticchio Billy Idol con dancin’ with my self oh oh oh … E si, lo so, siamo sempre lì, in quel periodo lì, e la reazione alla musica è sempre quella. Ehm, sarà un problema mio, ma – come cantavano gli Afterhours – “non si esce vivi dagli anni ’80”, cioè si esce vivi, ma li si porta nel cuore. Ammetto che queste sonorità mi fanno ballare come poche altre. Fatta questa doverosa premessa, la mia playlist per ballare tutta italiana è la seguente (e ne risente inevitabilmente delle suoni di cui sopra, ma non del tutto eh, c’è dell’altro…)

  1. We are waves – Healing dance.
    Già il titolo appare profetico. I We are waves, si sa, portano gli anni ’80 nel cuore e Healing dance – la danza della guarigione – è un pezzo liberatorio, quello da ascoltare in cuffia per le vie della città per diventare protagonista di un musical tutto personale. Si, tu sei un eroe moderno e solitario che, noncurante del traffico urbano, volteggi spensierato, canticchiando, tra le stradine del centro storico della tua città, tra i vicoli nascosti. Le macchine e i semafori sono solo una scenografia del tuo quotidiano. Non importa il rumore che c’è lì fuori, ciò che conta è quello che senti dentro, sempre: “…Forgive, forgive the way I feel, I never asked to grow…“.
  2. Lessness – Would you … ?
    Cambiamo registro. Dal tramonto all’alba, dall’oscurità alla luce, i giorni scivolano via inesorabili e quel senso di inquietudine ti affligge. Ma c’è altro. C’è una forza interna, a te immanente, che necessita di sfogarsi in qualche modo. Si chiama melanconia quello stato psichico pervaso in modo vago e misterioso da una dolce tristezza. Se questo è il vostro mood, Would you…? è il pezzo giusto per scaricare tutto questo in una danza forsennata.
  3. Der noir – Carry on.
    Amore e passione, attrazione fatale, magnetismo. Carry on è un pezzo seducente, da ballare con luci bianche e fredde, perchè il calore si sprigiona dai due corpi destinati ad incontrarsi al centro di una stanza, come calamite, senza più staccarsi. Almeno per questi 3 minuti di magnifica darkwave.
  4. Ash code – Empty room.
    Proseguiamo con luci al neon e abiti scuri. Questa volta abbandoniamo il nostro partner e abbracciamo quel senso di disincanto in una danza solitaria “to reconcile our souls in this war, whitout you, without you, it’s like playing to an empty room“. Il mondo diventa un luogo ostile.
  5. Drama Emperor – The final song.
    A chi mancano le feste? Le serate nei club? A chi? Ecco, vi ricordate il cosiddetto pezzo svuotapista, quello che balli con le quelle poche energie rimaste? Nel mio mondo immaginario, nel mio club ideale, dopo una selezione musicale pazzesca, The final song chiuderebbe la serata.
  6. The frozen autumn – Is everything real?
    Darkwave, synth pop, elettronica pervadono di romanticismo una dolce e cupa visione in cui si ondeggia lungo le rive dell’animo più celato, all’interno di un circolo vizioso che si trasforma in loop ipnotico.
  7. Kirlian Camera – Eclipse.
    A proposito di romanticismo, questo pezzo sembra creato appositamente per un lento suadente: “…dreams and lost days are burning in the past…“. Non ci resta che abbandonarci tra le braccia del nostro partner, reale o immaginario che sia.
  8. Bright light apart – Bad Morning.
    Usciamo completamente dalle influenze degli ’80 e dai suoi generi derivati, abbandoniamo il pianeta new wave, dark wave e simili, per approdare nei territori dell’elettronica. Si, elettronica rock con incursioni techno, “elettronica dall’attudine punk” per citare la band stessa. Bad Morning è un pezzo bello incazzoso, da ballare saltando e sudando.
  9. Aucan – Riot.
    Saltare e sudare è (anche) la naturale reazione di Riot, un pezzo bello cattivo, nervoso e adrenalinico. Il pogo diventa quasi necessario, dare e ricevere spintoni, con moderazione però, o anche no.
  10. Dardust – Bardaginn (The Battle).
    Corpi che si muovono all’unisono seguendo i ritmi scanditi da potenti tamburi che suonano una marcia apolcalittica che sogno di ballare in mezzo a una folla esagitata.

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