Roccia ruvida: Margherita Zanin

“Io quando immagino l’uso poetico della parola penso al grande Gaber. Io mi chiamo Zanin, non sono manco parente, purtroppo!”
Direi che questa chiacchierata con Margherita Zanin non mi ha convinto tanto…sono risposte non risposte che eludono l’intento e raramente accarezzano il punto del discorso, lisciandone il pelo con una mano tremante come si fa con una bestia da tener mansueta. E senza troppo coraggio sfilano uno dietro l’altro cliché da copertina, risposte che si devono sentir dire dall’artista per il buon viso da mostrare in copertina. Questa sembra…forse è ancora acerba la ragazza…dimostrazione del fatto (sempre con un bel FORSE davanti, ci mancherebbe) che questo disco proprio tutta farina del suo sacco non è. Ma questo alla fine ci importa davvero? Io direi di no…anzi… Zanin è forse uno degli ascolti più interessanti che ho fatto in questi ultimi mesi e dietro la sua produzione ci sono nomi e anime musicali di tutto rispetto…e può bastare così. Tantissimi sono gli esordi di gente molto meglio pettinata che neanche si avvicinano ad un simile livello. Anche per questo, e soprattutto dopo aver spulciato la sua biografia, mi viene forte l’appetito di chiedere certe cose e di stuzzicare la curiosità che si aguzza più di altre volte. Cara Margherita: certo che li ho sentiti i Rolling Stone cantare in Italiano, come ho divorato i dischi dei Rokes e di tutta quella allegra compagnia…ma quelli erano gli anni ’60 e la musica viveva una storia che oggi neanche ricordiamo più. E le tue risposte lo dimostrano a pieno…epoche lontane anni luce. Ed è giusto, giustissimo che sia così. Basta non citare i ceci al posto dei fagioli…
Legumi a parte…gran bel disco questo esordio firmato da Margherita Zanin!!!

Vorrei darti il benvenuto con una riflessione di stile. Tanta America si dice di questo disco, un po’ come fosse la terra promessa…eppure alla fine sento sempre e solo del sano pop dai cliché radiofonici (il che non è affatto negativo anzi…poi in questo disco è assai pregiato e raffinato). Comunque sia non penso sarai d’accordo se ti dicessi che fare del blues (come ostenti e dici) non è semplicemente mettere in progressione le solite 12 battute suonando la prima, la quarta e la quinta etc. etc. etc…un po’ come dire che per fare Rock non basta accendere il distorsore della chitarra…
Ciao e grazie per questo invito, risponderò sinceramente.
Per quanto riguarda la prima domanda sul lato prettamente stilistico, le sonorità non sono state scelte a tavolino ma sono frutto del mio background d’ascolto. Fin da tenera età ascoltavo Robert Johnson e passavo facilmente al Ballo di Beppe dei Cugini di Campagna. Mi piaceva ascoltare tutto ciò che mi incuriosiva e la musica mi piace proprio tutta. Come non dimenticare l’amata Irish Music, ascoltata alle scuole medie a differenza di alcuni miei compagni che erano nel periodo del mitico Gigi D’Agostino; ed ancora passavo al metal estremo e alla musica goth, mi vestivo di nero e portavo i collarini di borchie, leggevo fumetti e giocavo a Final Fantasy. Un’infanzia artisticamente borderline che passava veloce davanti ai quadri super moderni che dipingeva mio nonno nella cantina di casa, in mezzo al verde. Tutto molto country e quindi molto curioso, mi piaceva quel momento ed ogni tanto ascoltavo John Denver e Neil Young per non parlare del grande Bill Monroe, che mi faceva vedere la campagna affianco come un prato del Tennessee.

Senti, al di la delle belle parole che servono sempre per cadere in piedi e fare belle figure filosofiche: come mai la ruffianata di “Generale”? Mancavano inediti per chiudere la tracklist?
Vuoi la verità? Era una sera fredda e piovosa ed ero sul letto con la chitarra. Avevo il blocco dello scrittore e tiravo giù accordi a casaccio nel buio; ad un certo punto erano gli accordi di Generale e puff, nuova versione del grande classico. Alla fine è stato coraggioso, i puristi sono sempre spietati!
Alla fine se vi è piaciuta ho fatto bene!

Amici 2013: non capisco una cosa e mi permetto di chiederlo a te che ne sei stata partecipe. Perché tutti urlano allo schifo dei Talent e poi i provini sono ricchi di milioni di ragazzi? Perché tu che dimostri di avere dentro tantissima musica colta ti sei “piegata” al sistema? Allora facciamo musica per apparire e non per essere? Sempre evitando le morali facili da filosofi fai da te…
Sai cosa crea problema nel mondo dell’arte a 360gradi? Il soldo.
I soldi ti permettono di andare avanti, molte volte anche senza merito. Il Talent? La via più semplice, bisogna capire bene la psicologia che c’è dietro ad ogni format televisivo; bisogna essere maturi e pronti, non montarsi la testa e crederci sempre con professionalità ed umiltà. Se a qualcuno non va bene consiglio la musica di strada, non c’è cosa più divertente e bella del busking abusivo!

Non mi intendo molto di pronuncia inglese ma direi che mi piace moltissimo l’approccio internazionale che hai su questo disco. Volevo riflettere con te su questo passaggio: forse sono ignorante io, ma a parte Shel Shapiro e esperienze di questo filone (rarissime e pochissime credo…sempre se non sbaglio), non penso esistano artisti internazionali che cantano in Italiano. Eppure esiste un’overdose del contrario: una marea di artisti italiani che cantano in inglese. Ma perché? Troppo difficile scrivere nella nostra lingua? Fa figo cantare in inglese? Siamo coscienti che a parte rari casi (forse il tuo è tra questi), il nostro inglese fa veramente ridere?
Hai mai sentito i Rolling Stones cantare in italiano? Io si. Secondo me non c’è nessun problema a cantare in lingua anglosassone.. certo è che il mio prossimo lavoro sarà tutto in italiano. La nostra lingua è molto musicale ma è più difficile non banalizzarla. Sarà perché noi musicisti rockettari abbiamo un ascolto più estero ed internazionale. Io quando immagino l’uso poetico della parola penso al grande Gaber. Io mi chiamo Zanin, non sono manco parente, purtroppo!

La straziante fuga di cervelli. Se non ho capito male (e ti chiedo scusa nel caso sia in errore) hai vissuto tanto all’estero. E li, dall’inglese al talento vero non si scherza per niente. Ho come l’impressione (anche parlandone con altri che hanno fatto un percorso simili) che per chi come te è davvero talentuoso, l’Italia sia un territorio più fertile perché ormai (in campo musicale s’intenda…e non solo ahimè) è costellato solo di grande superficialità e approssimazione. Mentre all’estero…non si scherza per niente. Quindi ciò che è un talento qui, oltre i confini non è che poi faccia tanto scalpore. Come dire che noi abbiamo Emma Marrone e Debora Iurato e loro hanno Shakira e Rihanna…tanto per fare della metafora e neanche tanto insomma…insomma, non offenderti: tu perché sei tornata in Italia?
Io sono tornata in Italia perché mi sentivo sola e distante dalle persone a me più care. Le esperienze estere non sempre sono vissute come una scelta positiva.
Tante persone e tanti amici se ne stanno andando perché non possono realizzarsi nel nostro paese o perché non accettano più questo nostro sistema governativo malato. Io ho imparato tantissimo dall’esperienza londinese. Per quanto riguarda la musica, ho conosciuto tantissime persone con cui ho condiviso gioia ed avventura. Ho imparato e sono cresciuta tanto, proprio perché non ero la migliore.

Zanin è un esordio eppure direi che suona come un disco vissuto. Davvero un lavoro pregiato, complimenti. Ho proprio l’impressione che ci sia lo zampino di teste pensanti dal mestiere colto a manovrare i fili della produzione…come è giusto che sia d’altronde. Però alla fine ascolto un disco importante “in mano” ad una ragazza della tua età che – proprio perché all’esordio – ancora deve affilare ossa e unghie…come quando vedo un 18enne figlio di papà a cavallo di un Mercedes Classe E. Insomma un bellissimo disco ma scarsamente coerente con il suo “autore”…per come la vedo io…e sono sicuro che tu direi il contrario, giusto?
In realtà mi rappresenta molto.
Non è un disco creato a tavolino.
I pezzi sono stati scritti da me ed ho chiesto aiuto a degli arrangiatori che potessero riordinare le tracce e farle suonare meglio. Non me ne vergogno, anzi, si parla di un lavoro di gruppo.

E quindi, sempre restando fedele a questo concetto, ecco un altro esempio di “l’importante è come apparire”. Un saggio diceva che la bellezza della creazione è soprattutto nell’errore umano, nell’imperfezione. Eppure questo disco come tantissimi altri ricerca la perfezione in quasi ogni angolo…direi che se ci sono “imperfezioni” sono così sottili che solo voi che l’avete prodotto (forse) le riconoscete. Una bella facciata per meglio apparire…insomma tutto torna e mi ripeto: anche sui dischi l’importante è apparire e non essere?
Non volevo apparire, intanto si parla di musica giusto? Nella musica è giusto sentirsi liberi e reali, non belli.
Se poi, sono cresciuta con gli occhi blu ereditati da mio papà, perché non mostrarli? Almeno quelli..

Domande polemiche a parte, Zanin è davvero un gran disco. E analisi più o meno spigolose a parte direi che lavori del genere dovrebbero servire a tenere alta la bandiera di quello che significa fare musica, ognuno col suo linguaggio e ognuno con il suo stile. Eppure, sei cosciente che il tuo ed il vostro lavoro, bello, intenso ed importante, cade in un periodo in cui seminerà a vanvera disperdendo quasi qualunque sforzo avete investito? Ovvio che non te lo auguro perché meriti tanto…ma tu come me hai questa paura che quasi quasi è certezza? Perchè davvero la nostra cultura musicale è arrivata alla frutta…e questo disco purtroppo fa cultura!!!
Con la musica non si perde mai.
Bisogna saper osare e credere nelle proprie emozioni.
La vita è un velo d’onda e questo l’ho imparato ultimamente, frequentando un gruppo di persone speciali con cui faccio musica ogni settimana.
Il velo d’onda può andare contro ad una bella giornata o all’abisso ma niente di quello che si prova lungo il percorso potrà mai farmi sentire in colpa. Bisogna buttarsi e fare sempre tutto con amore perché è proprio questo che ci ricorderemo nel tempo. Sognare è importante e se si crede, si ha già vinto. Una vita con la musica è un viaggio meraviglioso. Lo consiglio a tutti!

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