Roccia Ruvida: Francess
“In realtà penso che l’obiettivo sia più quello di ricordare all’Italia il valore della nostra storia….penso che ogni tanto riconoscere le meraviglie di questo paese non può che fare bene.” ecco alcune importanti frecciatine che ci lascia gustare la bellissima Francess quando la sfido sul terreno dell’estero. Lei che nel sangue ha una bella mescolanza e sulla pelle sono scivolate tradizioni, culture e lingue di diversi paese. Nata a New York, padre giamaicano, cresciuta a Torino…insomma ho preso e ascoltato con cura questo disco dal titolo A bit of Italiano con questa chiave di lettura, quest’ottica che non è servito da pregiudizio bensì da lasciapassare per capirci davvero qualcosa. E devo dire che tra tutte le cattive frecciatine che ho inviato, solo Francess ha saputo fino ad ora celebrare con intelligenza il banalissimo gioco della polemica. Ed ora, in questo disco ritrovo ancora più forte il significato di quanto noi italiani stiamo ignorando e sprecando tutta la bellezza che altrove possono solo invidiarci. Amen.
Da più parti si parla di te come la corista di Zucchero. Che poi fare la corista per grandi nomi…non serve a restare la corista di quel grande nome per sempre? Almeno nelle etichette…alla fine sarà sempre il disco di Francess, la corista di Zucchero!!!
Dubito di essere abbastanza famosa per essere ricordata da chiunque come la corista di Zucchero! Sono in una fase in cui mi posso permettere di sperimentare un po’ di tutto ed è quello che faccio.
Ma quindi con Zucchero? Non ci lavori più?
La mia esperienza con Zucchero è stata emozionante, formativa ma temporanea. Non escludo nulla e, nel caso si dovesse ripresentare la possibilità, magari lo rifarei. In questo momento però sono concentrata e determinata a costruire la mia carriera e sinceramente non so neanche quanto sia tagliata per fare la corista.
Che poi alla fine, in un modo assai comodo, hai fatto un disco di cover. Ok possiamo spiegarlo in mille modi filosofici ma sempre cover sono. Nessuna ispirazione o non è proprio il tuo ruolo quello? Cioè la cantante suona (la voce) e basta…?
Non penso che sia stata una scelta poi così comoda. Inizialmente avevamo il timore che tradurre in inglese canzoni così amate dal pubblico italiano avrebbe offeso qualcuno. La cura e il rispetto che abbiamo usato nella rielaborazione di questi brani però ha dato la possibilità ad una bilingue con padre giamaicano, madre italiana, nata a New York e cresciuta a Torino, di comunicare in modo sincero l’orgoglio e l’amore per la storia della musica di questo paese. Per me questo disco è una tappa importante in un personale percorso di ricerca stilistica. Certo rimane un disco di cover ma sinceramente la mancanza di ispirazione non è un mio problema.
Italia e America. Potevi scegliere quali tradizionali tradurre nella lingua opposta. Questa scelta è come per dire che in America se le sognano queste meraviglie?
In realtà penso che l’obiettivo sia più quello di ricordare all’Italia il valore della nostra storia. Per via delle mie origini questo è il modo in cui ho deciso di farlo. Tutti mi chiedono cosa ci faccio ancora qui in Italia e sono piena di amici che sognano l’estero nella convinzione che l’erba del vicino è veramente più verde. Penso che ogni tanto riconoscere le meraviglie di questo paese non può che fare bene.
Come sempre in chiusura abbassiamo l’ascia di guerra. Torniamo seri. Però l’ultima domanda, rivolta in modo serio appunto, direi che apre scenari interessanti. Questo tuo lavoro è un altro pregiato esempio di come poter sottolineare quanta bella e grande tradizione musicale abbiamo noi italiani. “A bit of italiano” alla fine mostra anche quanto non si sia bisogno di chissà quale territorialità per restituire un sapore nostrano alla canzone. Hai avuto anche tu l’impressione che per quanto cambiassi lingua e faccia a questi grandi capolavori della nostra storia, restavano pur sempre bellissime canzoni italiane?
Un capolavoro trattato con cura e rispetto rimane un capolavoro. Per evitare di fare una semplice copia dei brani originali li abbiamo smontati e rimontati adattandoli alle mie corde dandomi così la possibilità di interpretarli dal mio punto di vista. Questo disco mi sta molto a cuore e, oltre ad aprirmi delle nuove strade, mi ha dato la possibilità di giocare con le mie lingue cantando alcune delle mie canzoni preferite.