Manuel Castro: un tempo d’amore, un canto nuovo

Ci sono canzoni che dovrebbero somigliare a bandiere e inni popolari. Ci sono canzoni e liriche che dovrebbero essere il tempo che hanno addosso. Cantante e cantautore, voce dei Camera a Sud… ci trasferiamo a Catania tra le liriche di Manuel Castro e ripeschiamo il suo ultimo brano uscito di recente in tutti i canali digitali. Si intitola “Tempu d’Amuri”, canto siciliano ovviamente, canto d’amore e di popolo, canto di resistenza spirituale ma anche di connessione col mondo tutto. Canto di etnie diverse, dal pop europeo al sitar orientale… e la sabbia e il vento, e le mani e i tanti colori della pelle. Grazie a Manuel Castro per questa bella intervista che segue… segno alto di una canzone che arriva direttamente dal cuore. E noi la celebriamo come possiamo…

Una canzone che oggi diviene inno per tantissimi di noi. Sembra che certe canzoni trovino sempre una nuova chiave di lettura con l’evoluzione del tempo… che ne pensi?

Innanzitutto grazie per lo spazio che mi state dedicando. Il tema che ruota in “Tempu d’amuri” è un invito alla presa di coscienza da parte di ognuno di noi a rivedere il proprio modo di vivere la vita specialmente in quest’ultimo periodo in cui tutto si è fermato. Non credo che ritornare a voler vivere come nel 2019 abbiamo davvero un senso, non serve a nulla correre all’infinito, pensare solo a sé stessi e continuare a distrarsi per non pensare e non ascoltare. Oggi credo ci sia bisogno di ritrovare il senso di comunità che ci è stato strappato, di ricominciare a camminare mano con mano lungo questo viaggio chiamato “Vita” e non come singoli individui. L’egoismo, l’individualità, la non curanza e il non ascolto dell’altro portano sempre verso strade impervie e ne abbiamo visione attraverso ciò che sta succedendo in Europa e non solo. “Tempu d’amuri” per la tematica trattata penso, senza presunzione, si possa collocare in qualsiasi tempo. Spero solo che un giorno questa canzone possa diventare anacronistica, significherebbe che tutti i conflitti tra gli uomini e tra i popoli siano solo un ricordo lontano.

E restando sul tema, avresti riscritto in altro modo questa canzone oggi? E come?

Assolutamente no. È una canzone che ha avuto il tempo di sedimentare durante gli anni. Iniziai a scriverla nel 2012 e a distanza di dieci anni l’ho ripresa e finalizzata perché credevo fosse giunto il momento. Non lo dico quasi mai, ma stavolta sono pienamente soddisfatto del lavoro finale. L’ho realizzata secondo la visione che avevo immaginato.


Oppure hai trovato ispirazione per altro di nuovo?

In questo momento sto concentrando la mia attenzione all’aspetto live con la mia band Camera a sud, ma credo che in autunno continuerò il lavoro per dare un Ep a Tempu d’amuri.

Anche il video probabilmente avrebbe trovato altri contributi “preziosi” alla causa… forse anche una sua riscrittura sarebbe opportuna o sbaglio?

Non credo che riadattare il videoclip in relazione agli eventi che si susseguono quotidianamente dia un contributo maggiore. Il testo della canzone e le immagini scelte hanno un valore abbastanza trasversale e che è contestualizzabile in diversi periodi storici sempre per il concetto espresso precedentemente. 


Cosa ti ha portato questo brano? Volendo fare un “consuntivo”?

Sono molto soddisfatto del lavoro finale e della promozione che attraverso le molteplici interviste e i diversi canali mi ha permesso di divulgare il messaggio di Tempu d’amuri. In queta canzone c’è la mia visione del mondo e del mondo in cui vorrei vivere. C’è anche la necessità di esprimere un messaggio che possa essere seme di una nuova ricerca e di nuovi modi di affrontare i cambiamenti epocali a cui siamo sottoposti che stanno continuando a viaggiare su binari sbagliati e che per questo motivo continuano a non produrre Bellezza e Felicità nell’Uomo. Il consuntivo è molto positivo perché ho seminato e ho visto crescere passo dopo passo un lavoro in cui ho creduto molto.

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