La Terza Classe: un viaggio infinito di folk e di rock

Un titolo didascalico ricco di letture e significati: parliamo di “US”, il nuovo disco della folk band italiana La Terza Classe, uscito in America e ora anche in Italia per la label Soundinside Records. Siamo dentro le trame del folk fatto di radici, di classicismi, fatto di umanità e condivisione. Un viaggio che si dipana dentro un suono morbido ed evocativo. E con queste premesse e un lungo tour di presentazione in America, ci avventuriamo tra le sue righe…

Il viaggio è stato lungo e ancora lo sarà. Che poi alla fine è questo tutto ciò che conta giusto?
Il viaggio è quello che conta, ma avvolte la meta condiziona.

Bellissima questa copertina… ce la raccontate?
La copertina del disco è uno scatto fatto dalla band in un tour del 2015, è praticamente il giardino della casa nel bosco di un nostro amico, in Tennessee.

Che poi viaggiare in terza classe mi lascia immaginare anche un viaggio mescolato dentro i bassifondi della popolazione. Siamo in coda alle cose… che sia tutta qui la vita che davvero conta?
Esattamente, il senso del nome La Terza Classe è racchiuso in questa tua considerazione, dove le cose semplici sono quelle che importano.

Mi incuriosisce un paradosso: un disco che sostanzialmente parla di verità e di cose importanti nella vita. Eppure si chiude con una bellissima nenia folk dal titolo The Trick come a volerci dire che in fondo il trucco sta nel prendere in giro la nostra mente. Non sembra un paradosso? Come dobbiamo leggerla?
Si, nella vita avvolte le cose bisogna un po’ raccontarsele per poter prendere in giro la mente e la razionalità che purtroppo o per fortuna conta fino ad un certo punto.

A chiusa nel disco c’è tantissimo modo gospel, c’è tanta anima che urla un’urgenza. Dunque Us è un disco che torna agli uomini e alla loro verità? È un disco che torna al passato e volta le spalle al futuro delle macchine?
Il disco vuole raccontare le emozioni ed i dubbi di persone che non sono più dei ragazzini. Il disco in realtà vuole proiettare nel futuro, sia musicalmente che liricamente, quello che può essere un genere ed un discorso vecchio e retrò; il raccontarsi come cantautori, mischiato alla produzione di un sound palesemente internazionale, sono la vera chiave di lettura della nostra opera.

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