Interview – Vago

É uscito venerdì 19 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali il singolo di debutto del progetto Vago, il nuovo alterego musicale di Marco Fontana, dal titolo “Camminare sulla luna“.

Un nuovo capitolo stratificato di influenze e suggestioni, un nuovo inizio che si condisce di un immaginario cinematografico e che vuole raccontare l’amore, quello instabile: un gioco delle parti che a volte danzano all’ unisono altre si muovono su basi differenti, per molti un segreto di longitudine. Questo brano racconta il rapporto tra un viaggiatore da fermo e la sua metà, la sua ancora di salvezza. Legati dal sentimento, diversi e sempre in balia delle onde.

Noi volevamo approfondire il suo mondo stratificato, che parte dagli anni Novanta e si consolida oggi dopo un fiorente passato musicale. Ecco com’è andata!

Quali sono le tue influenze musicali?

Le prime cose che ho ascoltato passivamente da bambino sono i cantautori degli anni 60/70 e grandi artisti americani e inglesi di quell’epoca attraverso i vinili dei miei. Sono le basi che mi hanno permesso negli anni di approfondire un mondo di musica. Dagli autori alla psichedelica passando dal soul al folk americano, il grunge l’elettronica e tutto ciò che stimola qualcosa.

C’è qualcosa che non ci aspetteremmo mai da quello che sentiamo?

Sicuramente…

Cos’è cambiato con questo singolo, “Camminare sulla luna”, rispetto al tuo passato musicale? 

Questa canzone e quelle che usciranno nei prossimi mesi segnano un cambiamento drastico col modo di lavorare che avevo in passato. Per la prima volta sono uscito dai ragionamenti di funzionabilità dei pezzi e di scelte produttive che vanno in quella direzione. Ho cercato di lavorare in direzione ostinata e contraria con l’obbiettivo di dare un suono al disco e di fare qualcosa che avrei voluto ascoltare io in primis, del resto non mi interessa. 

Che cosa hai imparato del mercato musicale sinora? C’è qualcosa che proprio non ti sta bene?

Ho imparato che è un gioco al massacro. Ho visto tanti musicisti bravissimi consumati dal desiderio di riuscire a trovare il proprio spazio in un mercato che assomiglia ad un allevamento intensivo. C’è un meccanismo attorno alla musica completamente de-poeticizzato e spietato. 

Non c’è più ricerca di originalità ma solo il brano strappa like e la faccia che piace. Il pop ha sempre avuto un legame con l’immagine ma siamo arrivati culturalmente alla frutta. Il musicista, per citare un dibattito aperto soprattutto all’estero, non è un influencer.

Chi è Marco Fontana e chi è Vago? E chi ha la meglio quando litigate?

Marco è un uomo in parte vittima della sindrome di Peter-Pan, un padre e un caos calmo. Vago è lo sfogo creativo, la parte concreta e naïf che non si arrende alle infinite variabili che può produrre la mente. Tra i due vince il primo a mani basse, quando ci si mette è imbattibile.

Quanto c’è di autobiografico in questo brano?

C’è sicuramente una parte di me, al di là del racconto c’è un mio modo di essere ed è un quadro realistico di come vivo i sentimenti e le emozioni.

E quale domanda avrei assolutamente dovuto farti, e invece non ti ho fatto? E quale invece la risposta?

Cosa mangerai oggi pranzo? Un panino col lampredotto, bagnato salsa verde e piccante.

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