Interview – Tuma
TUMA, nasce a Nardò il 9 giugno 1997. Dopo il diploma si iscrive al conservatorio Tito Schipa di Lecce dove inizia a studiare chitarra Jazz, tramutando in studio la sua passione per la musica, accompagnata da quella della scrittura. Le sue canzoni raccontano storie di vita quotidiana, storie semplici, vissute e non, guardate dalla prospettiva di uno studente squattrinato qualsiasi che vive alla giornata insieme ai suoi coinquilini, con la convinzione che spesso, come direbbe un suo caro amico, basta una chitarra e una bottiglia di rum per star bene. Dopo lʼesperienza nel gruppo “I Segreti di Oscar”, ha iniziato la sua esperienza da solista pubblicando due singoli (Semplice, pubblicata il 10 ottobre 2018, e Annapaola, pubblicata il 26 marzo 2019) con la produzione Artistica di Raf Qu.
Il 2020 si apre per lui con la pubblicazione del nuovo singolo “Una canzone sconcia” sotto l’etichetta Discographia Clandestina, il brano anticipa l’uscita di Tuma 01, il suo primo album.
Perché hai scelto come nome d’arte il tuo cognome e non un nome di fantasia?
Boh, in realtà non ci sono grandi storie dietro, mi è sempre piaciuto il mio cognome perché è immediato e poco diffuso… poi praticamente i miei amici mi chiamano tutti Tuma, tanto che il mio nome di battesimo sta cadendo in disuso, quindi è più giusto così, Tuma.
Hai mai dedicato “Una canzone sconcia” ad una ragazza? Se sì, ha funzionato poi per conquistarla?
Bella domanda. In realtà no, ma devo svelarti che è la canzone più amata dalla parte femminile del mio pubblico, quindi potrebbe anche funzionare… se un domani la dedicherò a qualcuna ti comunicherò l’esito.
Che rapporto hai con i social e quale parte di te ti piace mostrare al pubblico e quale invece ti piace tenere riservata?
Dipende, vado a periodi… ci sono periodi che pubblico milioni di cose, anche di poca rilevanza, solo perché mi va e periodi in cui sono costretto per questioni legate alla promozione, ma che ho talmente poca voglia che cerco di rimandare il più possibile. In entrambi i casi, comunque, il mio rapporto col pubblico non cambia. Mi mostro per quello che sono, ma non per una questione di etica o altro, per il semplice fatto che non riesco a comportarmi in modo diverso, che è una cosa bella per certi aspetti, ma che ha anche dei lati negativi. Una cosa, invece, che preferisco non condividere sui social è la mia vita privata… preferisco usare i canali solo per parlare di musica… al massimo di serie A, ma non di altro.
Prima di questo nuovo brano, avevi già pubblicato due singoli che al momento possiamo ascoltare solo su Youtube perché hai avuto un piccolo problemino con il profilo Spotify. Comunque tornando a noi, “Semplice” e “Annapaola” rappresentano in qualche modo i primi capitoli di un percorso, in quale direzione stai andando?
La destinazione è ignota, preferisco così, non voglio farmi molte aspettative e non voglio programmare nulla. Per ora ho una sola tappa in mente, il disco (che doveva uscire prima dell’estate, ma sicuramente sarà posticipato a settembre per i problemi causati da sta maledetta pandemia). Mi piace navigare a vista, almeno finché posso. La mia musica è legata al mio vissuto quindi è difficile prevedere quello che succederà, quale strada sceglierò nei bivi che il mio percorso artistico mi metterà d’avanti. L’unica cosa certa è che non ho intenzione di fermarmi, anzi, continuerò a correre.
Tu sei originario di un paesino in provincia di Lecce, che rapporto hai con la tua terra?
Io amo la mia terra, è un posto fantastico, lontano dalla frenesia e dal caos delle grandi città metropolitane, dove l’ispirazione è sempre dietro l’angolo. Abbiamo il mare, che è sempre magnifico, sia d’estate che d’inverno, abbiamo la campagna incontaminata, città a misura d’uomo… non ci manca nulla e si vive bene. Poi qui i paesini sono tutti a pochissimi km l’uno dall’altro e quindi è facilissimo spostarti, anche in macchina… non abbiamo il traffico di Roma e Milano. Questo permette alla programmazione degli eventi, dei festival, di non limitarsi al solo capoluogo di provincia, ma anche a tutti i paesini, quindi c’è sempre tanto da vivere. Ma poi le estati… le estati in Salento sono indimenticabili, se non siete mai venuti in vacanza qui vi consiglio di farci un salto appena potete! Insomma per riassumere, io viaggio tanto, amo viaggiare, amo scoprire posti nuovi, vivere avventure, ma non esiste altro posto al mondo in cui vorrei vivere!
Lasciamoci con un motto, quello di Tuma..
“… il possibile è il limite mobile di ciò che uno è disposto ad ammettere.”
È una frase tratta da un libro di Erri De Luca, “Non ora, non qui.”, un libro che amo molto, uno di quei testi che nella vita ritorna sempre.