Interview – Scile

Siamo talmente connessi (in rete) da essere dissociati (nella società). È il caso di dire ci siamo persi, anzi: TI HO PERSO, titolo del nuovo singolo degli SCILE, band di Matera prodotta da Antonio Marcucci (produttore artistico) e Francesco Stoia (produttore esecutivo), fuori da venerdì 7 aprile per Orangle Records (distr. Believe). Siamo più preoccupati del nostro avatar che del nostro animo. Ragioniamo per post e dibattiti social, siamo preparatissimi sull’ultimo trending topic e sull’hashtag più attuale, senza sapere nemmeno dire quando è stata l’ultima volta che abbiamo incontrato qualcuno fisicamente. Ci siamo scordati cosa vuol dire uscire di casa e guardarsi negli occhi. Valori sociali che hanno lasciato il posto a valori social.  Con testo e musica, gli Scile vogliono dire la loro andando un po’ fuori dal coro. Perché a parole in molti concordano su questo tema, ma nei fatti in pochi prendono le distanze da questo mondo effimero, e chi vive di notorietà, spesso dà il cattivo esempio.

Come nasce la vostra band e come avete trovato la vostra identità artistica?

Suoniamo insieme da molto tempo, eravamo in un altro grande progetto Indie Rock ska, qualcosa di molto originale, una band chiamata MDGA che ci ha uniti fortemente, che ci ha formato e dato esperienza su moltissimi  palchi italiani ed internazionali. Scile nasce casualmente al pianoforte approcciandoci al mondo del Pop/Rock.

Come è stata la lavorazione di “Ti ho perso”? Avete qualche aneddoto da raccontarci?

Nel vostro singolo parlate dell’isolamento all’epoca dei social. Invece, in che modo secondo voi l’avvento dei social ha modificato il mondo della musica?

“Ti ho perso” è un brano che avevamo in riserva, perché stavamo introducendo molto Rock nei nuovi pezzi. Era strutturata con solo voce e pianoforte, il nostro produttore artistico Antonio Marcucci l’ha voluta lavorare in questa chiave “power pop” potremmo dire e in un certo senso ci ha convinti ad osare un po’, sempre sotto l’aspetto del Pop. Ad ogni modo, ci piaceva la tematica del brano, un addio a qualcuno, e quel qualcuno sei te stesso, in un’epoca come la nostra in cui la tentazione di varcare quella soglia del web, dove oltre vi è soltanto smarrimento e perdita della verità. Tutto questo l’abbiamo ritenuto attuale e quasi ci sembrava strana l’idea che la musica, oggi, possa iniziare a sensibilizzare su tematiche come questa, quando nel mondo (quello reale) sta accadendo di tutto. Ma restando nella domanda, penso che l’avvento dei social abbia cancellato le emozioni ed evidenziato le apparenze, ovvero sui social non vi è musica.

C’è un artista con cui vorreste avviare una collaborazione?

Se penso ad una collaborazione Italiana, mi vengono in mente due miti della mia adolescenza, Luca Carboni e Gianna Nannini.

Qualche indizio sui vostri prossimi progetti?

Abbiamo in mente di fare qualcosa alla vecchia maniera, ossia un album ma con l’intento di far conoscere tutti i brani che lo costruiranno e soprattutto suonarli dal vivo.

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