Interview – Saera
PRIMA VOLTA è il singolo di debutto di SAERA, moniker della giovanissima cantautrice romana Sara Errante Parrino, in uscita oggi, venerdì 23 aprile, per Sbaglio Dischi (in distribuzione The Orchard). Il sound del brano, curato da Winniedeputa, vive tra la black music, di cui Saera è appassionata da anni, e la nuova scena R&B; una scrittura matura e una voce ammaliante ci trascinano dentro un brano chill e avvolgente. La cantautrice romana classe 1997 ci racconta i sentimenti di una storia estiva destinata a finire, “non vedo l’ora di mancarti” diventà così la frase simbolo di PRIMA VOLTA, ovvero la nostalgia di qualcosa che era destinata ad andare persa.
Prima Volta è lo specchio di un rapporto che non poteva nascere, o che, in realtà, non doveva. Non mi capita spesso di lasciarmi andare con una persona, ma travolta dalla magia estiva mi sono persa nel suo modo di fare, a volte irritante, ma allo stesso tempo affascinante. Succede di legarsi in poco tempo e non puoi farci nulla, sai che non durerà, ma ci sei dentro e continui fino all’ultimo secondo. Ci piaceva giocare con il nostro egocentrismo, quindi “non vedo l’ora di mancarti” era la frase più giusta da dire. Prima Volta è nostalgia di qualcosa che sapevo sarebbe andato perso. (Saera)
Ecco cosa ci ha raccontato!
Qual è la prima volta che racconti nel tuo pezzo?
In realtà non parlo di una prima volta, il titolo è solo un punto di partenza.
Perchè iniziare una storia quando sai già che sta per finire?
Se iniziamo a limitarci anche nei rapporti, è la fine. E certi legami non possono essere frenati, succedono.
Ci pensi ancora “a lui”?
No, è finita senza nemmeno iniziare. E’ stato bello essere legati, ma non troppo. Siamo rimasti comunque in buoni rapporti.
Quali sono le tue influenze R&B, e quali altre influenze hai?
Qualcosa che non ci aspetteremmo? Jorja Smith, Childish Gambino, KAYTRANADA, Kali Uchis e molti altri. Io sono cresciuta con il pop, da Justin Bieber a Rihanna ai Paramore, poi mi sono innamorata di Bon Iver, dei The 1975, di Billie Eilish, diciamo che non mi pongo limiti particolari, almeno quando devo solo ascoltare e godere.
Esiste effettivamente una scena indipendente a Roma. Quale?
Direi di si, conosco molti artisti della “scena romana” e devo dire che ci sono molti posti in cui potersi confrontare, quelli che frequento di più sono Le Mura ed il Pierrot Le Fou.
La domanda che non ti ho fatto ma che avrei dovuto farti?
In realtà non saprei, forse tipo “preferisci il dolce o il salato?”