Interview: Orange8

Molto interessante il debutto, Let The Forest Sing, degli Orange8 (Valentina Criscimanni e Sergio Ferrari), che non hanno paura di sperimentare e mescolare varie spezie sonore, passando con eleganza e disinvoltura da trame psichedeliche, al pop al folk, senza però dimenticare di evocare atmosfere ammalianti e spiazzanti. Il tutto è fatto con ottimo gusto e una capacità melodica molto accattivante. Tanto ci basta (e avanza) per una chiacchierata con i due protagonisti…

Ciao ragazzi, come state? Da dove ci scrivete?
Benissimo! Siamo di passaggio a Roma, per l’occasione di RomePsych Fest e interviste ad alcune radio. domani saremo a Calcata per preparare la festa di benvenuto a Let the Forest Sing, una bella festa in mezzo al bosco!

Il vostro curriculum “insieme” è iniziato un bel po’ di tempo fa, ancora con un “nome sociale” diverso. Cambiare nome, nel vostro caso, significa ripartire da zero o comunque tenere le esperienze passate come punto di riferimento?
Lo ammettiamo, il nome della nostra band è stato per alcuni anni Gli AranciOtti!!!
Il fatto di cambiare nome è stato solo perchè, in effetti, lo avevamo scelto con troppa fretta, suggerito da una voce in mezzo al pubblico in uno dei nostri primi concerti ormai più di 6 anni fa. Non rappresentava molto il genere della nostra musica, ma invece rappresentava molto noi, tanto che ancora molti ci chiamano così. Affezionati agli AranciOtti abbiamo solo “inglesizzato” il nome e siamo diventati Orange8, che ci da l’idea di una navicella spaziale pronta a partire, oppure di Infinita Armonia!

La parola psichedelia da sempre, a mio avviso, si associa alla parola viaggio, movimento. Ecco credo che anche nel vostro album questo senso del muoversi sia assolutamente presente: nei ritmi, nel variegato approccio musicale, nei testi (penso a quelli di Arancio) e in un senso di libertà assoluto che si percepisce. Che ne pensate?
In effetti “viaggio” e “libertà” sono le parole chiave di questo disco, e soprattutto della nostra vita in questi ultimi 3 anni. Anni in cui abbiamo girovagato, improvvisando con musicisti incontrati lungo il cammino, registrando centinaia di tracce dalle quali nasce Let the Forest Sing. Un certo tipo di apertura mentale, che si distacca da tutte le sicurezze sociali, di avere una casa, un lavoro, un luogo fisso dove stare, sfociano spesso in psichedelia!!!

Certo, mi viene da pensare una cosa: al di là di quello che prova l’ascoltatore, troppa libertà per voi autori potrebbe spaventare o , al contrario, esaltare?
Sicuramente i tanti stimoli diversi ricevuti non ci hanno spaventano, anzi, ci hanno solamente entusiasmato. Sergio, di animo zappiano, non si tira indietro davanti a niente, anzi, spesso è lui a far virare le energie verso qualcosa di imprevedibile. Per Valentina è stato molto stimolante poter cambiare genere e spesso anche lingua (dall’italiano, inglese, francese e elfico) in ogni brano.

Arancio apre in modo delizioso e delicato il disco. Unico brano in italiano. Vi viene difficile usare la nostra lingua?
A dire la verità si. Per me (Valentina) è istintivo scrivere in inglese, ho cominciato a comporre brani quando abitavo a Londra e soprattutto ho sempre ascoltato musica prevalentemente anglofona. Con Sergio abbiamo voluto sperimentare un testo in italiano, soprattutto perché volevamo fosse chiaro il messaggio. Per questo Arancio è l’unico brano in italiano e pop. Il nostro manifesto!

Ci credete se reputo un pezzo come Ghost Road una cosa pazzesca? Parte quasi western e poi a mio avviso nel finale assume dei toni che, giuro, mi rimandano all’Europa dell’Est: la guerra fredda spazzata via in 3 minuti!
Che bello!!! Noi abbiamo immaginato la seconda parte sempre un pò messicana, ma questo è il bello, ognuno risponde agli stimoli diversamente! Ghost Road è un brano composto tanti anni fa da Valentina che poi si è trasformato, con gli arrangiamenti sia di Sergio ma anche di Fabrizio Bernardi, amico contrabbassista che ci incoraggia e stimola da anni e col quale collaboriamo spesso, anche nel primo Ep Turtle Bubble. Per una serie di divertenti coincidenze sulla versione del disco il contrabbasso in Ghost Road invece è registrato da Roberto Raciti.

Mi piace molto quel gioco di opposti immediati tra Dancers’ Voyeur, incalzante e ritmata e l’onirica e dream-pop Le Chateau De Mon Ivresse: come se dopo essere andati in pista a fare 4 salti, per sfamare la necessità del corpo, arrivasse la necessità della mente di andare. Magari è solo casuale la loro vicinanza…
Abbiamo elaborato la scaletta dei brani soprattutto pensando al vinile e ci piaceva l’idea di far partire il Lato B con Dancers’ voyeur, canzone che nasconde fino alla fine la sua follia…da li in poi si entra in un altro mondo, ipnotico, improvvisativo e psichedelico…sempre di più, finchè il piatto non smette di girare!

Maasika, dall’andatura sonnolenta da l’effetto di essere cullati dalle onde e dal vento: se vi dico che sarebbe una ninna nanna magnifica e suggestiva vi offendete?
Quale offesa!!?! Maasika nasce in una notte bianca passata in nave tra Tallinn e San Pietroburgo, ed il sonno tardava ad arrivare, perchè il buio non saliva mai! Forse inconsapevolmente voleva avere proprio quell’effetto…

La voce che date alla foresta è suggestiva, ma da l’idea di essere più orientata al suo lato notturno. Di giorno se la foresta potesse cantare si muoverebbe sempre su queste coordinate cosi morbide?
In effetti il background sonoro che abbiamo accompagnato al brano è composto da versi di animali notturni. Ed il coro degli elfi canta “ninnananna…“. Solo sul finale si intuisce che il giorno sta per arrivare da un cinguettio allegro e da lì è tutto da scoprire. Magari il prossimo disco si aprirà con il Canto della Foresta al mattino!

Si avvicinano anche delle date live per promuovere l’album? Sarete sempre i n duo o avrete degli amici sul palco con voi?
Stiamo organizzando un bel pò di date, quelle sicure per ora sono il 5 novembre al Fuga Music Room di Ascoli Piceno, il 2 dicembre all’Alchimista di Gorizia e ancora altre da annunciare, sicuramente anche su Roma. Noi saremo sempre in giro col il nostro camperino e se in qualche occasione ci sarà la possibilità, sarà ben gradito qualche guest sul palco con noi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *