Interview – OK BA
Disponibile da venerdì 27 gennaio, “Fatta di te” è il nuovo singolo degli OK BA, pseudonimo dietro cui si cela il duo sassarese formato da Alberto Atzori e Pasquale Demis Posadinu, esponenti di punta della scena musicale sarda. “Fatta di te” è stata co-prodotta insieme a due figure di riferimento del fare musica italiano: Riccardo Onori (chitarrista e coautore di Jovanotti) e Christian Rigano(tastierista per Jovanotti, Gianna Nannini ecc.). Il dolce arpeggio di chitarra e l’accompagnamento essenziale invitano l’ascoltatore a fermarsi per assaporare i versi densi di immagini evocative.
“Fatta di te è una promessa d’amore tra un padre e una figlia, immagini di quotidianità per un sentimento eterno”: il nuovo singolo degli OK BA esprime suggestivamente in musica il profondo legame che unisce un padre con la propria figlia, un amore complesso ma indissolubile che protegge e conforta, nel quale è possibile trovare rifugio.
Abbiamo parlato con loro di Covid, compiti e futuro.
- Quali sono le vostre influenze musicali? C’è qualcosa che, ascoltandovi, non ci aspetteremmo mai?
Le più palesi, forse dai testi, sono quelle della scena rock alternativa degli anni ’90 e primi anni del 2000: Marlene Kuntz, Afterhours, Baustelle, Verdena, CCCP ecc.
Ci sono però da considerare anche band storiche come i Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Beatles e gruppi come Prodigy, Daft Punk, Crystal Method, Chemical Brothers, Moby, Fatboy Slim, Oasis…
Ecco, ciò che non vi aspettereste mai è forse la “leggera” vena metallara di Alberto: Metallica, Megadeth, Slayer, Iron Maiden, Lamb of God… Ma probabilmente nulla di tutto ciò si palesa nelle canzoni degli OK BA.
Dopo aver scritto questi nomi, ci rendiamo conto di avere dei gusti un po’ retrò!
- Come nasce un brano degli OK BA? Prima il testo o prima la musica? Come vi dividete i compiti?
Di solito Alberto si occupa della strumentale e Pasquale dei testi, e poi cantiamo entrambi. Ovviamente, se ci sono delle perplessità, siamo liberi di fare obiezioni o correggerci il tiro a vicenda.
A volte le canzoni nascono chitarra e voce da Pasquale per poi essere arrangiate da Alberto, altre invece vengono scritte direttamente sulle strumentali. Ci sono stati casi in cui siamo partiti da un testo nato su carta, senza alcun accordo sotto.
Per Fatta di te, il nostro nuovo singolo, siamo partiti da un’idea acustica di Pasquale per poi svilupparla in studio insieme a Riccardo Onori e Christian Rigano. La sequenza degli accordi del ritornello è stata un’idea di Riccardo. È stata una bellissima esperienza.
- E quali sono le difficoltà e i vantaggi di essere “solo” in due?
Il vantaggio è la celerità con cui riusciamo a creare i brani. Visto che i compiti sono divisi equamente, possiamo essere veloci. È più facile provare, spostarci, costiamo meno per i festival, abbiamo meno teste da mettere d’accordo (le nostre bastano e avanzano). Gli svantaggi sono invece di natura logistica ed economica: se fossimo una band di cinque elementi e tutti contribuissero, avremmo certamente più fondi a disposizione. Dobbiamo inoltre pensare in due a tutti i compiti che appartengono ad un progetto musicale: pianificazione, contatti, serate, idee… Insomma, non è semplicissimo ma, per amore della musica, ce la facciamo. Ogni tanto ci stuzzica l’idea di aggiungere elementi per i nostri live, basso e batteria soprattutto, quindi magari in futuro lo faremo.
- Siete attivi dal 2018, quindi avete vissuto anche il complicato periodo della quarantena. Come sono cambiate le cose da prima del Covid?
La gente ha più voglia di musica e di stare insieme. C’è più fame di cultura e di vita. Sono le cose più belle da cui si possa partire per creare, per inventare, per fare arte. Gli artisti dovrebbero smettere di lamentarsi e approfittarne, provare a fare cose nuove. Le cover band oggi fanno ballare più di prima e si, forse non ce n’era bisogno, ma è un segnale di quanta voglia abbia la gente di musica.
- Quale domanda avrei assolutamente dovuto farvi, e invece non vi ho fatto? Quale invece la risposta?
Avresti potuto chiederci se tifiamo per la Torres o per il Cagliari. Se preferiamo il pane carasau o su pane tundu. Se uno dei due è vegano. Chi dei due parla al contrario. Quanti nuraghi abbiamo visitato. Ma mica possiamo dirtelo noi! Allora noi ce ne facciamo una facile ma anche un po’ difficile: Perché suonate? …Per portare pace ai pensieri.