Interview – NOVE

Fuori venerdì 19 marzo 2021 Vocabolario, il primo singolo di Nove in attesa di un disco di debutto dal titolo Saturno di prossima uscita. Un brano stratificato e complesso che mischia elementi di elettronica e altre influenze della scena alternative degli anni Novanta, e descirve una pagina di un libro amato e letto tante volte ma che, solo con il passare del tempo, ti rendi conto che non ti rappresenta più. Un po’ come quando pensiamo al primo amore.  

Non pensare, non parlare, non provare no
non mi trovi più sul tuo vocabolario

Ecco cosa ci ha raccontato!

  1. Come mai il nome d’arte Nove?
    Nove lo definisco “il mio numero portafortuna”. E’ il numero del giorno del mio compleanno ed è il numero che torna sempre in ogni avvenimento importante della mia vita. Non potevo quindi scegliere nessun altro nome d’arte che mi rappresentasse meglio.
  1. In quante città hai vissuto finora? Hai avuto modo di esplorare la scena musicale milanese?
    In 4 città: Genova, Roma, Parma e attualmente Milano e dirti che in tutt’e e quattro ho lasciato un pezzo di cuore. Sono nata e cresciuta a Genova, all’età di 20 anni mi sono trasferita a Roma per frequentare e poi diplomarmi al LIM, accademia di musical. Una volta finito il percorso ho studiato molto per entrare al Conservatorio Arrigo Boito di Parma nel quale mi sono laurata nel 2017 e dal 2019 sono diventata una cittadina Milanese.

    SI… mia mamma mi chiama vagabonda e devo dire che non ha tutti i torti (ahah)

    Purtroppo non ho avuto ancora grande modo di esplorare la scena musicale milanese in quanto, dopo poco tempo dal mio trasferimento a Milano, siamo finiti dentro questo mondo parallelo in cui ancora attualmente siamo.
  1. A chi pensavi, quando hai scritto Vocabolario? Dov’è questa persona adesso?
    Adesso vuoi sapere un po’ troppe cose (ahah) di solito si dice il peccato ma non il peccatore! Posso dirti che mentre l’ho scritta avevo ancora una persona al mio fianco che invece, attualmente, è ormai distante. Vocabolario l’ho scritta, di getto come un vero sfogo, in un momento molto particolare della mia vita, fatto di cambiamenti radicali ed importanti. Ma come sappiamo bene per scrivere le canzoni bisogna soffire… anche perché quando si è felici e sereni di solito ci si concentra a vivere il momento.
  1. Ci racconti la tua collaborazione con Danilo Mazzone?
    La collaborazione con il mio produttore, Danilo Mazzone, è iniziata circa un annetto fa, proprio poco prima che scoppasse la pandemia. Diciamo che ci siamo subito trovati, si è creato dall’inizio un bel feeling e questo è stato fondamentale per poter collaborare. Trovare un produttore non è mai semplice e quando si inizia un lavoro di questo tipo l’artista, portando all’ascolto i propri brani, deve “mettersi a nudo”; è come se desse nelle mani di un’altra persona tutte le sue fragilità, i suoi segreti.. diciamo la sua parte più intima. Danilo mi ha ascoltato molto, è diventato in un certo senso anche il mio confidente, ed è riuscito così a cucire addosso alle mie canzoni dei vestiti perfetti, fatti su misura.
  1. Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
    Allora… io sono figlia degli anni novanta e, da buona genovese, sono cresciuta, durante i viaggi in macchina, con Gino Paoli, Matia Bazar, Bruno Lauzi. Crescendo poi, nonostante sia stata sempre stata molto legata a tutta la musica italiana, ho iniziato anche ad “ampliare” i miei ascoliti e devo dirti che ho una grande passione per la black music: Aretha Franklin e Otis Redding su tutti. Del panorama invece attuale trovo molto forte La Rapresentante di Lista, mi piace la loro scrittura e il loro approccio “fisico” con la musica.
  1. La domanda che non ti ho fatto, ma che avrei assolutamente dovuto?
    E dopo Vocabolario cosa ci sarà?… eh… Ci sarà un EP, già pronto, che uscira a fine aprile e sarà un viaggio fatto di numeri, parole e sbalzi d’umore.

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