Interview – NOLO

Esce venerdì 1 aprile 2022, in distribuzione Artist First, “Le vite degli altri“, il nuovo singolo dei Nolo, l’inizio di un nuovo percorso per la band che porta il nome di un noto quartiere di Milano, un piccolo manifesto generazionale di periferia sulla paura suscitata dal futuro e dalle scelte. 

Ecco cosa ci hanno raccontato a riguardo!

Quali sono le vostre influenze musicali? Qualcosa che davvero non ci aspetteremmo?

Le nostre influenze si sono sempre divise fra cantautorato italiano e musica Pop Rock internazionale (un bagaglio culturale che sicuramente ci siamo portati dietro nel progetto Nolo). Parlando del panorama italiano, sicuramente Lucio Dalla e Cesare Cremonini ritornano spesso fra i nostri ascolti. I Coldplay e i Mumford & Sons, invece, sono stati molto importanti per la creazione e la maturazione del nostro sound. Qualcosa che non vi aspettereste? Spesso, quando viaggiamo a causa di impegni musicali, ci piace moltissimo ascoltare Elio e Le Storie Tese, è una cosa che facciamo fin da quando eravamo piccoli. 

Di cosa parla “Le vite degli altri”, il vostro ultimo singolo? E perché rappresenta un punto di svolta nel vostro percorso? 

La canzone è nata circa 3 mesi fa, in un momento di forte cambiamento nelle nostre vite. Ci siamo ritrovati, dopo due anni e mezzo di chiusura, di fronte ad un futuro sempre annebbiato, ingarbugliato. Questo ci ha portato a guardarci attorno, notando come le vite degli altri (da qui il titolo) sembrassero molto più semplici da portare avanti, come se non avvertissero quel peso così insostenibile per noi. Ci siamo accorti però che è una sensazione quasi universale: tutti mostrano il lato più positivo delle loro esperienze di vita, ma si ritrovano comunque a fronteggiare ostacoli che paiono insuperabili. 

Come mai siete così legati al quartiere di Nolo?

Nolo è il quartiere nel quale siamo cresciuti. Fin da ragazzini (circa 15 anni fa la prima volta) ci trovavamo a suonare assieme in una sala prove vicino alla fermata metro di Rovereto (Viale Monza). Abitiamo nella zona dalla nascita, circa a 100m l’uno dall’altro. Nolo rappresenta il nostro percorso di crescita, quando eravamo bambini non offriva tutto ciò che invece è in grado di proporre ora. Adesso è un polo artistico della città, spesso frequentato da giovani artisti della nostra età. Questa evoluzione volevamo portarcela dietro sempre, ecco perché abbiamo scelto di chiamarci così. 

Come nasce la vostra collaborazione con Plastica? In che modo ha saputo influenzarvi?

Plastica è una delle migliori producer di questa generazione. Lavorando con lei ed Emanuele Tosoni, abbiamo scovato la chiave migliore per far sbocciare le nostre canzoni. Siamo amici di Plastica da tanti anni, in passato avevamo collaborato anche ad altre produzioni esterne al progetto Nolo, ma questo “matrimonio artistico” ci sta permettendo di superare i nostri limiti e sorprenderci ogni giorno. Lei ha un eccezionale gusto musicale, che le permette di trovare sempre l’equilibrio perfetto fra le sonorità peculiari di un progetto e la sua immancabile firma stilistica. 

Quale domanda avrei assolutamente dovuto farvi? E quale invece invece la risposta?

Una domanda che non ci fanno mai è: quanto è mancato il palco, in questi anni di pandemia, ad una band che mette l’esperienza live al centro del proprio progetto artistico? 

La risposta sarebbe: “provate a non respirare a pieni polmoni per due anni e mezzo, ecco ciò che abbiamo provato. Non vediamo l’ora di ripartire, di portare queste nuove canzoni davanti alle persone.”

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