Interview: Monorene
Giovanni Marco Cannone è Monorene. Di nome e di fatto. Nasce nell’assolata Puglia, gemello ma di segno Capricorno. Dapprima “delizia” dei genitori, diventa “croce” quando a sei anni capisce che quel pianoforte nel salottino di casa emette suoni che, all’epoca, sembravano provenire da
un altro pianeta. Pertanto, la famiglia decide di portarlo in un’ accademia privata e fare le cose per bene. Comincia a studiare pianoforte classico e in seguito si avvicina a generi musicali contemporanei accostandoli al canto.
Ha pubblicato da poco il suo nuovo singolo dal titolo Dicono.
E questo è quello che dice lui.
Chi è Gianmarco e chi è Monorene, e chi ha la meglio quando litigate?
Gianmarco e Monorene sono la stessa persona perché Gianmarco è mono rene, dalla nascita. Ho scelto questo nome d’arte perché mi appartiene, come tutto ciò che scrivo fa parte della mia vita. Non litighiamo quasi mai, se non quando Gianmarco vuole uscire a fare una birra e Monorene invece vuole scrivere una canzone. Lì riusciamo a trovare il classico accordo “bevo quando scrivo” o viceversa.
Esiste una scena musicale pugliese? Chi ne fa parte?
Penso esista ovunque una scena musicale, e la Puglia non è da meno. Ci sono tantissimi artisti bravi, con un gran talento che forse la mia regione di nascita non riesce a contenere del tutto. Ne fanno parte ragazzi, adulti e ogni tipologia di persone.
Come ti trovi a Roma? Se fossimo nuovi in città, dove ci porteresti?
Abbastanza bene, sono qui da un anno e non devo nascondere che mi sembra di non aver mai cambiato città. Ovviamente quando mi capita il Colosseo davanti ricordo di essermi trasferito nella grande capitale. Vi porterei sicuramente in qualche locale per bere un drink, poi se non ci sale troppo la sbronza, in giro per le strade di Roma.
Monorene è uno dei tanti, e chi sono i tanti?
Monorene è uno dei tanti che ci prova, che ci mette passione e investe per la sua musica, affinché raggiunga il maggior numero di persone possibili. Tanti perché la musica ha raggiunto ogni tipo di persona, anche chi pensa di fare una canzone con auto- tune e beat scaricati da internet. Non farò un discorso su cosa sia giusto e cosa sbagliato, non voglio giudicare. Diventa solo più difficile distinguere la qualità dalla “banalità” e la prima, molte volte, deve scendere a compromessi con la seconda per diventare virale e popolare.
Qual è la tua formazione musicale? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
La formazione di questo progetto è quella base, formata da un chitarrista, bassista e batterista. Io suonero’ anche le tastiere. Per quanto riguarda i nomi dei componenti, preferisco lo si sappia durante la prima esibizione dal vivo.
La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Esattamente questa qui.
Vi ringrazio per questa intervista e colgo l’occasione per salutare voi e chi leggerà.