Interview: Mistakes

Giovanissimi e determinati: sono queste le due qualità che contraddistinguono il trio punk-rock milanese emergente, fondato nel non lontano 2013 tra un’ora di lezione e l’altra. Ed è proprio fra quei banchi di scuola, dove sono solite formarsi le menti dei giovani, che Giorgio Cataldo (chitarra), Riccardo Berticelli (voce) e Giorgio Sudati (batteria) prendono coscienza del fatto che la musica per loro non sarà solo un momento di svago , ma molto di più. Ed è grazie a questa forte convinzione che al concludersi del 2017 sbarcano con un secondo EP dal titolo Our Own Way. Canzoni fresche, dinamiche impregnate del puro pop-punk degli anni ’90, i Mistakes si danno da fare e decidono di focalizzarsi e lavorare sulla versione acustica del loro lavoro che uscirà successivamente e che non vediamo l’ora di ascoltare.

Come state vivendo questo importante traguardo dopo l’uscita del vostro primo EP?

In realtà non è cambiato praticamente nulla di quello che siamo, o di come affrontiamo le cose nella band. È vero, siamo felicissimi di avere ricevuto recensioni positive da testate importanti come Rockol, o del featuring di MTV New Generation, ma non ci pensiamo più di tanto al momento. Più che un punto di arrivo, questo EP è per noi uno slancio per cercare di fare sempre meglio e soprattutto crescere insieme, come musicisti e come persone.

Come mai proprio il nome MISTAKES?

Il tutto nacque tra i banchi di scuola durate le ore di inglese, per merito di Giorgio Sudati e della sua capacità di usare la lingua di Shakespeare in maniera, per così dire, “creativa”. Quando arrivò Giorgio Cataldo, il nome era già quello – e a lui piacque, quindi non ci fu bisogno di modificarlo. È un nome giovane, corto, senza pretese, che rimane in mente: un po’ una sintesi quello che vogliamo trasmettere noi, sia nell’EP che dal vivo!

C’è stato un evento particolare che vi ha portato a prendere la via della musica non solo come passione ma anche, e probabilmente, soprattutto, come campo lavorativo?

Per tutti noi, il fatto che i nostri genitori ascoltassero molta musica è stata certamente la scintilla che ha acceso la passione e ha ci ha indicato la strada. Ma più che i grandi eventi e i concerti di band famose a cui assistiamo, che ci fanno capire cosa la musica può fare, sono le piccole cose quotidiane a darci conferma di avere intrapreso il viaggio giusto: le ore di prove, lo stare insieme, quelle farfalle nello stomaco che diventano energia non appena si sale sul palco… ci godiamo ogni momento!

Il vostro genere è abbastanza chiaro, pop punk davvero old school, volete riportare in voga gli anni novanta o semplicemente è la via, la “Your Own Way” che vi rispecchia meglio, quella del punk?

C’è una buona dose di verità in entrambe le affermazioni che hai fatto; tutti noi ascoltiamo molto britpop e pop punk, stili radicati negli anni ’90 che influenzano molto il nostro sound.In particolare il pop punk è il genere che musicalmente ci mette più a nostro agio al momento, e ci sembra giusto percorrerlo perché è lì che ci sentiamo autentici. Non abbiamo la pretesa di riportare in voga da soli il nostro genere: ma se ce ne fosse la possibilità, magari con una ripresa della scena punk rock milanese, saremmo di sicuro tra i più attivi per far sì che il tutto diventi realtà!

State già lavorando su qualche altro pezzo da poter arrivare all’uscita di un possibile primo album?

Assolutamente si! innanzitutto, l’8 settembre esce  “Our Own Way: Summer Edition”, un mini EP acustico dove riarrangiamo alcuni dei brani proposti nell’omonimo EP uscito a Maggio. Inoltre, ogni estate ognuno di noi torna con canzoni o idee nuove ed è il periodo dell’anno dove si concretizza di più in termini di nuova musica. Le premesse per dei nuovi pezzi interessanti sembrano buone, ma non vogliamo essere troppo ottimisti per scaramanzia… speriamo di continuare a lavorare nella giusta direzione!

La canzone a cui siete legati maggiormente a questo primo EP? e perchè proprio a quella?

Ognuno di noi ha un rapporto diverso coi pezzi che scriviamo, ma forse Could Be The Day e Blame It On The Morning sono le canzoni che più ci “gasano”, sia quando le abbiamo scritte che soprattutto dal vivo.Sarà per il loro ritmo serrato o per le tematiche che trattano, ma non smetteremo di ascoltarle facilmente!

 

Un salutone a tutti.

Joe

 

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