Interview: Leanò
Leanò è una delle voci più interessanti dell’underground milanese che, dopo il suo ultimo singolo Notte, torna con Alba. Un nuovo capitolo che ci avvicina alla pubblicazione dell’EP d’esordio della giovanissima cantautrice. A metà strada tra gioco e introspezione, la forza di Leanò è una voce potente e che allo stesso tempo svela un’anima fragile. Alba sarà la colonna sonora per tutte le vostre nuove albe estive, ed è un brano che nasce su una barca alla fine di una serata tra amici. Dopo i vari “cosa facciamo stasera?”, e la risposta più ovvia è stata quella di iniziare a navigare senza meta.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Ti avevamo lasciato con Notte e avevamo parlato faccia male restare da soli di notte. Di Alba cosa ci puoi dire?
Beh in realtà in Notte non parlo dello stare male da soli, ma della volontà e importanza di prendersi del tempo per sé stessi e pensare (anche se sì, a volte può far male).
Per quanto riguarda Alba continuo un po’ su questa scia autoriflessiva, ma questa volta viene condivisa con altre persone. La canzone nasce da una gita in barca fatta all’improvviso: senza averlo pianificato, alla fine di una serata estiva, io e dei cari amici ci siamo ritrovati a navigare senza una meta. Su quella barca, all’alba, non si riusciva a distinguere il confine tra il cielo e il mare, e lì ho capito che anche il buio non dura per sempre. Per questo “l’amore è la spuma del mare, il fuoco che brucia, i colori del cielo“: se sai guardare bene, scopri che la natura nella sua bellezza ci da amore.
Sembri sempre incredibilmente provata da quello che stai passando, ma allo stesso tempo sei un’inguaribile ottimista, ci abbiamo preso? Hai voglia di descriverti in tal senso?
Sono del toro quindi sento le cose in modo profondo, l’ottimismo sarà per il mio ascendente in pesci (ride n.d.r.). A parte gli scherzi, un mio amico una volta mi ha detto “vivi felicemente, ma canti depressamente”. Penso che questa frase riassuma al meglio il mio approccio alla scrittura.
Non c’è niente che mi turba particolarmente e che non sia gestibile mettendolo in musica e parole. Per me la scrittura è una vera e propria terapia, che mi aiuta a farmi delle domande e ad avvicinarmi a delle risposte: anche se può capitare che vengano fuori delle verità un po’ scomode, per me sono proprio quelle per cui vale la pena cantare.
In ogni caso forse è vero che vivo intensamente quello che mi circonda, ma questo riguarda sia i momenti difficili che quelli belli. Mettendo a parole i momenti di felicità mi sembra quasi di de-sacralizzarli, un po’ come quando si vede un arcobaleno e si dice “guarda che bell’arcobaleno!”: automaticamente un po’ perde la sua bellezza perché viene ridotta a parole e si distoglie l’attenzione da quel momento (nel singolo “Alba” parlo proprio di questa cosa).
Questo EP è una sorta di biglietto da visita, cosa ci racconta di te a livello autobiografico (la gita in barca, per esempio)?
In tutte le canzoni ci sono degli episodi autobiografici che ho reinterpretato con un linguaggio un po’ onirico. In Tira e corri, ad esempio parlo di quando ho fatto parapendio per cercare me stessa sfidandomi nel fare tutte le cose che non avevo mai avuto il coraggio di fare (spoiler: la risposta ce l’avevo già, ma dovevo solo avere il coraggio di “buttarmi”). Tempio invece è una sorta di preghiera che nasce alla fine di una relazione e che ho scritto in un momento in cui sentivo che stavo perdendo di vista le cose per me importanti e che mi fanno stare bene. Da qui l’esigenza di recuperare il contatto con la natura e di usarla per interrogarmi e ritrovarmi.
Se avessi scritto quest’EP quest’estate, come sarebbe invece?
Probabilmente più afoso. Andando un po’ più nel dettaglio, nei testi probabilmente mancherebbero tutte le esperienze fatte in natura, quindi ci sarebbe uno sguardo più nostalgico. Per quanto riguarda la produzione forse sarebbe stata fatta a distanza o un po’ più di fretta, senza quella full immersion che io e Andrea Cattaldo (nati) abbiamo messo in tutta la fase creativa.
Com’è stato vivere a Milano per oltre due mesi senza concerti? E adesso?
Non è stata una passeggiata, i concerti (e in generale gli eventi) sono tra le cose che mi sono mancate di più durante la quarantena. Da questo punto di vista, adesso che iniziano ad esserci i concerti va meglio.
Ancora una volta. La domanda che avremmo dovuto farti ma che invece non ti abbiamo rivolto?
Cani o gatti? Cani, ma solo perché i gatti mi odiano.