Interview – Kleinbottle

É uscito mercoledì 8 marzo 2023 per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo (e secondo) singolo del progetto Kleinbottle, un duo di fratelli dalle influenze stratificate che toccano l’indie rock di matrice britannica ma anche l’estremo Oriente, come dimostra questo pezzo allo stesso tempo mistico e ricco di groove, grazie alla sua linea di basso e alla presenza di percussioni e strumenti a corda caratteristici dell’estremo Oriente. 

Immaginate, ogni qualvolta chiudete gli occhi, di non vedere solo quel buio che ben conosciamo, ma di scorgere un fiume di luce, che ci indica un percorso, ci ristora, rendendo l’oscurità attorno più accogliente (“cosy darkness…”), ma tutto ciò è positivo o no? Questa è la prima immagine che ci presenta il secondo singolo dei Kleinbottle “Light In The Eyelids“. 

Una delicata voce femminile, che canta in una lingua sconosciuta, ci catapulta in un’altra dimensione, sottolineando la natura mistica del viaggio e dell’ambientazione.  Purtroppo il cammino, senza meta, risiede nelle nostre “palpebre secondarie”, che si aprono solo chiudendo gli occhi, ossia solo fuggendo dalla realtà; ci fa sentire meglio, ma in esso ci stiamo perdendo.

Noi li abbiamo intervistati, cominciando come sempre dalle loro influenze musicali.

  1. Quali sono le vostre influenze musicali, c’è qualcosa che ascoltandovi proprio non ci aspetteremmo mai? 
  • Le nostre influenze sono davvero diverse, poiché ascoltiamo tanta musica diversa, dal pop al rock più crudo, dalla classica all’elettronica ecc. In passato il rock inglese anni ’90 e anni 2000, nelle sue varie sfumature ci ha ispirato tantissimo, ci ha accompagnato. Ultimamente artisti come Tycho e Bonobo ci hanno aperto un nuovo mondo, di paesaggi sonori, con l’uso dell’elettronica. Noi cerchiamo di miscelare acustica ed elettronica, creando paesaggi sonori e facendo leva su una determinata simbologia. Inoltre, ci piace miscelare mondo occidentale e orientale.
  1. Qual è il vostro rapporto con la cultura nipponica? Cosa vi ha portato a chiamare il vostro singolo di debutto “Cherry Blossom”? 
  • La loro cultura e la loro spiritualità ci affascinano parecchio. Ci ritroviamo molto nei loro concetti. Il brano nasce, appunto, da alcune lettere sulla simbologia giapponese. Per essa, il fiore di ciliegio rappresenta sia la bellezza della vita sia la sua caducità. 
  1. Chi di voi due ha curato il testo del pezzo? Vi siete mai confrontati sul significato del pezzo, oppure vi siete semplicemente fidati reciprocamente del fatto che la direzione era quella giusta? 
  • Prevalentemente se ne occupa  il cantante e pianista. Noi ci confrontiamo su tutto, ma vi è anche una buona dose di fiducia che è importante, soprattutto per quanto riguarda il testo. C’è rispetto per i “ruoli” che abbiamo nel duo, che dipendono dalle nostre conoscenze tecniche. Detto questo, ripetiamo, non manca mai il confronto che viene spontaneo, essendo fratelli e lavorando vicini. Non mancano le interferenze reciproche!
  1. Avete già avuto modo di portare “Cherry Blossom” live? Com’è andata?
  • Sì, ci siamo già esibiti con questo pezzo che nasce più di un anno fa. È andata bene? Speriamo di sì ahah.
  1. Quale domanda non vi ho fatto ma avrei assolutamente dovuto farvi? 
  • “Dobbiamo provare ad ascoltarvi?” Assolutamente si ahah!

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