Interview – Jigamma

É uscito venerdì 19 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo di Jigamma, un nuovo capitolo per l’alter ego musicale di Ginevra Gammanossi che racconta uno di quei momenti dove ci ritroviamo a fantasticare su uno sconosciuto: uno sguardo intercettato in treno, l’amore che dura il tempo di un viaggio. 

che ne so“, questo il titolo del brano, racconta in sintesi una delle storie d’amore più belle e intense, quelle che si vedono dei film, che finiscono subito ma che si caricano di potenziale, e con un cantautorato urban e inconfondibile, Jigamma ci regala un viaggio in treno, rigorosamente in ritardo, nella carrozza della sua testa, piena di pensieri e nuove ossessioni per chi, per caso, le chiede una sigaretta per ingannare l’attesa. 

Noi l’abbiamo intervistata, partendo come spesso facciamo dalle sue influenze musicali.

Quali sono le tue influenze musicali?

Allora io arrivo dal jazz che è stato ed è tutt’ora un mio grande amore, poi sicuramente anche il cantautorato: sono cresciuta ascoltando Dalla e i suoi testi mi hanno ispirata varie volte. Un artista italiano che mi ha indubbiamente plasmata è Venerus, adoro la sua attitude ed il fatto che sperimenti in tutto. Anche la musica sudamericana (da Piazzolla alla Bossa nova ecc..) mi ha sicuramente influenzata.

– C’è qualcosa che non ci aspetteremmo mai da quello che sentiamo?

In ogni pezzo ci sono dei riferimenti particolari, ad esempio in “che ne so” Dadi, il mio produttore, ha aggiunto dei suoni riguardanti l’ambiente della stazione e del treno stesso. Ci piace sperimentare da questo punto di vista e soprattutto ci piace il fatto che spesso i suoni che mettiamo riusciamo a riconoscerli solo noi. Inoltre mi piace inserire momenti improvvisati e modificarli giocandoci un po’, per esempio lo stacco di “Finché fa sera” è formato da una serie di accordi improvvisati e la mia voce che ci canta sopra (sempre improvvisando).

⁃ Cos’è cambiato con questo singolo, “che ne so”, rispetto al tuo passato musicale?

In realtà rimane perfettamente in linea con gli altri brani già pubblicati, con dei particolari introspettivi in più. Piano piano sto maturando musicalmente, questa cosa mi piace tantissimo e credo che si senta, o almeno si sentirà in futuro. Sto lavorando al mio primo EP e quella sarà la transizione ufficiale da musica un po’ più giocosa a brani molto più introspettivi.

⁃ Che cosa hai imparato del mercato musicale sinora?

Io e il mercato musicale per ora stiamo andando abbastanza d’accordo, sto attenta alle “bazzate” (come si dice in livornese), mi fido del processo diciamo, anche se sono super selettiva con le persone con cui lavoro, ma credo possa essere sia un pregio che un difetto. Quindi ti direi ne in su ne in giù, rimane lì (cit).

⁃ C’è qualcosa che proprio non ti sta bene?

Ho capito a malincuore che non bisogna farsi troppe aspettative, è un cliché ma è effettivamente una regola d’oro. Sono rimasta delusa varie volte perché pensavo di lavorare o poter lavorare con persone che stimavo, ma alla fine ho ricevuto solo porte in faccia. Questo non mi interessa per ora perché sono ancora ad un livello nel quale posso lavorare e fare le cose da sola, quindi va bene così. Però ecco si, non farsi aspettative.

⁃ Chi è Ginevra e chi è Jigamma?

Ginevra è Jigamma e non potrebbe essere altrimenti senza di lei, lo stesso vale per il contrario. Sono due parti unite che comunicano solo quando suonano o ascoltano musica. Nel mondo di Ginevra lo spazio per Jigamma c’è sempre stato. Un po’ come se fosse sempre stata lì, nel mezzo all’anima e questo la rende una parte integrante del mio essere.

⁃ E chi ha la meglio quando litigate?

Ahahah, sicuramente Jigamma, sarei ipocrita a dire il contrario. Jigamma pensa solo alla musica e non ha tempo ne voglia di litigare, Ginevra invece a volte riesce ad essere davvero pesante, quasi insopportabile.

⁃ Quanto c’è di autobiografico in questo brano?

Tanto, nel senso che mi trovo a mio agio a raccontare cose autobiografiche perché è ciò che vivo sulla mia pelle. Quello che racconto è un fatto realmente accaduto e quindi si, parla di me, però alla fine si riferisce a tutte quelle persone che sognano e che odiano i ritardi dei treni.

⁃ E quale domanda avrei assolutamente dovuto farti, e invece non ti ho fatto? In realtà erano tutte domande ganze alle quali ho risposto con piacere, forse mancava un “come stai?”.

⁃ E quale invece la risposta?
Avrei risposto: “carica, perché adesso viene il bello”.

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