Interview – International Washing Machines

Esce venerdì 17 settembre False Ipotesi, il nuovo singolo del progetto musicale solista di Matteo Scansani, International Washing Machines. False Ipotesi è un brano dove si intrecciano sintetizzatori, chitarre, batteria e basso, il tutto è accompagnato da una musica rilassante, onirica, ricercata. Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta.
 

False ipotesi è un brano che cerca di instaurare una connessione tra l’astratto e il concreto, tra il dettaglio e il generale, tra il razionale e il sentimentale. Nel brano, apparentemente non-sense, vengono ricreati degli scenari inusuali, sfruttati come metafore per descrivere un sentimento, una sensazione, le dinamiche di un rapporto, i moti degli esseri umani. Viene poi invogliato l’ascoltatore a tenere allenata l’immaginazione, fonte di ogni rivoluzione, venendo spronato a disegnare nella mente avvenimenti improbabili, assurdi. Il pezzo vede concludersi con un arrangiamento più dinamico, confusionale, che accompagna un monologo interiore che fa fronte alle leggi della società contemporanea.

  1. Partiamo con una presentazione di stampo classico: chi sei, da dove vieni, come descriveresti il tuo progetto artistico a chi ti scopre per la prima volta?

Ciao, io sono Matteo Scansani (in arte International Washing Machines) e vengo da Offagna, un piccolo paese in provincia di Ancona. Per chi mi scopre per la prima volta direi che il mio progetto musicale è un tentativo di uscire fuori dagli schemi, un risultato di continua ricerca, con delle sonorità particolari. Direi anche di dare attenzioni anche ai testi, che sono il fulcro di tutto il mio lavoro.

  1. Parliamo un podel tuo background musicale: quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e quali sono state le esperienze maggiormente rilevanti nel corso della tua formazione?

Gli artisti che mi hanno influenzato sono tanti in realtà: se proprio dovessi sceglierne alcuni direi Joy Division, CCCP e CSI, Vasco Brondi, Daft Punk, Tangerin Dream, Metronomy, Nirvana, La femme, Iosonouncane.  Le esperienze più rilevanti che ho fatto sono sicuramente l’organizzazione con altri artisti del posto di un festival homemade (che ha avuto solo un’edizione causa covid), la visione di uno dei concerti dell’ultimo tour teatrale de Le luci della centrale elettrica, l’aver conosciuto Eugenio Bordacconi, mio attuale produttore.

  1. Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto?

Ammetto che ho una visione tutta mia dei live e con questo metto le mani avanti (: Secondo il live perfetto è quello dove un’artista porta i suoi brani in parte rivisitati per la performance, senza che debba parlare e aggiungere troppe parole, sicuramente superflue, tra un brano e l’altro. I suoi brani devono parlare per lui. Il pubblico dovrebbe essere attento, concentrato su quello che succede sul palco: dipende naturalmente dal tipo di concerto, ma il modo secondo me per assistere bene ad un concerto è quello di restare in silenzio e fermi. È molto triste per alcuni, lo so, e ribadisco che dipende anche dal tipo di concerto, ma la vedo anche come una forma di educazione verso chi propone la propria musica. 

Inoltre in un live perfetto vedo anche qualche lettura tra un pezzo e l’altro, che funga da divulgazione di anche un altro tipo di arte, la letteratura, secondo me in stretto contatto con l’arte musicale.

  1. Quali sono, secondo te, i pro e i contro della scena musicale in Italia?

Sinceramente non so rispondere bene a questa domanda, forse perché non ho vissuto in prima persona ogni scena presente nel paese. Quello che vedo io, come pro, è che è in espansione la nicchia di chi cerca sempre qualcosa di innovativo e di diverso, di chi cerca di sperimentare, spesso con ottimi risultati. Il contro principale secondo me è l’omologazione che sta avvenendo tra la maggior parte di artisti, soprattutto emergenti: vedo molti artisti giovani, della mia età, che cercano di emulare qualcuno che sta più in alto di loro, non cercando di mettere del proprio in quello che fanno, parlando di cose che non hanno neanche vissuto.  E non parlo di un genere in particolare, questa cosa avviene in qualsiasi tipo di musica. Spero sempre in una svolta sotto questo punto di vista.

  1. Come è nata lispirazione per “false ipotesi” e qual è la situazione ideale per ascoltare questo tuo pezzo? E come mai tutto minuscolo?

“false ipotesi” nasce in un periodo di confusione e quasi totale apatia. Mi rendevo conto che più parlavo con i miei coetanei di argomenti riguardanti il futuro, più sentivo parlare di certezze e di programmi di vita già ben strutturato. Non c’è cosa più sbagliata che pensare al futuro come un dato certo: formulare delle ipotesi su fatti non ancora avvenuti le rende di conseguenza false. Forse non c’è una situazione ideale precisa per ascoltare questo brano: può essere in macchina mentre si parte per un viaggio, sul letto mentre ci si riposa, durante una sigaretta in solitudine sul balcone. Deve essere un momento introspettivo e solitario, poi il dove e il come non sono importanti.

Il titolo è tutto in minuscolo perché ad essere sincero scritto così mi dà un senso di eleganza e di ricerca, non chiedetemi il perché (: 

  1. Cosa puoi raccontarci del tuo disco in uscita?

Del mio EP in uscita posso dirvi sicuramente che è frutto di un lungo lavoro svolto insieme ad Eugenio Bordacconi. All’interno potrete trovare 6 pezzi ognuno scritto in  un momento diverso della mia vita, anche a un anno di distanza, e credo che questa cosa all’interno del disco si senta.  L’EP presenta un insieme musicale eterogeneo: quello che accumuna i brani sono i testi e il metodo di lavoro, che tutt’oggi uso ancora. Sicuramente i suoni che troverete all’interno sono diversi da quelli che si trovano nella scena musicale italiana del momento, come le stesse impostazioni. Per il resto quello che c’è da raccontare lo sentirete nell’EP.

  1. C’è una domanda che avrei dovuto assolutamente farti?

Che bella ma strana domanda. Non saprei che risponderti sinceramente, veramente, sono state delle belle domande quindi ti direi che non c’è una domanda che avresti dovuto farmi. Ciao (:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *