Interview – I Botanici
Tra l’estate e l’inverno del 2015, “Solstizio d’inverno” prende finalmente forma nella sala prove dei I Botanici, nella loro Benevento. L’uscita dell’album, avvenuta lo scorso 7 Aprile, è stato anticipata dal singolo “Magari si “, che ha subito raggiunto importanti ascolti. Il quartetto dichiara di essersi rapportato fin da subito con la musica in maniera molto spontanea e naturale e con quella stessa naturalità hanno dato vita al loro primo piccolo capolavoro.
Perché proprio il nome Botanici? Qualche rapporto particolare con la natura?
Nessun rapporto particolare con la natura almeno per quanto riguarda i contenuti. Per l’approccio al fare musica ti direi di sì in quanto il nostro è un approccio molto spontaneo e autentico sia per quanto riguarda la scrittura dei testi sia per la musica. Molte canzoni, come molte parole, sorgono in maniera spontanea quando meno te l’aspetti. La prima volta che ci siamo riuniti per decidere il nome della band avevamo una lista di mestieri tra cui il “botanico” . Ci è sembrato adatto a noi proprio per questo motivo. Non parliamo di piante ma ci ispiriamo a loro.
Ascoltando le vostre canzoni si riconosce un genere smarcatamente pop che riversa nell’emo, ho notato un carattere ben consolidato, da quanto tempo suonate?
I Botanici nascono all’inizio del 2015. Ognuno veniva da esperienze diverse e quindi da un diverso background musicale. Non ci riteniamo una band pop, ma sicuramente abbiamo elementi riconducibili al genere. In ogni caso non ci dispiacerebbe se così fosse. Non è una cosa che abbiamo scelto. Ci siamo messi a fare musica e poi ci siamo resi conto, come dici tu, che univamo un po’ il genere emo all’indie pop. Non è stata una cosa ricercata o pensata. È nato tutto in maniera spontanea, come le erbacce (difficili da estirpare). E va bene così.
Provenite tutti e quattro da uno stesso gusto musicale?
Veniamo tutti da gusti musicali diversi ma forse l’unico genere che proprio ci accomuna tutti è l’emo. Abbiamo avuto tutti il periodo in cui abbiamo ascoltato e suonato il genere. Siamo tutti e quattro abbastanza emotivi da questo punto di vista.
Quali sono gli artisti che vi influenzano di più?
Gli artisti che più ci hanno influenzato in questo progetto sono sicuramente alcuni dei gruppi indie contemporanei affini al nostro genere sia nell’emo che nell’indie pop e poi sicuramente alcuni dei gruppi emo degli anni ’90 e ’00 d’oltreoceano. Da citare: Mineral, Penfold, Braid, Sunny Day Real Estate, Christie Front Drive.
Avete aperto il concerto dei Fask, se poteste, quale gruppo vorreste per l’apertura di un vostro prossimo concerto?
Ci piacerebbe suonare con un po’ di gruppi come gli And So Your Life Is Ruined o i Quercia. Fino a poco fa eravamo quelli che solitamente aprivano quindi difficile risponderti. Ti direi piuttosto quali gruppi vorremmo aprirePer darti una risposta comunque al nostro release del disco abbiamo chiamato in apertura gli All My Teenage Feelings che sono un progetto interessantissimo di emo vecchia scuola americana Lo-fi. Ci sono piaciuti parecchio.
Cosa ha significato per voi l’uscita del vostro primo album?
Solstizio, il nostro primo disco, ha significato per noi un primo traguardo raggiunto, la prima pietra posizionata e speriamo di posizionarne molte altre. Dietro l’uscita di un disco ci sono tanti sacrifici e tanti sbattimenti che vanno anche oltre l’aspetto artistico e creativo. Quindi diciamo che ha significato tanto. Sicuramente una crescita dal punto di vista artistico e umano. Abbiamo imparato a convivere con le ansie.
Il momento più difficile e più divertente durante il lavoro del vostro primo progetto discografico?
Il momento più divertente è stato sicuramente quando siamo andati a registrare il disco. Quello più difficile, invece, il dopo, perché dovevamo trovare un’etichetta che decidesse di sposarlo. Fortunatamente Garrincha Dischi ci ha accolto nella famiglia e siamo felici di stare con loro. Non è scontato far uscire un primo disco con un’etichetta che ha un nome così importante nell’indie italiano quindi siamo super contenti di questo. Speriamo in un cammino insieme anche futuro.
Collaborate con un importante etichetta, secondo voi le opportunità di emergere come gruppo indipendente si sono alzate nel campo musicale italiano?
Sicuramente sì, anche grazie all’utilizzo dei social riesci ad arrivare a qualcuno o comunque riesci a farti notare. Ovviamente devi avere qualcosa da dire (perché qualcuno dovrebbe ascoltarmi?) e muoverti bene soprattutto. Stare sul pezzo è fondamentale. Sempre.
Di cosa parlano le vostre canzoni?
Di storie finite male, della quotidianità dei venticinquenni (età di transizione) di paure post adolescenziali, dell’incertezza del nostro tempo e il vuoto che ci troviamo ad affrontare. Si scrive fondamentalmente per riempire un vuoto.
Con chi vorreste fare un feat?
Ridendo ti direi Tommaso Paradiso. Non ci dispiacerebbe un feat con Contessa de I Cani o Jacopo dei FBYC. Per una cosa folle PopX.Ma comunque sarebbe bello e interessante farlo con qualche artista da cortocircuito.
Qual è la canzone a cui siete legati maggiormente?
“Senza di te” dei Gazebo Penguins, l’abbiamo suonata ovunque quando ancora avevamo pochi pezzi in scaletta e un po’ la sentiamo anche nostra. Ecco, ci sentiamo molto legati a questo pezzo.
Descrivetevi in una parola:
Botanici
Quali città italiane avranno l’opportunità di ascoltarvi dal vivo?
Una volta finite le date in casa, da maggio saremo:
05/05 Avellino – Tilt
11/05 Roma – Sparwasser
12/05 Milano – Linoleum
25/05 Bologna – Dynamo la velostazione di bologna
26/05 Bergamo -Polaresco
altre da annunciare quindi ce ne sarà per tutti soprattutto con la parte estiva del tour.