Interview: Halfalib

Abbiamo intervistato di persona Marco Giudici, in arte Halfalib, prima del suo concerto al Serraglio di Milano.

Halfalib comincia la sua carriera solista con Malamocco, e non solo propone uno dei dischi più interessanti e originali di questo momento, ma anche un live emozionante che merita di essere visto.

Il tuo album è una delle uscite che più mi ha colpita quest’anno, anche a livello emotivo. E un album non solo originale ed unico ma anche molto intimo ed onesto. Un disco impregnato di emozione e sentimenti contagiosi: commovente, catartico

 Spero anche divertente…

Si divertente anche! Percepivo di ascoltare qualcosa di molto personale e mi sono domandata quanto ti sia costato a livello emotivo.

E’ un album che mi è servito molto da un punto di vista personale.

L’obiettivo, che ho capito a posteriori, era di riuscire ad aprirmi ed essere fluido senza troppe infrastrutture. A livello sociale, per certi versi, c’è un po’ di inibizione e alcune cose restano dei taboo. Da cose molto disimpegnate ad altri aspetti più legati di te stesso, ti esplori e ti confronti.

Quanto credi ti abbia influenzato laver suonato molto in giro con gli Any Other?

Non mi era mai capitato né di fare una cosa in modo così continuativo né di non essere al centro dell’attenzione. Mi ha fatto benissimo, ho imparato molto. E poi siamo sempre stati molto uniti da subito, ho ancora molta voglia di rifarlo appena appena ci sarà un disco.

Passiamo ora alle influenze. Eun album, come detto prima, che è ricco di sfumature. Mentre ascoltavo Malamocco ho pensato, ad esempio, a Fetus di Battiato. Sbaglio?

Si! C’è anche un sample di “Fetus”, dal pezzo omonimo.

Per quanto riguarda le influenze in generale, i primi 4 dischi di Battiato sono i suoi miei preferiti. Poi Fetus è quello più naif, direi più umano. Questo è il riferimento forse più grande dal punto di vista concettuale. In particolare quel disco mi piace che sia molto frastagliato.

Poi mentre lo stavo finendo ho sentito per la prima volta “Rock Bottom” di Robert Wyatt.

La coincidenza assurda è che Rock Bottom, Robert dice di averlo scritto nei pressi di  Venezia..

Vero! Poi c’è un disco dei The Caretaker “An Empty Bliss Beyond This World” che ho ascoltato molto. Un altro che mi era piaciuto da morire è “Piano Nights” dei  Bohren & der Club Of Gore, un trio che fa robe jazz molto oscure. Quel disco è bellissimo..

Adesso hai cominciato il tour per Malamocco. Com’è suonarlo live? Il rapporto con il pubblico?

Mi sento molto tranquillo a suonare questo disco. E’ molto bello perché quando finisco il live mi sento sempre felice. Sto bene e questa cosa è nuova per me.

Quando facevo le date per Any Other provavo questa sensazione ma in modo diverso perché le canzoni le scrive Adele. Mi emozionavo però le canzoni parlano di lei, della sua vita.

Invece all’inizio ero preoccupato dall’idea di farlo perchè avevo paura di prendermi malissimo o di non volerlo fare più. E invece no, è bello.

Il live è abbastanza breve, tutto senza pause, e devo dire che mi sto divertendo.

Parlando invece di scena attuale in Italia? C’è qualcosa di interessante secondo te?

Ci sono delle cose legate alla psichedelia, la musica con cui sono cresciuto -quindi anche un po’ stufato- ma ogni tanto ci ritorno. Quindi qualcosa legata a quei circuiti. C’è Maurizio Abate che mi piace molto, è un chitarrista che suona robe strumentali o con l’acustica o con l’elettrica, è molto personale.

Poi ci sono i C+C=Maxigross che ultimamente stanno collaborando con un musicista di Los Angeles (Miles Cooper Seaton) e si sono rigenerati.

Li ho ascoltati qui (Associazione Serraglio Milano ndr) e hanno un live bellissimo,

Ora con Miles (Cooper Seaton) stiamo producendo insieme il disco di Tobia dei C+C da solista (Tobia Poltronieri ndr). Mi sta stimolando molto.

Per la scena internazionale?

Noname, poi i big come Kendrick Lamar (“Untitled Unmastered” mi è piaciuto moltissimo), poi l’ultimo pezzo di Kamasi Washington che trovo bellissimo, I Badbadnotgood.

Oppure il disco di Frank Ocean.

Sono in un momento in cui non sto ascoltando robe particolarmente di nicchia, comunque mi piace questo periodo per la musica in generale.

Quando hai iniziato a scrivere e comporre il tuo disco, ti immaginavi questo? Sei soddisfatto del risultato finale?

Si, immaginavo esattamente questo. Adesso sono tutte robe passate e sono distaccato.

Credo che mi abbia fatto bene farlo, mi sento cresciuto come persona.

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