Interview: Francesco Luz
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Francesco Luz, che ha di recente pubbliato un nuovo singolo dal titolo Surf.
Scegliere di evitare le “ondate” dell’esistenza significa rinunciare anche alle passioni; il surf, quindi,viene cantato e descrittocome allegoria –ironica,eppure efficace -degli strumenti per gestire il quotidiano. E quindi ecco “SURF”, nuovo brano di FRANCESCO LUZ, una canzone che, tramite immagini metaforiche, parla di amore e bellezza, mostrando come con la tavolada surfl’onda si trasformada minaccia apura ebbrezzae offrendo all’ascoltatore un’istantanea densa di coraggio ed equilibrio.
Ecco cosa ci ha raccontato!
- In che modo il surf e la vita quotidiana ci danno la stessa sensazione?
Inizio dicendo che non ho mai fatto surf in vita mia! Il fare surf del mio ultimo singolo è una metafora sul fatto che per tutta la vita cerchiamo di stare in equilibrio tra il bene ed il male, tra quello che ci piace e quello che non ci piace e l’equilibrio è fondamentale in amore. Surf è una canzone d’amore e se in amore si impara bene a stare in equilibrio il gioco è fatto - Chi è Francesco Luz quando non suona, e cosa farebbe invece?
Luz quando non suona fa un sacco di cose! Luz quando non suona fa il papà, fa il marito, fa l’amico, fa da mangiare… Se non suonassi, francamente non so cosa farei - Come sei entrato in contatto con Ari Takahashi? Com’è stato lavorare con lui?
sAri lo conosco da circa 6-7 anni. Io avevo uno studio di registrazione a Trastevere, a Roma e lui veniva ogni tanto col suo gruppo a fare le prove. Scopersi che oltre ad essere un bassista era anche un tecnico del suono, fotografo, montatore e regista. Quando ho avuto bisogno di girare il mio primo videoclip ho subito pensato a lui ed il risultato è stato sorprendente al punto che abbiamo vinto due premi come miglior video musicale in due film festival indipendenti di Londra e New York. I successivi 2 videoclip che abbiamo girato hanno ricevuto due importanti riconoscimenti in altrettanti fil festival indipendenti (Los Angeles e Berlino) ed il video di “surf” è fresco di nomination al Montreal independent film festival! - Se proprio dovessimo incastrati in un genere, quale sarebbe?
Questa è proprio una domanda difficile… nel mio primo album c’erano 8 canzoni di 6 generi diversi! Ho iniziato ascoltando musica rock tanti tanti anni fa, per poi passare al pop, ai cantautori e poi la disco dance, il blues, il prog, ascolto musica classica e qualche volta il jazz e quando ho iniziato a suonare principalmente suonavo pop e rock degli anni 60,70,80,90 e 2000. Surf credo sia un pezzo che può definirsi un po’ rock, un po’ indie e un po’ cantautoriale, quindi al momento direi che suono un genere che è un mix di rock, indie e cantautoriale - Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Mah vediamo; tutto quello che ascolto mi influenza. Dai vecchi amori come Queen, Beatles, Pink Floyd, alla musica italiana, a cose un po’ più ricercate come Mahavishnu Orchestra, Oregon e Weather Report (forse questo non ve lo aspettavate..?) - La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Perche ho deciso di fare una canzone in italiano dopo aver pubblicato un album in inglese. Per fortuna non l’hai fatta!