Interview: Eugenia Martino
Lei si chiama Eugenia Martino ed è una cantautrice di Roma. O meglio, più autrice che cantante. A partire da venerdì 11 dicembre è disponibile su tutte le piattaforme digitali per L’Altra Metà SRL prod. Mogol/Massimo Satta il suo singolo d’esordio dal titolo E allora. Si tratta di un brano autobiografico in cui Eugenia racconta la propria evoluzione personale da bambina emarginata, perché percepita come diversa, a donna forte e fiera della propria identità. È un pezzo che ci ha colpiti molto per la qualità del testo e per la sincerità con cui Eugenia si è messa a nudo, così l’abbiamo intervistata per saperne qualcosa di più.
- Ciao Eugenia e benvenuta su Indie-Roccia. Come prima cosa ti chiediamo di presentarti ai nostri lettori che sentono parlare di te per la prima volta.
Sono una cantautrice, meno cantante e più autrice. A 20 anni volevo fare la rockstar poi ho capito che la vera felicità che mi derivava dalla musica la trovavo solo dopo aver scritto una canzone che non dovevo necessariamente cantare. Chiaro che in questo disco ci sono storie personali che ho preferito interpretare personalmente.
- Una bambina tutta seria, in un bosco autunnale, tiene un pallone da calcio sotto un braccio, e nell’altra mano tiene al guinzaglio un immenso leone: che cosa vuoi comunicare con la copertina di E allora?
Da piccola ero una bambina un po’ bullizzata perchè volevo solo giocare a pallone e negli anni 80/90 era una cosa impensabile per una femmina. Mi escludevano dalle feste, dai gruppi di bambine, eppure dentro di me c’era un leone. Sì, soffrivo un po’ le offese ma è come se dentro avessi avuto una grossa forza che non mi faceva dubitare dei miei sogni.
- Come ti sei avvicinata alla musica e come è scattata in te la scintilla che ti ha fatto dire “io da grande voglio essere una cantautrice”?
Mia mamma a 4 anni mi regalò il CANTA TU. Il mio primo istinto non fu quello di prendere il microfono, ma andai in camera dicendo “scrivo una canzone così posso cantare”. È un ricordo nitido che mi fa ancora sorridere.
- E allora è un singolo di un’autenticità disarmante e attraverso il tuo racconto vediamo tutto il tuo percorso di crescita ed evoluzione da bambina, adolescente e adulta. Che consiglio daresti a tutti quei giovani che, come è capitato a te, si sentono “diversi” rispetto ai propri coetanei?
Si può convivere con tutti se ci si accetta dentro. Al liceo le mie compagne avevano già i tacchi e io giravo con la maglia di Baggio come se fosse stato il più bel vestito del mondo. All’inizio ridevano poi mi vedevano così sicura che hanno cominciato a parlarmi e non ero più una cosa strana, ero solo una cosa diversa che ci poteva stare. Ai giovani diversi dico che bello! Mescolarci è una cosa bellissima.
- Che cosa ascolti quando non sei impegnata nella creazione di qualche tuo nuovo pezzo?
Un sacco di rap Club Dogo, Fibra, Sangue misto, poi un sacco di Springsteen, Vasco, Tracy Chapman, Battisti.
- Hai mai pensato di prendere parte a qualche talent show?
Sì a 23 anni provai X FACTOR. Era la seconda edizione, volevo conoscere Morgan!
- Prossimamente uscirà il tuo album d’esordio. Ci dai qualche anticipazione?
Sarà come un libro di storie, una diversa dall’altra, si mescolano tanti mondi e tanti personaggi.