Interview: Dianime

Attive dal 2014, le Dianime tornano dopo un bel periodo di assenza e un cambio di line-up, ora totalmente al femminile, con un nuovo singolo Risposte, un nuovo capitolo sull’incomunicabilità, sulle risposte mancate, che vanta la produzione artistica di Marco Di Nardo (del Management Del Dolore Post Operatorio). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro.

Presentate il vostro progetto a chi non vi conosce ancora?
Sara: Emotività e nostalgia in musica, raccontate con parole di consapevolezza. Un vortice di sound che mischia il rock con l’elettronica e ti trascina nel suo universo intimo da decifrare.
Stefania: Ciao a tutti, siamo i DIANIME una band di Pescara con una infinita voglia di esprimere tutto ciò che siamo attraverso la musica. Mi piace definirci un mix di esplosioni, umori e “rumori”.
Cristina: Cosa posso aggiungere? Tutto ciò che non sappiamo esprimere lo trasformiamo in musica. Facciamo per te se ami l’elettronica, il rock e le paranoie.

Come siete entrate in contatto con Marco “Diniz” Di Nardo?
Com’è stato lavorare con lui? Aneddotti dallo studio?
Sara: Personalmente non lo conoscevo, è stata una scoperta della band. Potrei descriverlo in 3 aggettivi: posato, essenziale, professionale. Lavorarci insieme è stata un’esperienza bellissima nella sua particolarità.
Stefania: E’ stata una bellissima esperienza anche perché i Management sono una band che abbiamo sempre seguito e stimato. Lavorare con Marco è stato davvero soddisfacente, ci siamo sentite subito a nostro agio e ci ha dato consigli davvero preziosi. Io personalmente ho appreso davvero tanto da lui, considerando che lavoro sulle pre-produzioni dei nostri brani.
Cristina: Qualche tempo fa ho avuto occasione di conoscere il project manager di MArteLabel che, dopo aver ascoltato un paio di nostre canzoni, ci suggerì il nome di Marco per una collaborazione artistica. Avevamo già diverso materiale su cui lavorare, Risposte era stata scartata dalla nostra formazione precedente, ma sentivamo che c’era del potenziale. Così, per toglierci il dubbio, abbiamo mandato a Marco tre brani, facendo scegliere a lui quello su cui avremmo lavorato insieme. Lui ha scelto proprio Risposte! Lavorare con lui è stato molto bello, ci siamo fidate delle sue scelte e siamo molto felici del risultato finale. E poi ci ha portato in un posto molto suggestivo, l’ex Convento delle Clarisse di Caramanico (PE), che l’associazione culturale Rete/2 ha trasformato in una residenza artistica. Se vi capita, date un’occhiata al sito di ControConvento.

Esistono altre band rock tutte al femminile? Quali?
Sara: Tutte completamente al femminile inedite, attuali, non mi sovvengono.
Stefania: Sicuramente, ne ho viste alcune tramite i social ma al momento mi sfuggono i nomi. Il problema è che spesso sembra non ci prendano sul serio e questo è davvero snervante. La donna viene spesso associata ad altre cose come se la musica fosse una cosa solo per uomini (non so per quale assurdo motivo). Dalla donna ci si aspetta sempre la perfezione. Credo che sia anche questo il motivo per cui non ci siano molte band al femminile.
Cristina: Io sono una fan sfegatata delle Bambole di Pezza, ma purtroppo non suonano più da un po’. In Abruzzo abbiamo le Wide Hips che picchiano forte. Poi mi vengono in mente le Maneaters, con cui abbiamo condiviso una data in Puglia, e le I Scream dalla Toscana.

Avete suonato parecchio in giro, anche con parecchie aperture, la band o artista che vi ha rubato il cuore? A quando un featuring? Quale sarebbe quello perfetto per voi?
Sara: Parlo per me e dico proprio il Management. Aprimmo il Rockascalgna Festival qualche anno fa e furono l’ultima band a salire sul palco. Adrenalina ed istinto puro, la personalità del Management è qualcosa di molto unico.
Stefania: Abbiamo suonato un po’ in giro, ma vorremmo ottenere molto molto di più, quello che abbiamo fatto finora è abbastanza ma vorremmo avere più spazio per far conoscere la nostra musica. Non abbiamo limiti, arriveremmo a suonare pure in Groenlandia! Credo che l’arte se la si fa con amore (come è giusto che sia) non ha confini. Ci piacerebbe molto fare un featuring con un artista diverso da noi. Ci piace sperimentare, conoscerci di più, riconoscerci e mischiare la nostra personalità insieme a quella degli altri. Ci piacciono le cose bianche e nere o quelle indecifrabili.
Cristina: Ogni apertura ci ha lasciato qualcosa, è una fortuna poter entrare in contatto con artisti che stimiamo. I Blastema qualche giorno dopo il concerto ci fecero sapere con un post sulla loro pagina che il nostro EP era il loro “disco furgone della settimana”. Il loro tastierista, Michele, ha addirittura contribuito alla campagna di crowdfunding che abbiamo lanciato per finanziare il disco. È stato un gesto davvero molto bello. Per quanto riguarda un possibile featuring, assolutamente Maria Antonietta o La Rappresentante di Lista, con cui sono in fissa perenne.

In definitiva di cosa parla Risposte? É un brano triste?
Sara: Risposte contiene tristezza, desiderio di rivalsa, consapevolezza delle proprie debolezze. È un po’ lo specchio della nostra coscienza. Con tutti i suoi difetti
Stefania: Delle discussioni che non portano a nulla di utile. Solitamente quando ci si confronta si giunge ad un cambiamento e questo è sempre positivo, ma in questo caso il conflitto ha lasciato solo un vuoto dentro, un senso di smarrimento.
Cristina: Risposte è una fotografia di una di quelle discussioni in cui l’altro non ascolta, non cerca la verità, ma solamente ciò che vorrebbe sentirsi dire e rafforzare, così, le sue convinzioni. Non c’è un dialogo costruttivo, ma un urlarsi addosso secondo i propri pregiudizi.

Qual è la vostra formazione musicale? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Sara: Il mio bagaglio musicale si è sempre nutrito di qualsiasi genere, a causa di un istinto naturale ad assorbire, conoscere, approfondire praticamente qualsiasi cosa.
Stefania: Io vengo dal punk e dal grunge, influenze che nei primissimi pezzi si sentivano tantissimo. Poi ho iniziato ad ascoltare tanta musica elettronica, cosa che in passato non avrei minimamente considerato.
Cristina: Ho sempre ascoltato tantissima musica, nella mia playlist puoi trovare di tutto. Persino un insospettabile Sfera Ebbasta (ma solo Madmoiselle, eh!). Ho un passato da dark/emo tipico dell’adolescenza, passavo le ore a cercare le band più strane su internet. Ad esempio, per un periodo ho seguito una band che faceva black metal in siciliano. Poi sono guarita.

Cosa c’è nel vostro futuro?
Sara: Non mi pongo domande sul futuro, tutte le volte che ci ho pensato troppo o l’ho voluto “programmare”, i piani hanno optato per una devastante anarchia d’intenti.
Stefania: Oltre a questo singolo ne uscirà un altro a breve e poi l’album entro la fine di questo anno. Stiamo lavorando sugli ultimi pezzi e poi finalmente faremo un po’ di date in giro per l’Italia.
Cristina: Abbiamo tanti progetti. Sicuramente vogliamo portare a termine il disco, soprattutto per rispettare l’impegno preso nei confronti delle persone che hanno contribuito alla campagna di crowdfunding per realizzarlo. E poi vogliamo portarlo sui palchi, naturalmente.

La domanda che non vi ho fatto ma che avrei dovuto?
Sara: Tutte quelle che non ci hai fatto :’D
Stefania: Mmmh, “perché avete deciso di fare musica?” E avrei risposto che altrimenti non saremo in grado di accettare i nostri conflitti. Devo ammetterlo, non siamo proprio persone semplici e sono sicura che se non avessimo avuto la musica come “compagna” fedele di vita saremmo già fuori dal mondo. La musica non aiuta a dimenticare i ricordi e le cose difficili della vita ma ad esorcizzarle, santificarle. Un po’ come fare una preghiera prima di addormentarsi, ci fa sentire al sicuro.
Cristina: Non saprei. Ma per fortuna non ci hai chiesto “come mai una band di sole ragazze?”.

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