Interview – Dezebra

Abbiamo scambiato due parole con il cantautore Dezebra. Questo è stato il risultato della nostra chiacchierata in occasinoe dell’uscita del suo ultimo singolo “Sioux”

1) Ciao Dezebra, piacere di conoscerti, raccontaci come nasce il tuo progetto.

Il progetto nasce nel 2018, con la voglia di intraprendere un nuovo percorso musicale. Dopo molte esperienze in diverse band ( sono ancora attivo anche con la mia storica formazione, gli Züth! ) e come autore, avevo voglia di raccontare e di raccontarmi in maniera differente, collaborando con persone nuove in studio e sul palco.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che collaborano e hanno collaborato con me in questo progetto. Attualmente lavoro con Max, Luca, Mattia e Linda ( Lilinanna ). Dezebra è un cantautore che vuole raccontare la propria generazione, la “Generazione X” alle nuove generazioni, compresa l’ultima, la “Generazione Screenagers”. Il progetto nasce per offrire al mondo che sta arrivando un punto di vista differente e contenuti e messaggi positivi, ne abbiamo bisogno.

2) Quali sono le tue influenze musicali che più hanno plasmato la tua musica?

shoegaze, indie pop, lo-fi music.Ho ascoltato molti artisti e dischi a partire dagli anni ‘50 ad oggi. Ho ascoltato musica beat, surf music, blues, country, folk, progressive, elettronica, musica sperimentale. Negli ultimi 20 anni ho concentrato i miei ascolti su determinati artisti e sui dischi che per qualche motivo attraggono la mia attenzione. Fare un elenco è difficile.

Mi piacciono molte cose, mi piacciono i Beatles, Nick Cave, Lou Reed, Pink Floyd, Joy Division, Cure, Siouxsie and the Banshees, Duran Duran, Slowdive, Pulp, The Divine Comedy, Sonic Youth, Talking Heads, Television, The Strokes, Vampire Weekend, Protomartyr, Fuzztones, Blonde Redhead, Serge Gainsbourg. Tra gli italiani: Battiato, Luigi Tenco, Battisti, De Gregori, Piero Ciampi, Faust’o, Gianluca de Rubertis, Litfiba, Diaframma, Area, Marlene Kuntz, Üstmamo, Delta V, La Crus, Baustelle. Ovviamente ho citato solo una piccolissima parte di quello che ascolto. Conduco da 7 anni un programma radiofonico in una web radio, il programma è dedicato alla musica indipendente, underground, autoprodotta e questo mi permette di essere sempre aggiornato sul panorama musicale attuale e sulle novità. Nel panorama indipendente ci sono molti artisti validi. Sicuramente tutti questi ascolti mi hanno aiutato e avranno in qualche modo influenzato la mia scrittura, le strutture che utilizzo per le mie canzoni, certi suoni e gli arrangiamenti. Sono anelli di metallo che si sono agganciati alla mia catena.

3) Con chi ti piacerebbe collaborare?

In quel periodo lavoravo con gli Züth! e ci assegnarono il “restyling” di “Resta”, brano che apriva l’album “17Re” uno dei dischi italiani più belli di sempre.Con gli Züth! ho collaborato anche con Georgeanne Kalweit e Gianluca de Rubertis, due grandi artisti, due persone splendide. Con questo progetto solista mi piacerebbe un featuring con Taylor Swift, ma deve cantare in italiano, figo no? Sarebbe bello anche con Lady Gaga, Sia, Lana del Rey.

4) Parliamo del tuo ultimo singolo “Sioux” come è nato e cosa ti ha ispirato maggiormente.

Volevo parlare di occhi bassi, sguardi furtivi, visi che arrossiscono. Nella seconda strofa parlo di una festa in maschera. Ci sono laser fuxia, c’è musica di merda nella playlist di un DJ e ci sono alcolici che non renderanno più disinibiti i due protagonisti. Volevo parlare di romanticismo, di timidezza, di sogni. “Sioux” è una margherita da sfogliare, in un “m’ama – non m’ama” che non scioglierà i nostri dubbi. “Sioux” siamo noi, da soli, con quel maledetto dubbio di non averci provato sempre pronto a devastarci l’anima. “Sioux” è un inno al romanticismo e alla timidezza, elementi ormai scomparsi nelle relazioni moderne.


Oggi sembriamo tutti latin lover, protetti dallo schermo di uno smartphone ma

in un mondo reale e senza tecnologia accadrebbe ciò che accade nella storia di questa canzone. È una storia che racconta il modo in cui approcciavano quelli della mia generazione. Come ho già detto, sono un cantautore che racconta la “Generazione X” alla “Generazione Screenagers”. Le sonorità attingono dalla lo-fi music e dal bedroom pop.

È una ballad alt-pop caratterizzata da percussioni non convenzionali, glockenspiel, microsynth e un leggero noise di sottofondo.L’armonia si regge sulla chitarra acustica.

Volevo ringraziare anche Maria ed Emanuele che sono i protagonisti della foto che mi hanno regalato e che è diventata la copertina di “Sioux”. Si tratta quindi di uno scatto durante una vera festa, mi è sembrata perfetta per questa canzone.

5) Come vedi il panorama musicale attuale?

Documentarsi, scoprire nuovi generi, ascoltare nuovi artisti, nuove canzoni è fondamentale.Ci vuole curiosità e condivisione. Bisogna scavare nell’underground.

Oggi la facilità di produzione dei brani ha portato ad una immensa quantità di uscite discografiche, dobbiamo essere in grado di selezionare il meglio in questa giungla.

Da tempo abbiamo il problema dei dischi in formato fisico che non si vendono e le piattaforme digitali come Spotify che non garantiscono guadagni.

Sul fronte dei concerti bisognerebbe fare di più, mancano gli spazi ed è sempre più difficile per i più giovani e per artisti meno noti trovare date nei locali e nei festival.

Io obbligherei ( con una legge ) le radio mainstream a trasmettere il 40% di musica indipendente prodotta nel proprio Paese.

Abbasserei le tariffe per organizzare i concerti in un piccolo club o in piccoli locali che davvero vogliono organizzare musica live nei propri spazi.

Abbasserei i prezzi dei biglietti dei concerti.

Investirei sulla scuola creando corsi di musica seri, corsi di canto, di strumenti, di produzione musicale. La musica è cultura e va sostenuta in ogni ambito.

Servono investimenti e idee.

Nessun governo ha fatto qualcosa di buono. Il Nulla cosmico. Manca la volontà.

Se sosteniamo la Musica alzeremo l’asticella della qualità, sia in ambito live che nelle produzioni in studio. La musica è uno strumento importante anche a livello sociale, sostenendola ci ritroveremo in un Paese migliore.

6) Quali sono i tuoi progetti futuri?

Spero anche di proseguire la mia attività con il mio programma radiofonico insieme alle mie colleghe Raffaela e Cinzia.

Continuerò a scrivere canzoni, non solo per me ma anche per altri artisti, come faccio da molti anni ormai.

Scrivere canzoni è la cosa che amo di più.

Sono un autore e gestisco la mia piccola label indipendente ,la Gorilla Dischi.

La cosa più importante per me è lavorare all’ album d’esordio di Dezebra, ho già tutti i brani, spero di farvelo ascoltare nel 2025.

Grazie ancora per questa piacevole chiacchierata.

Un grande abbraccio allo staff e ai lettori di Indie-Roccia.

Dezebra

Lorenzo D’Antoni <lorenzodantoni@gmail.com>12:21 (7 minuti fa)
a me

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