Interview: Davide “Depo” de Polo (per In A State Of Flux Fest)

I più nostalgici (come il sottoscritto) lo ricorderanno per essere stato il bassista dei gloriosi Soon, chi invece si occupa più del presente, sa bene che Davide de Polo (detto ‘Depo’) è il leader dei popedelici Mystic Morning. In questa chiacchierata però vogliamo anche mostrare un lato più “organizzativo” del nostro, che si sta prodigando nel mettere in piedi un vero e proprio festival shoegaze itinerante: In A State Of Flux Fest. La prima serata è prevista il 15 ottobre al LoFi Club di Milano, con The Mystic Morning, Stella Diana e In Her Eye: per chi “ama guardarsi le scarpe” è una di quelle serate che definire imperdibile è poco. Sta di fatto che ci è venuta voglia di fare alcune domande al buon Depo in merito al Festival, ma non solo, e lui ci ha gentilmente risposto…

Ciao Depo, come stai? Prima domanda che pare ovvia, ma sotto sotto non lo è: mettere in piedi una serata come questa all’insegna dello ‘shoegaze made in Italy’ è il segnale concreto che questo genere ora, anche da noi, deve prendersi la visibilità che merita? E’  arrivato questo momento?
Io tutto benone ! grazie !! Direi che questo è un momento molto fiorente per lo shoegaze, nostrano e di oltre manica. Vediamo sempre più reunion delle band storiche del genere (My Bloody Valentine, Ride, Lush, Swervedriver ) e sempre più giovani band nascono un pò in tutto il globo sotto l’influsso delle chitarre distorte e riverberate.
Dopo vent’anni siamo arrivati anche in Italia al momento di raccogliere i frutti dei semi lasciati dai nostri eroi d’albione nei primi anni novanta.Ci sono tante realtà musicali che si muovono nell’underground con questo tipo di suono e il Flux Fest vuole essere un mezzo di aggregazione e di promozione di band con un comune campo d’azione musicale .

Al di là dei Mystic Morning, la tua band, mi piacerebbe sapere come e perchè hai chiamato gli Stella Diana e In Her Eye.
Tra noi, Mystic Morning era da un pò di tempo che avevamo in mente di organizzare un festival come questo. Ad agosto mi manda un messaggio Dario degli Stella Diana dicendomi che sarebbe passato da Milano a presentare il suo romanzo alla fiera del libro, buttandomi li l’idea di organizzare una serata assieme. Cogliendo la palla al balzo contattato il LoFI ed ecco che nasce In a state of FLUX FESTIVAL. La scelta degli In Her Eye: io li conoscevo e apprezzavo soprattutto tramite le loro varie partecipazioni alle compilation del The Blog That Celebrate Itself e poi sono i nostri nuovi compagni di saletta e fratelli di feedback degli Stella Diana.

Certo che già dal manifesto ci vuoi prendere per la gola: il richiamo a Nowhere dei Ride nello sfondo dietro ai nomi delle band mi ha fatto sobbalzare…
Grande Ricky da bravo oldskool shoegazer hai colto i riferimenti nella locandina!!!

Con i Mystic avete fatto una deliziosa cover di Never degli immortali House Of Love, com’è nata l’idea di mettere mano a quel brano? Tra l’altro anche i vostri compagni di serata non scherzano con le cover, penso a Cure o Boo Radleys.
Per la cover degli House Of Love ci ha contattato Renato Malizia del Blog That Celebrate Itself…abbiamo scelto Never perchè suonarla dal vivo è una bomba ed è sempre presente nei nostri set. Adoro anche la cover che gli In Her Eye hanno fatto di Chelsea girl dei Ride.

Nonostante l’NME ogni tanto si cimenti nel recupero del termine ‘brit-pop’, c’è da dire che spesso quella parola fa un po’ storcere il naso (a torto a mio avviso). La parola ‘shoegaze’ invece, sopratutto all’estero, ma non solo in UK, penso anche all’America che forse più dell’Inghilterra stessa ha mantenuto vivo il genere dopo gli anni ’90, ha sempre avuto una cnnotazione positiva. E’ una questione di approccio? Di sensibilità? Shoegaze come musica per il cuore e brit-pop solo per divertirsi?
A me i due generi piacciono entrambi, dipende dai momenti emozionali che sto passando, direi che lo shoegaze è per lenire l’anima e il “brit” per dar luce al cuore.

Fra tutte le band shoegaze o dream-pop tornate alla ribalta ultimamente quale ti sta più a cuore?
Sicuramente i Ride. Li ho rivisti l’anno scorso a Victoria Park a Londra: in prima fila sotto il palco, come vent’anni fà, cantando tutte le canzoni a squarciagola

Quali sono i progetti per i Mystic Morning dopo la serata milanese?
Allora, i primi di novembre entriamo in studio per un nuovo singolo a cui seguirà un video e il 28 novembre apriremo il concerto dei londinesi SULK al Serraglio di Milano .

Depo, vent’anni fa usciva un disco che ti ha visto protagonista: Scintille dei Soon. Hai qualche ricordo legato a quell’album che tutto sommato non ti andrà mai via?
Tanti ricordi: le registrazioni di Scintille col team di produzione inglese ,l’infinito tour promozionale, il concerto soldout del primo maggio al Tunnel di Milano, ma uno dei ricordi più divertenti è quando abbiamo chiuso, per disguidi organizzativi, il Beach Boom Festival di Iesolo dopo l’industrial band dei Ministry che era headliner.

Grazie ancora! Con quale brano possiamo chiudere la nostra chiacchierata?
Direi di chiudere con Fade Into You dei Mazzy Star o una canzone qualsiasi dal nostro Ep ‘Falling Like’

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