Interview: Bounce Back
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Bounce Back, duo di Milano che ha di recente pubblicato un nuovo singolo dal titolo Freedom March, una canzone che si erge a grido di battaglia e di vittoria contro la propria “ombra”. Ritmato, musicalmente variegato e senza pause. Punto di svolta della narrazione complessiva dell’album di prossima uscita, Freedom March racchiude il cuore del concept: la riscoperta della purezza, della dolcezza, dell’essenza della vita sono le armi più potenti contro le tenebre, dentro e fuori di noi.
Ecco cosa ci hanno raccontato!
Ciao ragazzi, partiamo dalle basi: che cosa significa il vostro nome?
Ciao a tutti e grazie per l’intervista. Significa guarire, riprendersi. E’ un nome fantastico, letteralmente significa “rimbalzare indietro”, ma troviamo che l’azione fisica del rimbalzare indietro rispecchi perfettamente il concetto di ripresa. Se immaginiamo una pallina che rimbalza a terra, il punto di contatto col terreno è quello più basso della traiettoria di caduta, ma anche, nello stesso tempo, il primo di risalita. Quando la pallina tocca il terreno, essa perde parte della sua energia; in senso figurato ogni momento buio, il più basso, si porta via una parte di noi, ma a quel punto inizia la ripresa. Se abbiamo lasciato cadere la pallina a terra, senza imprimere nessuna forza, essa risalirà in alto raggiungendo un punto massimo inferiore a quello di partenza, ma se abbiamo impresso forza verso il terreno, ecco che la pallina potrà tornare almeno allo stesso livello da cui l’abbiamo lasciata cadere, se non andare più in alto. In sostanza, come e quanto risalire, dipende da noi.
Qual è la storia dei Bounce Back? Come vi siete conosciuti?
Siamo nati ad inizio dell’estate 2019, su un gruppo Facebook per musicisti. Avevamo voglia di esprimerci con qualcosa di nostro, che venisse da dentro. Subito abbiamo condiviso l’idea di vederci, scrivere, impegnarci. E’ nata una amicizia, un album e qualsiasi cosa il futuro ci porrà davanti.
Siete fan delle formazione a due? Se sì, quali? (Non so, mi vengono in mente i The White Stripes, The Black Keys, Daft Punk, Paola e Chiara…)
In realtà vogliamo aggiungere componenti, ma restare lo zoccolo duro del progetto in fase di composizione. Ci piacerebbe pensarci come band, sicuramente, per ora però non abbiamo ancora ufficialmente integrato nessuno con noi… aperti ufficialmente i cast!
Quali sono le vostre influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Facendo una somma tra le nostre due teste, diremmo che rock anni 80’, anni 90’ e grunge sono i tre fuochi più caldi.
In definitiva, di cosa parla Freedom March?
Freedom March è tra di noi chiamato “il duello”. Parla dello scontro vittorioso con la propria ombra che ci limita, ci deride, ci tiene in pugno, qualsiasi essa sia. Il brano passa dalla fase iniziale di minaccia, intrisa di disagio interiore e voglia di svolta, alla battaglia in quella intermedia. Si chiude con il protagonista vittorioso che vede l’ombra che comunque si aggira nel mondo e, prima che il silenzio cali sul brano, lasciamo l’ascoltatore ricordandogli di rispettare la purezza che ha sepolto dentro di sé, solo così potrà rivedere la luce. Crediamo che quando si accumula il nero dentro di noi, si completi il colpo di stato: rabbia al comando e purezza in prigione. I risultati sono disastrosi, e il tempo passa inesorabile intanto.
Che connessione c’è tra video e il brano?
Il video non ha l’ambizione di raccontare ogni singola parte del brano, ma crediamo sia una piacevole rappresentazione di alcuni stati d’animo presenti nel testo: disperazione, depressione, voglia di ribellione, rabbia.
La domanda che non vi ho fatto e che avrei assolutamente dovuto?
Mi rispiegate la risposta alla prima domanda che ci siamo persi a metà?