Interview – Ash Code

Correva l’anno 2014 quando il trio campano cominciava a muovere i primi passi: l’esordio con Oblivion, seguito da Posthuman, uscito lo scorso anno (entrambi per la label italo – svizzera Swiss Dark Nights). Gli Ash Code hanno ricevuto fin da subito grande attenzione dalla stampa e dal pubblico, in Italia e (forse ancor di più) all’estero. Questo Posthuman tour, porta gli Ash Code dritti dritti al Mikasa di Bologna, e noi non potevamo perdere l’occasione di incontrare la band.

Ciao ragazzi! Ad un anno di distanza dall’uscita di Posthuman cosa mi dite? Siete soddisfatti del riscontro ricevuto dalla stampa e dal pubblico? Ve lo aspettavate?

Alessandro: siamo molto soddisfatti. Anche dopo il primo disco lo eravamo. Abbiamo avuto sempre recensioni postive, molto positive. Col secondo sono anche incrementate, siamo davvero soddisfatti. C’era la paura della seconda uscita e abbiamo cercato di cambiare un po’ il suono e la struttura delle canzoni. Non eravamo molto certi del risultati, anzi dopo tanti mesi di lavorazione cominciavamo a pensare: ”forse fa cagare il disco!”, ma alle fine siamo rimasti soddisfatti e contenti sia del nostro lavoro che delle recensioni e dei riscontri ricevuti.

Durante quest’anno avete avuto un’intensa attività live, numerose date sia in Italia che all’estero. Vi chiedo (in realtà questa domanda l’ho fatta anche alle vostre colleghe Winter Severity index), se avete riscontrato delle differenze tra il pubblico italiano e quello straniero e, se si, quali…

Alessandro: probabilmente risponderemo allo stesso modo!

Claudia: io l’ho notata! I più caldi sono i francesi in assoluto. Entrambe le volte a Parigi, il pubblico cantava e ballava, era scatenato! I tedeschi sono un pubblico molto attento, che supporta al cento per cento sia i dischi che il merchandising. Per quanto riguarda gli italiani, dipende dalla città! Ad esempio, il pubblico di Bari è bellissimo, ma anche a Prato. Le esperienze in Italia sono molto, varie, mentre all’estero il pubblico è mediamente più presente.

Qual è stato il concerto che ricordate in modo particolare e perchè?

Alessandro: qui avrai tre risposte differenti!

Claudia: io dico il Wgt. E’ stata una grande emozione. Forse è stato il momento in cui abbiamo suonato davanti ad un pubblico più vasto, anche 400 persone. Abbiamo fatto anche un video proprio perchè è stato un momento emozionantissimo. Alla fine del concerto la gente ci acclamava.

Adriano: Sì, anche perchè è l’evento dell’anno per questa scena. Tutti gli amanti della scena vanno a Lipsia. Noi suonavamo alle quattro del pomeriggio, ed eravamo intimoriti che non venisse nessuno sia per l’orario, sia per il luogo che si trova un po’ fuori rispetto al centro. Invece, all’apertura delle porte era pienissimo!

Alessandro: anche in Portogallo, abbiamo suonato in un castello, di giorno, in una cappella col tetto sfondato, quindi all’aperto. E’ stata una bella esperienza: location molto suggestiva, tante persone…

Adriano: io direi doppietta Amsterdam e Parigi. Erano le prime tappe all’estero, e tutti cantavano le nostre canzoni.

Claudia: anche Bruxelles! Eravamo all’inizio, ma la gente ci conosceva.

Adriano: e non era passato neanche un anno dalla nascita della band.

Raccontateci un aneddoto divertente del vostro tour…

Alessandro: tristi? Quanti ne vuoi! La prima tournee – settembre 2014 – è morto il van alla terza data. Ci ha costeretto a cancellare le cinque date, con tutte per perdite annesse e conesse. Siamo tornati in Italia con il treno… insomma un delirio! Ma è servito a capire che avremmo dovuto viaggiare in altro modo! Aereo o treni! Anche oggi per venire a Bologna, che comunque ci conviene anche a livello di spese. Aneddoti positivi? Non me ne vegono in mente!

Claudia: Io direi il concerto al Bruxelles, dove le persone cantavano come se fossimo la band più famosa del mondo. C’è stata anche una bella organzzazione dietro, una buona promozione.

Anche perchè siete con la Swiss dark nights, forse uscire con un’etichetta di un certo tipo può fare la differenza…

Alessandro: Beh, anche perche i primi singoli hanno girato un bel po’ nei djset e questo non rientra nell’attivita di promozione, è pura scelta… i pezzi sono scelti dai dj durate le serate e poi magari la gente con Shazam ci conosce!

Le vostre sonorità affondano le loro radici negli anni ’80. Suonare questo tipo di musica oggi è diverso? Se si, in che modo?

Alessandro: dal punto di vista tecnico è cambiato tutto! Negli anni ’80, per fare la stessa cosa che facciamo noi sul palco, avevano bisogno di strumenti e macchiari più costosi e sarebbe stato più difficile. Oggi basta avere un portatile e riesci più o meno a sviluppare certe sonorità, anche se siamo legati ai synth analogici e quando abbiamo la possibilità cerchiamo di usarli . Il gusto per lo strumento vintage c’è ancora e fa la differenza. Nell’ ultimo album siamo riusciti a usane di più. Recuperare i suoni del passato? Si, suoniamo quel genere, ma nelle ritmiche e nei suoni, cerchiamo di svecchiarci un po’; ci sono gruppi che suonano solo quello fedelmente. Noi cerchiamo di usare suoni attuali non di “suonare il passato” anche nei remix.

A proposito di tecnologia, mi ricollego alla risposta che mi avete dato poco fa, rispetto all’uso di “nuovi strumenti”, Alessandro parlava dell’app Shazam. E’ cambiato anche il modo di interfacciarsi col pubblico? Le varie piattaforme social come Facebook, Twitter, Youtube, Spotify, e simili sono mezzi e strumenti che i gruppi degli anni ’80 non avevano a loro disposizione. Cosa ne pensate?

Alessandro: Negli anni ’80 dovevi uscire con un’etichetta forte che riusciva a promuoverti, c’erano le fanzine. Penso che la struttura di oggi, può fare emergere uno sconosciuto anche in un mese.

Adriano: lo capisci anche dalla tua bacheca di Facebook: un pezzo che viene condiviso in maniera massiccia, anche di uno sconosciuto… lo si capisce subito.

Alessandro: io sono convinto comunque che, anche senza promozioni, la qualita è ciò che conta. Non puoi comprare il successo con la promozione e l’esposizione su Facebook, ne sono convinto, almeno spero.

Grazie mille ragazzi! In bocca al lupo!

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