Interview – Angelo Iannelli
Reduce dal suo singolo di maggior successo (DAG, uscito a ottobre 2020), Angelo Iannelli inaugura il suo 2021 con la sua nuova canzone Poema Vocale. Già dal titolo risulta chiaro quale sia il tema del brano: l’artista ha infatti avuto il “momento-eureka” quando proprio mentre canticchiava nella mente la melodia allegra e scanzonata che caratterizza il pezzo, il telefono ha vibrato rivelando un messaggio vocale su WhatsApp di ben quattordici minuti. “L’ho ascoltata a salti, era un delirio infinito, insopportabile persino per me. Scriverci su qualcosa è stato automatico, quasi dovuto.”
1). Il tuo nuovo singolo Poema vocale è fuori da qualche giorno. Si tratta di un brano un po’ diverso per sound e tematiche dai tuoi lavori precedenti; com’è stato accolto da parte dei tuoi ascoltatori e di chi magari ancora non ti conosceva?
A questo punto approfitto di questo spazio per girare questa domanda a loro…
2). Qual è in soldoni il messaggio principale che volevi trasmettere con Poema vocale?
Le note vocali molto lunghe rappresentano un pretesto narrativo per mettere in evidenza il mio pensiero sui tempi che stiamo vivendo, in cui spesso ci abbandoniamo a “conversazioni” unilaterali come quelle dei “poemi vocali”: noi tutti parliamo, e pure troppo, ma non ascoltiamo poi così tanto e soprattutto non dialoghiamo, non riuscendo quindi a cogliere l’interiorità dell’altro da noi.
I dati statistici sul numero di libri letti in Italia ogni anno sono allarmanti, ci dicono che non siamo più abituati alla nobile passività della letteratura, ma abbiamo bisogno di essere sempre parte attiva in qualsiasi situazione. Non mi stupisce che il cinema stia andando proprio in questa distopica direzione, con l’avvento dei “film interattivi”, in cui lo spettatore decide come far andare avanti la sceneggiatura, scegliendo tra varie opzioni.
In GPB, una mia recente canzone, scrivo:“Gente che chiede:‘Che hai fatto domani?’ E tu guardi nel vuoto”. Ecco, il vero significato di “Poema vocale” è forse riassumibile in questi versi.
3). Ti senti parte di qualche scena musicale, che sia intesa come scena locale o come genere? Se sì, ci sono delle dinamiche particolari che secondo te funzionano e altre che non ti piacciono?
Nasco come cantautore e spero di morire così, ahahah. Non mi sento parte di scene, generi o correnti.
4). Oltre che musicista sei un professore di lettere in un liceo. Qual è il tuo autore del cuore? Hai qualche autore che pensi abbia influenze sul tuo modo di scrivere?
Direi Antonio Tabucchi, i suoi romanzi hanno segnato profondamente la mia interiorità e il mio modo di scrivere. Ma sono davvero tanti gli autori che amo, dalla letteratura al teatro, al cinema e alla musica. In classe spiego Tasso per la centesima volta e per magia mi innamoro nuovamente di lui, procedo con Leopardi e accade la stessa cosa; insomma, la cosa bella è che mi innamoro ogni giorno.
5). Ci racconti come ti sei avvicinato al mondo della recitazione? Fra le tue esperienze figurano anche ruoli in fiction come Un medico in famiglia e Squadra antimafia, ma anche ruoli teatrali con Michele Placido e Alessandro Haber.
Ho iniziato intorno ai 14 anni, come molti con un laboratorio teatrale a scuola. Poi mi sono iscritto a un corso professionale e con il tempo ho iniziato a fare anche dei casting nel mondo del cinema e della televisione. Per quanto riguarda le collaborazioni con Placido e Haber, porto con me un ricordo bellissimo di quelle esperienze, in cui non solo ho avuto la fortuna di recitare con mostri sacri del cinema e del teatro italiano, ma anche quella – che non capita tutti i giorni – di vederli interpretare un testo scritto da me.
6). Per i prossimi singoli pensi che proverai ancora a “giocare” con le tematiche e gli approcci o hai in mente di tornare un po’ più verso il solco che avevi tracciato con i primi singoli?
Cambierò nuovamente registro, questo è sicuro: magari traccerò un nuovo solco, non lo so, chissà…
ma so che mi annoia enormemente ripetermi.
7). Hai intrapreso qualche attività o hobby curioso durante i vari periodi di lockdown che si sono succeduti nell’ultimo anno?
La cucina, ma so fare solo primi!