Interview: 7Mbre

I 7mbre sono un gruppo musicale pop elettronico con influenze rock. Lo stile musicale del gruppo ha subito sostanziali modifiche in base al cambio di formazione, che si stabilizza nel 2019 con Sara Focaracci (autrice, cantante e tastierista), Simone Gabrielli (chitarrista) e Davide Scivoli (bassista), tre ragazzi di Nepi che vivono immersi nella natura ma a due passi dalla capitale. “Barche” è il titolo del nuovo singolo dei 7mbre, disponibile in streaming su Spotify e tutti i digital store dal 31 gennaio. Il brano sarà accompagnato da un video ufficiale diretto da Diego Ferri.

La barchetta di carta è un simbolo: una cosa semplice da realizzare, eppure da piccoli ci sembrava chissà cosa, come anche scoppiare petardi o scavalcare cancelli. Ogni verso porta con sé una riflessione in tempo reale tra passato e presente: “corrono stanchi sopra i petardi” (infanzia); “corrono stanchi sui loro sbagli” (vita adulta). Barche non è altro che un percorso di vita, soprattutto di crescita, raccontato in maniera super ironica; è come un bambino che diventa uomo, è trasformazione e cambiamento, ma con una risata in mezzo.

https://www.youtube.com/watch?v=7J7PcJBG69k

Inevitabile, partiamo dal vostro nome. Oltre all’evidente gioco, che storia ci racconta?
SA: Una serie di coincidenze diciamo… il progetto nasce a settembre, quando ci si trova davanti all’estate che finisce ma fa ancora caldo, le vacanze sono finite e ricominciano gli impegni, un misto tra nostalgia e voglia di ricominciare che è un po’ lo spirito che seguono i testi delle nostre canzoni. Poi sono profondamente legata a questo numero che da più o meno tutta la vita mi perseguita. Per tutti questi motivi nasce 7mbre.

La vostra produzione musicale è cambiata tantissimo nel corso degli anni, vi siete evoluti, avete sperimentato? Come vi sentite adesso, quanto siete davvero cambiati, cosa è rimasto e soprattutto dove state andando?
SA: Siamo cambiati super tantissimo, con l’ingresso del basso elettrico e l’uscita della chitarra acustica ci siamo spostati verso una direzione sempre più elettronica con influenze rock, lasciando da parte per un po’ la formazione iniziale che era profondamente acustica.

Barche è un singolo incredibilmente profondo, ma l’approccio è leggero e ironico. Che cosa ci state dicendo in questo brano?
SA: Nel videoclip di “Barche”, abbiamo cercato di rappresentare una persona in un ambiente chiuso, che avesse le sembianze di una prigione. La persona in questione, essendo costretta a passare molte ore in solitudine e senza occupazioni, prende un foglio e crea una barchetta di carta. In questo caso, una semplice barchetta porta la persona a passare del tempo, ad impegnarsi in qualcosa, che è certamente una piccola cosa.
Involontariamente, si trova catapultata nel passato, come una bambina felice che ha appena realizzato una barchetta di carta. È evidente che l’immaginazione e l’inventiva dei bambini di una volta siano stati sostituiti dalla tecnologia: smartphone, tablet, computer, sono ad oggi il modo più efficace per tenere a bada la noia.

Anche qui si parla di cambiamenti, di percorsi e di traguardi, pensate che la vita sia davvero così?
SA: Assolutamente sì, tutto questo contornato da un miliardo di sensazioni ed emozioni.
SIM: Viviamo circondati da continui cambiamenti che purtroppo o per fortuna bisogna accettare per il raggiungimento dei nostri traguardi.
DA: Credo che la vita sia esattamente così: ogni tappa della vita ha le sue prerogative e i suoi traguardi che ci appaiono importanti solo nel momento in cui li viviamo.

Diteci la vostra più grande influenza anche non musicale, qualcosa che vi ha insegnato a guardare il mondo, anche un quadro, un libro, un film.
SA: Into the wild (Sean Penn) è il film che in assoluto mi ha influenzato di più, poi i viaggi all’estero, e poi mio nonno.
SIM: Beh, la mia più grande influenza sono i Pink Floyd, grazie a loro ho iniziato a guardare il mondo in maniera diversa.
DA: Io sono da sempre un appassionato lettore di romanzi fantasy e credo che essere abituati a leggere quel tipo di storie porti a vedere il mondo reale con una maggiore curiosità.

L’esperienza che vi ha resi oggi quello che siete, che vi ha portato a questa tappa del vostro percorso di vita.
SA: Mi ricordo che un giorno ero a casa di un’amica di mamma che aveva un pianoforte a casa, mi ci sono seduta e lo guardavo (ero piccola).
Ad un certo punto arriva un’altra amica di mia madre che mi dice: “Sa, anche io a casa ho un pianoforte, se mi prometti che ci fai qualcosa te lo regalo”, da quel momento mi sono buttata
in mezzo alla musica e non ne sono più uscita.
SIM: Senza dubbio la prima volta che ho visto una cover band dei Pink Floyd, quel giorno ho scoperto di amare la chitarra.
DA: Quando avevo 7-8 anni i miei mi iscrissero ad un corso di chitarra. A me non piacque più di tanto e dopo un mese lasciai perdere, la vecchia chitarra di mio padre che in teoria avrei
dovuto imparare a suonare rimase in un angolo della cameretta. Dopo qualche anno mi riprese la fantasia e quella vecchia chitarra tornò molto utile.

Una domanda che invece avreste voluto che vi facessimo?Tutti: Mmmh… colore preferito?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *