Gli EP del mese: marzo 2017
L’EP è ormai un formato sempre più diffuso per la pubblicazione di nuove canzoni da parte delle band, italiane e non. Spesso, purtroppo, chi scrive di musica tende a privilegiare la trattazione degli album, e questo crea il rischio che lavori assolutamente validi non abbiano lo spazio che si meriterebbero. Da questa considerazione è nata la nostra scelta di raggruppare mensilmente una serie di recensioni brevi sugli EP ascoltati nel periodo di riferimento, così che i nostri lettori possano avere uno sguardo d’insieme anche su questo tipo di pubblicazioni.
Dilo – Dettagli Cromatici (2017, autoprodotto)
Dilo è Corrado De Lorenzo, nato nel 1967 e musicista di lungo corso, che però giunge solo ora alla realizzazione di un progetto solista. Le melodie sono tutte aperte e pronunciate, il suono è semiacustico e costruito in modo da dare il giusto accompagnamento ma allo stesso tempo mettere al centro lo scheletro della canzone, e i testi provano ad unire introspezione e leggerezza. Le intenzioni di cui sopra sono tutte perfettamente concretizzate e questo EP rappresenta un ascolto piacevolissimo: Dilo concettualmente non si inventa niente, però il tocco melodico è di quelli che colpiscono immediatamente, l’espressività vocale è buona e i testi sono genuini e non convenzionali, il tutto condito da un suono che è proprio quello giusto per valorizzare al meglio questi punti di forza (Stefano Bartolotta)
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Franky Maze – Night/Flood EP (2017, autoprodotto)
Franky Maze è Francesco Mazzi. Non certo un novellino, dal 2009 il cantautore collabora con vari progetti che lo hanno visto aprire concerti di artisti come Spiritual Front (e scusate se è poco); e dal 2014 è la chitarra dei The Giant Undertow. All’inizio di quest’anno invece esce Night/Flood; Ep estremamente suggestivo già a partire dal titolo. Cinque brevi tracce in cui sembra convivere una doppia anima: quella calda dell’America e del blues, quella fredda della notte, dalle atmosfere dark. Due anime distinte che riescono a fondersi l’una con l’altra, e convivere nella stessa canzone. Il calore generato dalla chitarra e dal mandolino incontrano l’oscurità che si manifesta nel cantato estremamente profondo. E’ proprio questa combinazione di chiaroscuro conferisce ad ogni pezzo un eccezionale fascino noir, che difficilmente lascia indifferente l’ascoltatore. Così da Dark was the night con i suoi accordi di mandolino, o la bellissima ballata Alice, ma è con Love is the flood – pezzo di chiusura – che si raggiungono vette emozionali straordinarie. C’è la notte ed il giorno, la pace e l’inquietudine. Un ascolto più che consigliato. (Gilda Romeo)
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Yoop – Breathe In (2017, Transient)
4 brani che servono come biglietto da visita vero e proprio per la coppia Luca Sammartin e Valentina Sicco, che si ritrovano sotto il nome comune di Yoop. Se volevano stuzzicarci, beh, direi che lo hanno fatto, visto che la carne al fuoco è tantissima. Dal ficcante synthpop di The Ruins che sa avvolgere e nello stesso tempo farci muovere testa e piedi all’unisono, alla magia voce/piano di Cube: in mezzo un mondo in cui la leggerezza di Air viene contaminata da chitarre sature e Loose Cannon pare uscire dritta dagli anni ’80. Insomma qui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per ora tutto bello! (Riccardo Cavrioli)
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Gran Bal Dub – EP (2017, autoprodotto)
Sergio Berardo e Madaski, due mondi che rimandano a quel periodo, fulminante, entusiasta e folle che furono gli anni novanta in Italia. Lou Dalfin e mille altri progetti sempre legati alla lingua d’Oc e la sua terra l’uno e gli Africa Unite l’altro. Un tradizional-innovatore l’uno quanto un caposaldo dell’elettronica (dub) italiana l’altro. I brani si presentano come con una base basata sugli strumenti ‘veri’: ghironda, violino, fisarmonica mescolati più o meno in modo marcato dal dub di Madaski. I brani sono impostati come danze e balli caratteristica che se si vuole è comune ai due generi. Con due personaggi così ci sarebbe aspettato un lavoro molto più cesellato e purtroppo non tutto è come ce lo si sarebbe aspettato. Solo Joan Cavalier e Famous Wolf (strumentale) sono i due brani che forse centrano lo scopo del progetto: una quasi perfetta intersezione tra i generi, senza che nessuno prevalga sull’altro e in esatto sincrono. I rimanenti pezzi evidenziano la difficoltà di unire due forti personalità che cercano di prevalere l’una sull’altra, con il risultato di indebolire l’efficacia della sinergia. Berardo chiuso ancora negli schemi del traditional sembra non lasciarsi sedurre dal dub che spesso deborda in ‘assoli’ fuori tema. Un Ep si rivela solo parzialmente riuscito e in un panorama italiano che sempre di più ha bisogno di riferimenti nuovi e stimolanti e non di vecchi stilemi ormai fini a se stessi può rivelarsi solo uno spunto per future commistioni ed esperimenti (Raffaele Concollato)
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Sophie Lillienne – Apnoea EP (2017, Irma Records)
Sophie Lillienne è il nome del progetto trip-hop/ electro-alternative di VeZzo, cantante, musicista e produttore di Treviso e Apnoea è il suo nuovo EP, uscito questo gennaio via Irma Records. Quattro tracce per ventiquattro minuti circa di elettronica minimale, dai toni cupi e ansiogeni. Il titolo del lavoro è una dichiarazione di intenti, una presentazione formale di ciò che in sostanza l’ascoltatore si troverà di fronte: l’apnea è la cessazione temporanea della respirazione che, inevitabilmente, crea un disagio soggettivo di varia intensità. Suoni artificiali e meccanici trascinano l’ascoltatore in paesaggi notturni dagli oscuri riflessi, in cui regnano malinconia e cupezza. Ogni brano genera sinistre suggestioni, così sia nei pezzi cantati (Loyalty, Mirror) che in quelli strumentali (Apnoea, 14 November); il senso di inquietudine è costante, e forse è destinata a placarsi solo alla fine con 14 november, in cui le oscure ombre sembrano quasi dissolversi a favore di tiepidi bagliori; ma forse è soltanto un’illusione. Se state meditando di fare un viaggio introspettivo, se avete voglia di alienarvi dal mondo, Apnoea è l’ascolto giusto per voi. (Gilda Romeo)
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Speciale Mi Sento Indie – terza uscita (2017)
Mi Sento Indie è un progetto di sviluppo della produzione musicale indipendente promosso da Radio Coop, IRMA records, M.E.I. (Meeting delle etichette indipendenti) e Librerie Coop. Periodicamente, il progetto pubblica alcuni EP di artisti su cui si punta a lungo termine. Questa è la terza uscita e gli EP pubblicati sono quattro. Tutti gli artisti coinvolti sono accomunati da una visione della canzone che punta alla modernità, a una certa freschezza sonora, a una certa espressività vocale e a testi che cercano di essere incisivi ma con leggerezza. Detto questo, ognuno dei quattro declina questi punti secondo il proprio stile: Alessandra Rugger lo fa in modo sbarazzino e brioso, con tante armonie sonore e un cantato che non si vergogna a far risaltare la propria romanità, Andrea Piermattei punta su un suono dal forte dinamismo e dall’impronta elettrica e un timbro vocale che ha la giusta robustezza senza calcare eccessivamente la mano, Anna Luppi è la più classica dei quattro, ma l’ottima espressività vocale e le perfette scelte dal punto di vista degli arrangiamenti rendono questo EP tutt’altro che un prodotto standard, Valentina e il Trio D’Eau è la proposta più arty, con un timbro vocale quasi teatrale e un suono basato su continui e insistiti giri di pianoforte e una certa attenzione alla parte ritmica. Quattro progetti, in definitiva, dal buon potenziale, e che possono senz’altro essere valorizzati a dovere dal contesto nel quale sono venuti alla luce (Stefano Bartolotta)
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Alessandra Rugger
Andrea Piermattei
Anna Luppi
Valentina E Il Trio D’Eau