The Zen Circus @ Paladozza, Bologna, 12/04/2019
Sì, gli Zen Circus, quelli che quest’anno sono passati a Sanremo, quelli che hanno pubblicato una raccolta poco tempo fa per festeggiare il ventennale della carriera, quelli che hanno mandato tutti affanculo proprio dieci anni fa.
Cosa c’è di meglio che festeggiare quest’ultima ricorrenza con un bel concerto al Paladozza in un venerdì sera di metà aprile (il loro unico indoor del 2019)?
Fuori ancora le temperature non sono le migliori e dal grigio cielo scende anche un po’ di pioggia, ma l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: il parterre è sold-out da mesi, ma da qualche settimana sono terminati anche i biglietti delle tribune e la festa di stasera è un evento decisamente sentito e importante, sia per la band toscana che per i loro fan, vecchi e nuovi, che sono giunti qui a Bologna da ogni parte d’Italia.
Il palazzetto fatica a riempirsi, ma verso le nove e mezzo raggiunge ormai la sua capienza e pochi attimi dopo Appino, Ufo, Karim Qqru e il maestro Pellegrini salgono sul palco della grande venue di piazzale Azzarita.
Si inizia proprio con una canzone dall’album che si sta celebrano oggi, Andate Tutti Affanculo: il brano è Gente Di Merda, potenza totale con riff di rock pesante, mentre Karim picchia come un dannato sul suo drumkit, iniziando a eccitare la folla bolognese.
Peccato che l’acustica del palazzetto non sia proprio perfetta – già lo sapevamo e non è certo una colpa attribuibile alla band – ma la festa puo’ avere inizio senza troppi pensieri.
Segue una doppietta pazzesca, La Terza Guerra Mondiale e Catene, e il pubblico risponde nel modo più classico, pogo, cori, handclapping, mentre gli Zen Circus sembrano trovarsi sempre più a loro agio sul largo stage emiliano.
Il delirio prosegue senza ulteriori fermate con Non Voglio Ballare, mentre tutte le tribune del palazzetto felsineo si alzano in piedi, quasi a voler accompagnare e a spingere il gruppo capitanato da Andrea Appino.
La band toscana è pienamente consapevole che urge una pausa anche per i fan più giovani, dopo un inizio a mille: il nome di questa pausa è Il Fuoco In Una Stanza, la title-track del loro decimo e più recente album, uscito solo lo scorso anno per La Tempesta e Woodworm. I toni più delicati e riflessivi di questo brano ci sorprendono e, sì, ci lasciano prendere un attimo di respiro, mentre tutto il pubblico oscilla e, con le luci dei propri cellulari, illumina il vecchio palazzo dello sport.
“Signori, siamo venuti tutti qui per questo”, annuncia Appino poco dopo e allora lasciamo lo spazio e le parole ad Andate Tutti Affanculo e, come tutti i presenti, ce la godiamo dal primo all’ultimo secondo, quasi come una liberazione e un piccolo inno generazionale.
I Qualunquisti diventa l’ennesimo singalong della serata, mentre Nada – una dei tanti ospiti della serata – ci emoziona dopo qualche attimo con Vuoti A Perdere.
Dente si aggiunge agli Zen Circus per suonare la chitarra in Figlio Di Puttana; in seguito Canzone Di Natale, pur non proprio nella stagione giusta, sa creare una bella atmosfera dal sapore malinconico, prima che Mio Fratellino Ha Scoperto Il Rock’n’Roll (cover in italiano di My Little Brother degli Art Brut), eseguita insieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti, chiuda il mainset.
Negli encore non poteva certo mancare il loro grande amico Motta, che canta Fino A Spaccarti Due O Tre Denti, per la grande gioia del pubblico felsineo, seguito dalla sanremese L’amore E’ Una Dittatura, che mostra una venatura decisamente più pop da parte del gruppo toscano.
Ma l’apice a nostro avviso arriva con L’anima Non Conta, che rallenta, ci fa riflettere e soprattutto ci fa emozionare tanto, esattamente come ogni volta che l’ascoltiamo, live oppure su disco.
Forse il passagio al Festival Della Canzone Italiana puo’ aver dato una maggiore visibilità al gruppo toscano, ma gli Zen Circus hanno sicuramente fatto tanta gavetta, sono cresciuti anche e sopratutto suonando in posti piccoli e sperduti e mettendo sempre l’anima nei loro live: da quel punto di vista – per fortuna – non sono mai cambiati ed è proprio questo uno dei principali motivi per cui la festa di stasera è riuscita alla grande. E’ arrivato il momento di raccogliere quanto di buono si è seminato lungo la strada. Lunga vita agli Zen Circus!