The Gluts @ Lio Bar, Brescia

Brescia il venerdì sera vuol dire anche aggirarsi tra i barettini popolati dai vecchi ciarlatani tra un pota e l’altro, spaccarsi le labbra al freddo, scoprire che in fondo Brescia è una bella città, anche se non c’è molto da fare. Il vino bianco che riempie tutti i bicchieri per un’ora buona dopo cena, perchè bisogna tirare avanti la serata, un po’ come quando a Capodanno che a mezzanotte ci sono i fuochi d’artificio e prima di tutto quel casino c’è solo una grande attesa e chiacchiere di circostanza, anche questo freddo venerdì 18 gennaio è un po’ così, aspettando la mezzanotte prima del concerto dei The Gluts. Da Milano con furore, i Gluts hanno due album sul curriculum, possono vantare una firma con una label straniera, un cantante con una collezione di camicie niente male, una bassista dagli occhi magnetici in grado di scatenare facilmente un’ipnosi di gruppo e un carisma indiscusso di una band che dovrebbero invidiarci in tutta Europa.

E come i Gluts, anche il Lio Bar dovrebbe essere una di quelle cose che ci invidiano all’estero. Praticamente sui binari della stazione, un’insegna a neon in corsivo con il nome del bar, lucine soffuse, un flipper de Il Signor Degli Anelli, una zona fumatore dove, con un po’ di attenzione, si possono captare tra le storie più stravaganti della zona: traslochi improbabili, una che sta frequentando (questa l’ho sentita, giuro!) due persone contemporaneamente e non riesce a capire quale dei due è migliore [se interessa a qualcuno, la risposta è: quello che ti fa più ridere], poi la band che confabula scambiandosi le sigarette…

E finalmente mezzanotte, e i Gluts sul palco. Chi non ha mai avuto modo di vederli dal vivo, di sentire Squirrel dal vivo, di scuotersi e fremere dal vivo, non avrà mai idea di che cosa possa voler dire un concerto dei Gluts, e non ci saranno parole o esempi che possano semplificare la questione. Ci provo. Un concerto dei Gluts è come ritrovarsi in un bidone di latta che qualcuno sta colpendo ripetutamente con una mazza da baseball. Oppure. Un concerto dei Gluts è un’ipnosi di peyote in una stanza completamente buia. La cena più buona del mondo che ti rimane sullo stomaco. Una lezione di apnea con un finale tragico. Hanno il fascino di un film horror ben diretto, e la potenza di un primo amore.

Bellissimo.

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