Spartiti @ Cinema Metropolis, Umbertide (PG)
Da un lato Jukka Reverberi con i Giardini di Mirò e numerosi altri progetti dall’altro Max Collini con gli Offlaga Disco Pax e il mondo della letteratura. I due hanno trovato lentamente, ma con soluzione di continuità nuova linfa in una creatura che ha preso il nome di Spartiti. Partito inizialmente come un esperimento, da circa un anno e mezzo questo spettacolo viene proposto in pianta stabile e continua a solcare i palchi di tutta Italia. Un concerto ‘spartito’ fra i contenuti letterari di autori contemporanei che viene sonorizzato dalla chitarra e dagli effetti digitali e analogici di Jukka Reverberi.
Ciò che è emerso fin da subito dalla serata al Cinema Metropolis di Umbertide è stata la stretta connessione che lo spettacolo ha con il mondo dei libri. L’evento è stato presentato in collaborazione con CALIBRO, il festival di letture che si svolgerà a fine marzo a Città di Castello, ma ancor prima era quella semplice pila di libri posta fra la strumentazione di Jukka a il leggio di Max a indurre gli avventori della serata ad avvicinarsi con curiosità per leggere i titoli e gli autori di quei libri. Spiccava in alto a questa pila la compilation di racconti “Cosa volete sentire” che raccoglie testi di Andrea Appino, Vasco Brondi, lo stesso Max Collini e tanti altri della scena contemporanea italiana.
Da subito, si è evinto come questo spettacolo vada in scena in modo assolutamente naturale e spontaneo. Non c’è stata in questi musicisti nel momento di salire sul palco la ricerca dell’applauso e delle grida di incitamento a cui si è soliti assistere ai concerti. Jukka si è seduto dietro al suo computer e circondato dalla strumentazione era poco invisibile, mentre Max che ha particolarmente a cuore i testi che propone ha preso una risma di stampe che recavano la scaletta della serata e personalmente l’ha distribuita a tutti i presenti con grandissima umiltà.
Spartiti punta a contestualizzare le narrazioni di Max Collini in un habitat che non si limiti alla mera sonorizzazione portando di fatto i composizioni a un livello di simbiosi con i contenuti letterari. Partendo da spunti tratti da autori contemporanei quali Simona Vinci, Simone Lenzi (Virginiana Miller), una canzone dei Massimo Volume, un racconto di Matteo B. Bianchi e scritti personali di Max Collini, ci si addentra nella personalissima interpretazione di Max alla lettura. Nel mentre, Jukka Reverberi si adopera a produrre tappeti sonori ricavati dalla sua chitarra elettrica, da una tastiera/synth, da una tagliente armonica a bocca e da altre sue invenzioni, facendosi sì aiutare dal computer, ma producendo i suoni dal vivo e non limitandosi ad effetti campionati. E’ qui che lo spettacolo ha il suo punto di forza e trova riscontri, cioè nell’essere autentico.
Le letture di Max sono vicine nei concetti e nelle ideologie politiche ai Virginiana Miller e non potrebbe essere altrimenti visto che sul palco con lui Jukka Reverberi nell’immaginario di Max “è sempre stato il figlio del segretario del Partito Comunista di Cavriago“. Una appartenenza politica che fra gli scritti letti emerge con esuberanza e nostalgia. Non mancano momenti di ironia come quando Max ha ricordato l’incontro con la compagna di un famoso musicista, che poi andò a far visita a Collini alla fine di un suo spettacolo, un certo Cristiano Godano…
Lo spettacolo è scivolato via leggero, gli spettatori sono rimasti comodamente seduti, ma vigili nel cogliere ogni più piccola sfumatura che questi due artisti sono stati in grado di regalare. Si è arrivati fino alla conclusione del concerto con il pezzo Qualcosa sulla vita dei Massimo Volume, l’interpretazione più simile alla forma di canzone per come la conosciamo. Parole e musica che sono state dedicate a Enrico Fontanelli, bassista degli Offlaga Disco Pax deceduto nel 2014 in seguito a una malattia. Termina l’interpretazione del pezzo nella parte recitata, Max si è seduto in prima fila assaporando le emozionanti note di Jukka per un finale particolarmente vibrato ed elettrico.
Jukka Reverberi & Max Collini – SPARTITI
Cinema Metropolis, Umbertide (PG)
PAOLO NORI da “Bassotuba non c’è” – Derive/Approdi, 1999 (poi Einaudi, 2001)
GIANLUCA MOROZZI da “Trasferta ad Alessandria”, dal racconto “Come ho conosciuto l’Orrido” rivista Fernandél, 2003
MAX COLLINI da “Non conosco nessuna Vera”
MAX COLLINI da “Soggiorno Obbligato”
SIMONA VINCI da “Stanza 411” – Einaudi Stile Libero, 2006
MAX COLLINI da “Borghesia”
SIMONE LENZI da “Babbo Natale”, tratto da “Mali Minori” – Laterza, 2014
MAX COLLINI da “Trecento Lire”
MAX COLLINI da “Il treno della vanità”, dall’antologia “Cosa volete sentire” (Minimum Fax, 2011)
MATTEO B. BIANCHI da “Diana Est”, dal racconto “Magnifica Ossessione”, 2002
MASSIMO VOLUME da “Qualcosa sulla vita” dall’album “Da qui” – Mescal/Emi, 1997