Nicolò Carnesi @ Circolo Ohibò, Milano 24/11/2019
Che poi l’atmosfera era un po’ la stessa di quando Carnesi aveva suonato, qualche tempo, sempre all’Ohibò di Milano, anche se stavolta piove a dirotto. Quella volta in solo, quella volta per l’altro disco, ma poi le facce che si vedono tutte le volte, quelli di chi (beato lui) pensa che l’indie sia solo Dente e derivati e ancora ha deciso di ignorare tutto ciò che è successo dopo Calcutta. E così è anche Nicolò Carnesi, cantautore orgogliosamente vecchio stampo, che gli puoi dare l’autotune e una bella camicia simil Carl Brave, e comunque rimarrà sempre sè stesso con un pubblico di fedelissimi che sono puntuali nonostante la pioggia e sanno ancora godersi un concerto in rigoroso silenzio.
Se per lo scorso disco ci eravamo abituati a dimensioni oniriche piene di suoni, questa volta è tutto più sintetico, pulito, quotidiano. In questo nuovo album Ho bisogno di dirti domani, come in questo concerto, s’è respirata l’aria pulita di chi non ha bisogno di troppi fronzoli per raccontarsi, e la calma e pace generale che accompagna tutto il live, fino alle più celebri Il Colpo e Mi sono perso a Zanzibar che si fondono perfettamente con i brani nuovi, decisamente più tristi (anzi no, rassegnati) della produzione del cantautore palermitano. Ed è così, come se sul palco ci fossero dei nostri amici a suonare, che nonostante già lo sapessimo, li troviamo in gran forma, ridiamo alle battute che fanno, ci concediamo un paio di bevute durante i brani che già conosciamo a memoria, e un po’ ci vergogniamo se ci sorprendiamo a conoscere tutte le canzoni a memoria.
Quello all’Ohibò è stato davvero un bel concerto, di quelli che non ti esplodono in testa a ricordarli, ma rimangono dentro silenziosi, come una bella conversazione che abbiamo avuto con una persona che stimiamo, come l’aver realizzato che è finita una fase della nostra vita a favore di una nuova (ascoltate Ho bisogno di dirti domani con questo spirito), come una bella dormita dopo una settimana stressante. Quello di Carnesi, per il suo essere un grande comunicatore musicale e terapeutico, è uno dei nomi che meglio ricorderemo di questi anni confusi. Da non perdere se dovesse tornare quest’estate!