New Candys @Freakout, Bologna

I live previsti per questo sabato 9 febbraio al Freakout colorano l’atmosfera di sfumature variegate, tutte impostate su una scala di grigi.
Ad aprire le serata è Nevica, alla cui performance – per un contrattempo imprevisto ed imprevedibile – non posso assistere (peccato! Sarà per la prossima volta!)
Arrivo alla seconda esibizione di Molly, duo austriaco per me sconosciuto fino a questo momento, ma che cattura immediatamente la mia attenzione e quella dei presenti. L’aria diventa rarefatta davanti a sonorità nordiche, post rock, molto vicine agli Sigur Ros: dolcezza e amarezza si uniscono in un unico abbraccio. Emozionantie e coinvolgenti.

Alle 23.30 è il turno degli headliner New Candys. Il Freakout già pieno, diventa stracolmo e questo è sintomatico della attesa frenetica e dell’entusiasmo che il pubblico riserva alla band veneziana. Un rock oscuro si diffonde presto in tutto il locale con le prime note di Darklove, e scaldano immediatamente la folla che, senza serbare timidezza alcuna, comincia ad agitare il capo al ritmo di una chitarra incalzante e psych.

Factice ci immerge a metà tra luci e ombre ed anticipa il buio avvolgente e confortante  di Tempera: un viaggio shoegaze, che induce il pubblico alla solitudine e all’ introspezione. Sopra e sotto il palco si è uniti da un filo diretto di emozioni. Twin mime è il momento più “pop” e colorato della serata: difficile non cantare il suo ritornello. La musica dei New Candys è in costante bilico tra melodia e noise, tra la dimensione onirica del sogno e la dimensione concreta della realtà. Aphrodite in Leather  segna un ritorno al passato della band che rivela il suo lato post punk. Ben presto si scivola in ambienti decisamente più dreamy con Begin again, che ci concede un attimo di respiro. Tutto ciò è destinato a durare brevemente perché le pelli e le corde ci danno forte con Zyko che è psych rock puro. I New Candys si dimostrano capaci di sedurre e attrarre: la loro musica e magnetica.

Senza nemmeno accorgersene si giunge verso la fine. C’ è il tempo per un bis e con le chitarre e la melodia ipnotizzante di Healf Heart la band  libera il suo pubblico da un incantesimo che si spezza definitivamente. O forse no. Io sento di esserne ancora sotto il suo effetto e infatti continuo ad ascoltarli in loop. 

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