La Piramide di Sangue @ Auditorium Santa Cecilia, Perugia
Quelli dei La Piramide di Sangue sono un collettivo che fa musica psichedelica e completamente ipnotica che si ispira alle suggestioni dell’India, ricca di esoterismo e spiritualità e che recupera suoni del passato dal Medio Oriente e dal continente africano. Si tratta di espressioni e storie diverse che si incontrano e che trovano soluzione di continuità nella passione per la musica etno-jazz, il kraut e la psychedelic music mescolate all’interesse dei membri della band per l’esoterismo e l’occulto. Tale incontro è stato possibile a Torino, dove vivono, città che si è dimostrata terreno fertile per questi musicisti nel far nascere, crescere e affinarsi fino al risultato attuale tali attitudini.
La data perugina dei La Piramide di Sangue ha rappresentato un complesso viaggio in cui ha preso parte anche un tipo particolare di elettronica che si addentra nei complessi meandri del noise ottenendo un risultato che più in generale è definibile come musica colta. Si tratta di una esperienza sonora che parte dallo spazio in cui lo spettacolo è andato in scena: l’Auditorium Santa Cecilia una ex chiesa che reca tutt’oggi delle immagini sacre al suo interno con gli strumenti della band che sono stati posti per suonare su quello che un tempo è stato un altare, rivolti verso un pubblico per la maggior parte seduto a mo’ di assemblea.
La Piramide di Sangue costituisce una delle più interessanti formazioni del panorama neopsichedelico italiano. Una realtà capace di coniugare ben sette musicisti: Indaco Violento è una sorta di tecnico del suono sul palco che esegue rumori e loop vari oltre che suonare a tratti la chitarra, Gianni Giublena Rosacroce (Stefano Isaia dei Movie Star Junkies) suona il clarinetto e occasionalmente il tamburello, Ayatollah Kebab è al basso, Jenaa El-Fna alla chitarra, Walter Maghreb suona basso e synth, Dedalo 666 è alla chitarra e il Nipote di Mubarak suona batteria e percussioni.
Agli avventori della serata le luci all’interno dei locali si sono presentate basse già prima che il concerto avesse inizio per enfatizzare l’effetto di suggestione prodotto dall’ex luogo di culto e dalle particolari lampade utilizzate che immergono la sala in un caleidoscopio di colori e trascinano i presenti in un ideale, quanto non meglio precisato, luogo della propria immaginazione. In questo progetto il clarinetto è posto al centro e come la voce di un frontman (o se vogliamo di un sacerdote), sembra calamitare l’attenzione del pubblico eseguendo melodie articolate. Si tratta di un suono lisergico che svela l’anima della band. La musica è disinvolta e intrigante e recupera il fascino di riff psichedelici scanditi da chitarra, synth e da una batteria potente. A tratti, il suono è sembrato arrestarsi, il clarinetto è rimasto l’unico strumento udibile e nel momento in cui ci si è chiesti se fosse un Pungi da incantare di serpenti gli altri musicisti hanno ripreso a suonare con un’improvvisa reazione interna alla band che ha virato verso tonalità più policrome, complesse e decise.
Tra i brani eseguiti durante il live hanno avuto particolare risalto: La Guerra non Finirà proposta in apertura con i ritmi iniziali delicati e afro che pian piano sono cresciuti in intensità; Jetem uno dei pezzi più caratteristici del repertorio della band che da solo potrebbe considerarsi un vero marchio di fabbrica; Reggio Galassia con un suono possente e scandito che rimanda, almeno nelle battute iniziali e a tratti, alla musica dei grandi colossal cinematografici del passato sulle civiltà del Medio Oriente.
La ricetta è sembrata funzionare: in circa un’ora di concerto le sonorità etniche imbevute di psichedelia e rock tostissimo hanno ammaliato il pubblico. Non una folla che danzava e ondeggia, infatti molti sono rimasti comodamente seduti a cullarsi su queste melodie, ma la band dal vivo ha saputo eseguire i propri pezzi in maniera impeccabile dimostrando un ottimo livello di affiatamento e riuscendo allo stesso a coinvolgere emotivamente i presenti come pochi sarebbero riusciti a fare. Il suono ha invaso e si è diffuso negli spazi dell’Auditorium che si sono dimostrati particolarmente adatti per la riuscita della serata.