Indie Pride preview @ Parco del Cavaticcio, Bologna
Indie pride – Indipendenti contro l’omofobia, è l’associazione italiana attraverso la quale artisti ed addetti ai lavori del mercato discografico si uniscono per dire basta all’omofobia e al bullismo, in supporto ai diritti LGBT, attraverso eventi musicali sul territorio. La serata musicale tenutasi al Cavaticcio non è altro che una preview del grande evento bolognese che si terrà in ottobre, ma la voglia di essere presenti era comunque alta, non solo per sostenere una causa importante, ma anche per la qualità degli artisti che si sono prestati a salire sul palco per essere loro stessi a supportarla per primi.
Niagara, L I M e GIUNGLA, infatti, sono tre esponenti importanti di quella fetta d’Italia che vuole uscire dal retaggio musicale e culturale di casa nostra per proporre qualcosa che sia moderno, internazionale e che viva il proprio tempo. Per fortuna, in Italia sono ormai diversi i casi di proposte musicali che riescono a realizzare queste intenzioni, ed è bello che ai nomi ormai affermati se ne stiano affiancando altri, subito capaci di attirare l’attenzione anche all’estero nonostante l’età relativamente bassa del progetto. In questa occasione era possibile osservare i veterani Niagara a diretto confronto con le due giovani realtà più hypate del momento, ovvero L I M e GIUNGLA.
Le preoccupazioni sul tempo atmosferico, per fortuna, si rivelano infondate e la location del Cavaticcio si presenta in tutto il proprio splendore. L’organizzazione degli spazi è davvero ottima: c’è la zona per chi vuole seguire il concerto al massimo della partecipazione e quella per chi invece vuole rilassarsi sui lettini e ascoltare in totale relax. I secondi non disturbano i primi proprio per come è strutturato lo spazio. Basta, poi, salire poche scale per trovarsi di fronte a una serie di chioschetti che propongono cibo e birra di ottima qualità e con un’abbondante scelta. Davvero un bel posto in cui passare le serate estive, e infatti c’è tanta gente, che per fortuna occupa anche la zona sotto al palco, seguendo i tre live con interesse e senza stare lì per mero presenzialismo.
GIUNGLA attacca puntuale, salendo sul palco da sola con la propria chitarra e accompagnandosi con un po’ di elettronica. Tutte le buone impressioni lasciate dal suo primo EP sono pienamente confermate dal vivo: questa è una proposta che punta molto su impatto e tiro e allo stesso tempo mette in mostra una buona fantasia, in modo che la potenza di base non sembri mai monocorde. Sul palco, Emanuela Drei è anche piuttosto carismatica: non si muove molto perché naturalmente deve cantare e suonare la chitarra, ma non è necessario avere pose particolari per avere carisma, o ce l’hai o non ce l’hai, e lei ce l’ha senza alcun dubbio. Le canzoni suonate sono ovviamente di più rispetto alle quattro dell’EP, e anche quelle che non si conoscono sembrano tutte sullo stesso alto livello. Il futuro di questo progetto nato da poco appare davvero roseo.
Gli stessi elogi possono essere estesi anche al set di L I M, anche se, ovviamente, il contenuto musicale e non solo è ben diverso. Sofia Gallotti si destreggia tra il basso e la tastiera e, per la natura stessa delle canzoni, la performance è molto meno adrenalinica rispetto a quella della sua collega. C’è, comunque, il giusto equilibrio tra vitalità e capacità evocativa: il rischio, per una proposta come quella di Sofia, è sempre quello di risultare troppo eterea dal vivo e di non essere, quindi, adatta agli spazi aperti. Ma a questa musicista l’esperienza non manca e il suo gruppo di lavoro è di alto livello, così è stata sicuramente trovata la chiave giusta per non snaturare le canzoni ma allo stesso tempo dare a esse la giusta consistenza per farsi valere anche in queste date estive. Di ottima qualità sono anche i visual che accompagnano il live per tutto il tempo, del resto gli Iori’s Eyes si erano sempre distinti per le grafiche molto curate dei loro booklet, soprattutto nei primi due EP, quindi anche in questo caso ci si poteva aspettare qualcosa di buono, però forse era difficile pronosticare che fossero così belli.
I Niagara offrono un’esperienza multisensioriale completa ed appagante. Il duo composto da Gabriele Ottino e Davide Tomat (oggi trio, Paolo Scappazoni alla batteria) stasera ci porta sul loro pianeta subacqueo; quel pianeta immaginario composto interamente da acqua, che sta alla base del concept del nuovo disco Hyperocean. L’elettronica liquida del gruppo torinese è estremamente suggestiva ed in grado di creare stati di alienazione momentanei. A questa abilità evocativa, dovuta alla fluidità dei suoni creati dalle loro macchine e dalle voci robotiche, si accompagna una capacità di scuotere corpo e mente verso una danza personale, lieve e mai spinta. La sensazione percepita è quella di un continuo galleggiare su una superficie acquosa per poi sprofondare giù su fondali oceanici e, infine, risalire nuovamente.
Dopo tanti anni di attività tra studio, live e altri progetti, i Niagara continuano a essere una delle realtà più interessanti del panorama elettronico italiano e chiudono una serata davvero riuscitissima. Speriamo che sia servita a dare un minimo di risveglio delle coscienze in relazione al tema principale, e comunque almeno la parte musicale si è assestata su un alto livello.