Ilaria Pastore @ Teatro Della Contraddizione, Milano

Quando si hanno a disposizione 11 musicisti per un live, li si può usare in due modi: mettendoli tutti sul palco per esagerare, oppure alternandoli a seconda delle necessità per ottenere un suono di classe ma sobrio. Ilaria Pastore ha sempre messo in primo piano la grazia e l’eleganza nella propria proposta musicale, quindi la risposta al dubbio amletico di cui sopra non poteva che essere la seconda.

Il nuovo disco di Ilaria, che si intitola Il Faro La Tempesta e La Quiete, è uscito pochi giorni fa e questa è la presentazione ufficiale del lavoro che la stessa autrice, durante la serata, definisce come “un percorso” che è stato condiviso con tutti i musicisti presenti. Parlavamo di grazie e eleganza, accompagnate da melodie nitide e da parole che, pur non uscendo mai fuori dalle righe, sanno come farsi sentire. Ma qui, più che raccontare il disco, è giusto soffermarsi su com’è stato il live, che si è rivelato un momento di alto profilo musicale proprio perché la raffinatezza dei suoni non è mai stata invadente nei confronti della gentilezza della proposta nel suo complesso.

Chitarra, basso, batteria, pianoforte, fisarmonica, archi e fiati: ogni strumento andava e veniva a seconda delle necessità, e questo continuo andirivieni ha regalato agli spettatori un’ora e un quarto di delicato ottovolante tra tutte le impostazioni possibili e immaginabili. La voce poteva essere accompagnata solo dalla chitarra acustica, o dal pianoforte, o dal clarinetto, oppure gli strumenti potevano combinarsi insieme con amplissima varietà di set diversi tra loro, impossibili da elencare tutti. Non ci sono mai stati tutti i musicisti sul palco, al massimo si è arrivati a sette, e per la maggior parte del tempo le interazioni erano tra quattro oppure cinque strumenti diversi. La cosa bella è che si è sempre avuta una sensazione molto simile all’intimità, quasi che questa serata servisse per svelare ai presenti i segreti più reconditi di tutte le canzoni.

Ilaria ha sempre accompagnato i brani con brevi presentazioni a voce e anche questo è servito a alimentare il clima di familiarità tra artista e pubblico. Ci siamo proprio sentiti come in un salotto a chiacchierare amabilmente con chi voleva mostrarci il frutto del proprio lavoro con un atteggiamento professionale ma anche conviviale. Canzone d’autore associata a una sorta di musica da camera, una scelta stilistica non infrequente di per se, ma raramente concretizzata con tanto charme e purezza interiore.

Tutto questo, come detto, non sarebbe stato possibile senza l’ottimo lvoro dei musicisti coinvolti, che si meritano, quindi, una menzione: Antonio Fusco (batteria), Lucio Enrico Fasino (basso), Gipo Gurrado (chitarre), Tina Omerzo (pianoforte e voce), Daniela Savoldi (violoncello), Andrea Baronchelli (trombone), Alfonso Martone (fisarmonica), Raul Pusterla (violino), Rouben Vitali (clarinetto) e Antonio Baldassarre (chitarra). Da ricordare anche i due brevi reading all’inizio alla fine a cura di Luca Chieregato, caratterizzati da un linguaggio e da un’ambientazione da mondo delle fiabe ma anche da una visione anticonformista dello stesso. Sono momenti che fanno parte a pieno titolo del percorso dell’artista, la quale ha composto gli accompagnamenti musicali e nel secondo reading li ha anche eseguiti.

Non sappiamo come saranno i prossimi live della Pastore e difficilmente potremo godere in futuro di un set così lussuoso. Quello che sappiamo per certo è che, dopo diversi anni di silenzio, questa artista non ha perso un grammo dei propri punti di forza, ma anzi, li ha rinsaldati. Ascoltate il disco per credere.

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