Elio e Le Storie Tese @ Gran Teatro Geox, Padova
Chissà se davvero ricorderò (e con me tutti i numerosi presenti che hanno affollato la sempre ottima struttura padovana) questo live come l’ultima serata della band con Rocco Tanica. Spero di no, ovviamente, ma l’intensità con cui Elio ha interagito con Rocco ha forse davvero evidenziato che, anche non fosse l’ultima, beh, agli sgoccioli ci siamo davvero. E ci mancherà. Perchè quando è partita Cara Ti Amo, beh, immaginarsela senza Rocco non è proprio possibile. Staremo a vedere, certo che se celebrazione doveva essere, vi assicuriamo che tale è stata, ma non solo per lo storico tastierista, ma proprio per il gruppo stesso, che ha sfruttato la serata per ripercorrere praticamente tutte le tappe di una storia ormai lunghissima.
Dove non sono arrivati i 28 (!!!) pezzi, se non erro, dello show, ci ha pensato il filmato introduttivo a buttare lì altre perle, anche commoventi, è giusto dirlo, perché rivedere Feiez ci fa sempre venire il magone.
Tre ore e passa di show, di musica, di battute, d’ironia, di ottima coreografia (pure le ballerine!), roba che i fan si sono rifatti gli occhi e le orecchie: tra un Mangoni irrefrenabile (che ha impersonato non solo Supergiovane, ma anche un lascivo e scatenato ballerino dance, per non parlare di Elvis e di Angus Young) e una Paola Folli sempre più protagonista con la sua voce e non semplice corista, gli Elii si sono concessi una vera e propria serata da Greatest Hits, ripescando i classici immortali che non possono mancare e pure qualche storica perla tipo Cassonetto Differenziato. Sul fatto che li abbiano suonati da Dio, beh, è anche superfluo stare qui a parlarne: la loro maestria dal vivo è più che nota.
In realtà, mentre scorrono i brani ci accorgiamo che un vero e proprio protagonista non c’è. Infatti è sempre stato il gruppo a fare la differenza e anche se Faso fa l’assolo di basso mandandoci in estasi e Christian Mayer s’improvvisa dj, alla fine gli EELST vincono perché in tutte le loro varie forme – da quella più ballabile che ha trascinato in piedi pure gli spettatori in un trenino delizioso, al lato rock, all’aspetto più “demenziale” (ma prendiamola con le pinze questa parola) – come diceva un loro vecchio brano, sono “unanimi e sono qui per noi“. Sfaccettature tutte espresse e sottolineate da Elio stesso che, come sempre, con fare sornione è un maestro di cerimonie pazzesco.
Tapparella chiude la serata, non può essere altrimenti. L’entusiasmo finale e le ovazioni dei presenti alla band sono qualcosa che va oltre l’aspetto musicale, c’era proprio l’affetto che si dimostra a un vecchio amico che nel bene o nel male è sempre con te e a cui, diciamolo, non si vuole ancora mai rinunciare, sopratutto dopo serate come questa.