Edda live @Circolone, Legnano (Mi)
Stefano ’Edda‘ Rampoldi ha attraversato tre decenni prima di finire su questo palco, in un Circolone pieno là sopra c’è un uomo che avevano dato per morto, scomparso e distrutto.
Ma lui è più che vivo, sopravvissuto si usa dire, ma sarebbe ingiusto nei suoi confronti, soprattutto con quello che sta dimostrando di saper fare.
Ricomparso qualche anno fa dopo un’assenza di quasi dodici anni l’ex forntman dei Ritmo Tribale è artisticamente risorto con “Sempre biot”, che tra i musicisti annoverava perfino Mauro Pagani, era e rimane un lavoro intimo, profondo. Il successivo, seppur pluripremiato (targa Tenco, PIMI…), “Odio i vivi”, a riascoltarlo oggi sembra ancora più ostico e non del tutto a fuoco. Nel 2014 arriva la terza fatica: “Stavolta come mi ammazzerai?”. Questa volta la sensazione è quella del disco che ci si aspettava, quello della consacrazione. La voce è sempre quella: pulita, evocativa ed efficace, i testi crudi e diretti ma la differenza con altri due lavori la fa il suono, molto differente. Si è passati ad una versione molto più vicina allo stomaco che al cuore, la batteria picchia e il basso viaggia di conseguenza e di questo sono complici i due musicisti che lo hanno aiutato: Fabio Capalbo(batteria) e Luca Bossi(basso, tastiere) che lo accompagnano in questo tour. Edda per tutta la sera, a ragione, li loderà a suo modo: prendendoli in giro e quasi abbracciandoli dopo ogni pezzo.
Sul palco il risultato è un’intesa che spesso sorprende, visto che l’ex manovale si diverte a cambiare intonazioni, parole e giri secondo l’umore del momento e apperentemente senza forzare nulla, in modo molto naturale. Nonostante le sue incertezze e paure le faccia trasparire schernendosi continuamente, il palco lo sa tenere alla grande e smessi i panni dell’introverso e partito il pezzo la sua voce pulita, evocativa ed efficace spazia a vette che molti coetanei possono solo sognare. I precedenti tour lo avevano visto esibirsi in maniera altalenante inanellando esibizioni troppo ‘cazzare’ ad altre molto soddisfacenti ma senza riuscire ad avere il ritorno che la grandezza del personaggio poteva avere. La sua ‘nudità’ sul palco non ha nessun filtro, quello che pensa lo dice che si parli di una presunta partecipazione a Sanremo o di lavoro non ha freni. Aggiungendo che ora che si è riappropriato di una tecnica chitarristica che gli permetta di esprimere in modo convincente la sua musica riuscendo a giocarci senza avere cadute di stile, riesce a regalare emozioni vere. Il nuovo lavoro è centrale a tutto questo e le belle “Pater”, “Mademoiselle”, “Puttana da un euro” e “Milano” si dipanano in una scaletta che passa in rassegna un po’ tutti i pezzi del suo cammino. Poi il momento in cui si capisce perché LUI è LUI e perché ci sia tanta gente che ancora lo viene a sentire arriva con una “Saibene” solo piano e voce, dritta al cuore e che vale il concerto intero. Non mancano gli ovvi omaggio ai ‘Tribale: “Universo” e “Uomini”, suonate fintamente in modo svogliato non sfigurano rispetto agli originali. Un altro pezzetto da incorniciare è l’intro di “Mela” che farebbe impallidire molti pseudocantanti, mentre il finale è lasciato da un finto-bis(la band non esce e rientra ma rimane lì finchè qualcuno non gli urla “biiis” tra le risate generali) con la tirarta “Ragazza meridionale”, preceduta da un testo alternativo abbastanza crudo (!!!) che segna la degna conclusione di una convincente prova dal vivo di un artista che riesce ad essere se stesso e sembra aver ritrovato uno stato di grazia che spero prosegua a lungo.
Il live di Edda è stato preceduto dalla band Il Fieno, dal suono dalle parti della new wave, nata tra le province di Varese e Milano all’esordio discografico con un solido sound, sicuramente ne sentiremo parlare presto.