Colapesce + Alessandro Baronciani @Studio Foce Lugano

L’incontro tra due forme d’arte, così si potrebbe riassumere quello che Colapesce e Alessandro Baronciani stanno portando per l’Italia (con qualche capatina oltreconfine come questa). Freschi della produzione a quattro mani della graphic novel La distanza (già alla terza ristampa) i due hanno deciso di riproporre in modo più strutturato quello che avevano già sperimentato, in modo più improvvisato, in passato.

In apertura ci sono i Calvino in formazione a due: chitarra, piano e voce. La band milanese che presenta Gli elefanti, il suo nuovo album arrivato due anni dopo l’ottimo EP che ne aveva fatto circolare il nome. Piglio cantautorale, ironia e suoni profondi, questo è quello che esce dal pugno di brani che ci presentano.

Poco dopo si presenta sul palco Lorenzo (aka Colapesce), accompagnato solo da due chitarre e numerosi effetti mentre Alessandro è in mezzo al pubblico con un banchetto colmo dei suoi strumenti di lavoro. Una telecamera proietta i disegni su uno schermo alle spalle del cantante, le mani di Baronciani appaiono enormi rispetto alla minuta figura di Colapesce. Mani che da una macchia o un tratto creano una nuova immagine come per magia o invitano ad un applauso quasi all’insaputa del cantante, creando divertenti break tra un brano e l’altro.

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La setlist cambia di data in data e viene decisa dai due basandosi su un set di canzoni tutte tratte dall’ottimo Egomostro e dal primo lavoro Un meraviglioso declino. Quasi ad ogni canzone c’è un disegno: le parole prendono forma sullo schermo da uno schizzo di colore o da un paio di tratti che sembrano messi casualmente. Le uniche volte in cui non viene disegnato quasi nulla è durante Maledetti italiani. Ad omaggiare il video originale dove venivano prese delle foto e fatti dei collage assurdi tra personaggi italiani famosi, Baronciani cerca di ricreare lo stesso effetto giocando con la foto dello stesso Lorenzo e alcuni personaggi di fumetti, creando di fatto il videoclip in diretta.

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La seconda occasione è su Brezsny (astrologo del settimanale Internazionale): sullo schermo appare una copia di Internazionale completamente ricolorata e Alessandro ne gira le pagine seguendo l’andare del brano che, vuoi con una frase o con un disegno, è come assistere al video in diretta.

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L’esecuzione dei brani in acustico per forza di cose è differente che full band. Le parole in primo piano risultano dirette e le versioni acustiche di Egomostro, Reale, Foglie non fanno rimpiangere gli originali.

Spesso Colapesce si aiuta con i loop per riuscire a stratificare maggiormente i suoni e sottolineare e creare effetti diversi dal suono puro della chitarra.

Nel complesso, complice l’ottimo affiatamento tra i due, lo spettacolo vola via in un attimo: un’ora e mezza di magia visiva e sonora che confermano come l’autore siciliano sia uno dei migliori e non omologati autori italiani e mostra il talento di Alessandro Baronciani che ogni sera si sfida per creare qualcosa di nuovo.

Uno spettacolo da non perdere anche perchè sarà difficile si possa ripetere in futuro.

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Foto by Salvatore Vitale

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