Calibro 35 @Fabrique, Milano, 19/02/2020
I Calibro 35 li ho visti diverse volte, mai una uguale all’altra. L’annuncio della presenza di ospiti dava già il sentore di evento. Per primo era stato annunciato Manuel Agnelli, ma sapeva già di comparsata, mentre il secondo, Ensi , dava più senso al quadro, soprattuto vedendo l’evoluzione del progetto della band. Il terzo ignoto, il sottoscritto sperava Elisa Zoot, era ignoto.
Lo è stato finché non è apparso Ghemon, tutto di rosa vestito, rigorosamente Gucci a cantare Rose viola brano che aveva eseguito a San Remo nel 2019, accompagnato da Martellotta, Cavina, Gabrielli e Rondanini.
Il tutto gira intorno all’ultimo lavoro Momentum, dove i quattro si sono buttati a sperimentare con i sintetizzatori e a rimescolare i suoni, mantenendo sempre la parte ‘umana’ viva.
Lo stesso Ensi parte dicendo che ad averli come backing band è un sogno per un rapper, altro che le basi. Come non dargli ragione: Glory-Fake-Nation e Stan Lee come partenza, sprazzi di Decade e dei dischi precedenti si susseguono quasi senza interruzioni, proponendo versioni leggermente diverse vuoi per un synth in più o la chitarra più alta, Massacro all’alba rappata dal bravo Ensi notevole e il finale con l’ “ospitone” che canta la canzone dei Corvi Sono un ragazzo di strada, segno dell’amicizia che lo lega ai componenti (uno ex Afterhours e un altro fresco membro del gruppo) dei Calibro.
L’ennesima prova che i quattro (più Colliva che ha saputo al solito calibrare i suoni come nessuno) sono ad un livello altissimo e vogliono rimanerci.