Paletti – Qui e Ora

GENERE: synth-pop.

PROTAGONISTI: Pietro Paletti, voce e bassista dei The R’S ormai consolidato solista e produttore.

SEGNI PARTICOLARI: Qui e Ora è il terzo ravvicinatissimo lavoro di Paletti, il primo per Sugar Music, che esce a nemmeno un anno di distanza da Palettology, logica conseguenza di Ergo Sum, vero e proprio battesimo artistico per il cantautore.  Il segnale è chiaro ed evidente in questa sequenza rapida di lavori: la vena artistica pulsa di idee e voglia di non trattenere nessuna delle soluzioni e delle parole che si affollano nella testa. Il legame è la semplicità compositiva, abbinata all’ormai nota capacità di espandere le tematiche più disparate senza alcuna remora. La vita quotidiana, attimi, momenti sono la chiave di ognuno degli episodi raccontati e trasformati in canzone, arricchiti dalla giusta dose di critica e sarcasmo verso gli aspetti più stonati della società.

INGREDIENTI: Qui e Ora è un disco immediato e diretto. Non serve scavare troppo in profondità per coglierne l’essenza. Dieci storie quotidiane raccontate con urgenza e bisogno di trovare qualcuno disposto ad ascoltarle. L’intensità con il quale ci si immerge nelle storie  aiuta a lasciarsi coinvolgere abbastanza bene da un disco che, nel complesso, pare non avere un filo conduttore precostituito. Ogni arrangiamento, ogni linea melodica ed ogni aneddoto che dona forma al pezzo compongono una loro scena che nasce e si dissolve in tre minuti abbondanti di media. La conseguenza sono dieci tracce senza un sussulto particolare (o singolone che dir si voglia) ma con un buon livello da cui emergono la title-track, Valeriana e Marjiuana e Barabba, il pezzo migliore. Migliore per come riesce a raccontare in un modo oculato, ironico e disincantato la superficialità della società contemporanea.

DENSITÀ DI QUALITÀ: è indiscutibile il grande livello cantautorale di Paletti e altrettanto lo è la capacità compositiva anche in un disco come questo dove tutto è synth o poco più. Quello che “stride” in questo lavoro è questo continuo aprire e chiudere una trama che, se da una parte può aiutare il disco a raggiungere più persone possibile, corre il rischio di farlo dimenticare in poco tempo.

VELOCITÀ: media, senza eccessivi sussulti se non per Avere te che è un pezzo che poteva essere stato scritto tranquillamente  nel bel mezzo degli anni 80.

Il TESTO: “Indulgi all’odio e alla divisione mentre la tua testa non ce la fa più/ Vorresti ucciderli, bruciarli dentro un fuoco e fare festa per tirarti su/ Credi di essere un leone ma sei un cane con la cresta e scappi appena puoi/ poi te la prendi con l’ignoto, il diverso e sei razzista in fondo tu lo sai” da Barabba.

DICHIARAZIONE: “E’ interessante vedere che le preferite di questo disco non sono quasi mai le stesse ma variano di persona in persona.” dall’intervista rilasciata a Indie-Roccia.it

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