Motta – La Fine dei Vent’anni
Genere: Rock d’Autore
PROTAGONISTI: Francesco Motta, polistrumentista, anima e penna dei Criminal Jockers.
SEGNI PARTICOLARI: Il disco, primo da solista per Motta, è ricco di partecipazioni importati, oltre alla produzione di Riccardo Sinigallia (anche co-autore di alcuni brani), si aggiunge la collaborazione studio, di alcuni dei migliori musicisti su cui una produzione possa contare: Cesare Petulicchio (BSBE – Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale e mille altri), Laura Arzilli, Lello Arzilli, Andrea Pesce, una leggenda come Giorgio Canali, Maurizio Loffredo, Guglielmo Ridolfo Gagliano (Paolo Benvegnù, Negrita) e Alessandro Alosi (Pan del diavolo).
INGREDIENTI: La Fine dei Vent’anni è un disco denso di soluzioni musicali affascinanti e varie, che spaziano tra territori e generi diversi tra loro, un’onda trasversale che sfugge alle etichette e che raccoglie e unisce l’esperienza e la versatilità di Motta alla sapienza magistrale di Riccardo Sinigallia. Così, la canzone d’autore dai toni stoner si mischia ai ritmi e alle percussioni provenienti da mondi tribali, le chitarre psichedeliche si rincorrono tra sonorità calde e rotonde dal sapore folk, e le frequenti incursioni elettroniche dei synth, come piccole cesellature, rifiniscono ed enfatizzano le melodie. Il paradigma che muove il disco si basa sul tempo che passa, sulla crescita, sulle decisioni che si devono prendere e sulla consapevolezza che il tempo per guadarsi indietro forse non c’è più. Dal punto di vista dei testi, Motta apre una porta su di sè, raccontando il suo mondo, i personaggi che lo popolano. e lo fa con profondo disincanto e disillusione.
DENSITÁ DI QUALITÁ. Questa consapevolezza, priva di commiserazione, arriva diretta, secca come uno schiaffo, addolcito da suoni che ti avvolgono “Dal Tempo Che Passa La Felicità“, che ti catturano in loop martellanti “Prima o Poi Ci Passerà” e che ti fanno sprofondare in una cupa e crudele “Roma Stasera“. Niente buonismi e sentimentalismi di superficie, anche l’amore è difficile, a tratti pragmatico e poco romantico. C’è chi resiste contro l’irresistibile “Abbiamo Vinto Un’Altra Guerra ” e chi accetta le conseguenze delle proprie scelte, “Una Maternità”. La fine dei vent’anni è squarcio moderno, urgente e toccante allo stesso tempo. Un disco curato, rifinito magistralmente, che dimostra passione, impeto e un grande talento per la scrittura. Nella scelta degli arrangiamenti, Sinigallia riesce a darne quasi sempre la giusta chiave di lettura, sebbene in un paio di episodi (Sei Bella Davvero e Prenditi Quello Che Vuoi) la sua presenza risulti quasi eccessiva. Il resto dei brani è talmente ben inquadrato da beneficiare di un’aurea quasi magica, che valorizza i testi e la voce tagliente di Motta.
VELOCITÁ: ritmi sostenuti e coinvolgenti per 10 tracce intense.
IL TESTO: “la fine dei vent’anni, è un po’ come essere in ritardo, non devi sbagliare strada, non farti del male, e trovare parcheggio” da La Fine dei Vent’anni.
LA DICHIARAZIONE: “La fine dei vent’anni” è il collettivo che si mette a servizio del singolo e dell’arte. Come dovrebbe accadere sempre quando si scopre che diventare adulti è in realtà molto diverso dall’invecchiare” da comunicato stampa ufficiale