Grimoon – Vers La Lune

GENERE: pop cinematico.

PROTAGONISTI: Alberto Stevanato: chitarra acustica, voce; solenn Le Marchand: synth, voce; Alessandro Fabbro: synth, organo, piano, corno, percussioni; Erik Ursich: basso, organo, mellotron, clavinet, synth; Alberto De Grandis: chitarra elettrica; Scott Mercado: batteria. Tra gli ospiti ci sono Enrico Gabrielli e Pall Jenkins dei Black Heart Procession.

SEGNI PARTICOLARI: quinto album di canzoni per la band italo – francese che nel 2014 ha festeggiato i 10 anni di attività. Di questi cinque dischi, tre, compreso questo, sono accompagnati da un DVD contenenti video realizzati dalla stessa band, uno dei segni distintivi del progetto Grimoon. Il disco è sempre pubblicato da Macaco, l’etichetta della band, ma c’è anche la partecipazione di altre etichette: Vaggimal, Vallata, Brokensilence e 500.

INGREDIENTI: dall’ascolto delle canzoni, sembra che ci sia la voglia di riprendere il linguaggio musicale più terreno proprio del precedente album Le Deserteur, combinandolo però con l’importanza della componente sognante che caratterizzava i lavori precedenti, e che invece lì si era persa a favore di un’attitudine più epica. Il suono, quindi, mantiene l’idea di risultare tanto immediato quanto stratificato e dinamico e, rispetto al passato, è molto importante il ruolo della chitarra acustica nel risultare una sorta di collante tra le diverse armonie che si vanno a creare nel corso delle canzoni, sia dal punto di vista vocale che nelle interazioni tra chitarra elettrica da un lato e tastiere e sintetizzatori dall’altro, con qualche sporadico intervento di fiati. Per la prima volta, i testi sono più in inglese che in francese e, altra novità, in circa metà delle canzoni la parte cantata non ha un ruolo molto importante, nel senso che le parole sono poche e si lascia più spazio, sarebbe meglio dire più aria, alle atmosfere create dalla musica. Il DVD contiene i 12 video che accompagnano le canzoni, ma rispetto al passato tutti i cortometraggi vanno a comporre un vero e proprio film in animazione stopmotion, nel quale viene rappresentato un viaggio intergalattico di quattro personaggi provenienti da un mondo alieno. Lo stile delle animazioni è quello di sempre: grande cura dei dettagli ma allo stesso tempo allontanamento dal concetto di perfezione formale, in modo che i video servano anche e soprattutto da stimolo per la fantasia di chi li guarda.

DENSITA’ DI QUALITA’: il tentativo di ricerca dell’equilibrio sopra descritto riesce perfettamente e questo disco è una bellezza per le orecchie e per l’anima dell’ascoltatore. I Grimoon sono sempre stati capaci di trasportare, grazie all’abilità tecnica e alla personalità, l’ascoltatore nei mondi e nelle atmosfere da essi voluti, ma qui si sono superati e non è francamente possibile trovare un punto di debolezza per questo disco. Se prima non vi avevano mai coinvolti perché troppo sfuggenti o particolari, oppure il disco precedente vi aveva lasciato qualche dubbio per il motivo opposto, qui è tutto perfetto da ogni punto di vista, anche da quello della qualità compositiva in sé, che del resto è sempre stata alta e non verrebbe quasi nemmeno voglia di menzionarla visto quanto sia ormai scontata. Onestamente, è difficile poter chiedere di più a questo gruppo e in generale all’ascolto di un disco, e l’unico motivo per cui non diamo il massimo dei voti è perché c’è ancora la possibilità che, ora che la strada migliore è stata trovata, si continui su essa per arrivare a un risultato ancora più bello. Anche la parte dei video segna un ulteriore passo in avanti, perché il mini film che essi vanno a comporre è semplicemente bello da vedere, stimolante e emozionante.

VELOCITA’: medio bassa con alcuni momenti un po’ più frizzanti

IL TESTO: “The stars were born to shine in the sky, they float in space till they fall, when they fall it’s your turn to rise, so take your chance to float up in space. But don’t forget that the time runs fast, the time runs out tonight” tutto il testo di Stars Dust.

LA DICHIARAZIONE: Solenn Le Marchand a ‘poetarumsilva.com’: “In passato le immagini sono quasi sempre nate dopo la musica, ma ultimamente sono sempre più unite e difatti l’idea di Vers La Lune è nata prima per immagini che per suoni”.

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