N_ Sambo – Argonauta
GENERE: rock/Elettronica/Psichedelia.
PROTAGONISTI: Nicola Sambo (voce, chitarre, basso, organo, sintetizzatori, programmazione), Alessandro Quaglierini (basso), Dario Gentili (batteria), Valerio Ianitto (fisarmonica, hang, sintetizzatori), Davide Morelli (sassofono contralto e soprano).
SEGNI PARTICOLARI: non manca certo l’inventiva ad N_sambo, artista livornese giunto al terzo album dopo i due pubblicati nel 2011, lo strumentale “Sofà elettrico” e il cantato “Suspended”, lavori che hanno visto tutti un cambio di etichetta discografica. “Argonauta” esce per la Cappuccino Records e per la Utrovox con distribuzione Audioglobe. Nicola Sambo é autore degli arrangiamenti, che sposano le parole di Lucio Tirinnanzi. I pezzi vedono la collaborazione, tra i tanti, di Simone Lenzi (Virginiana Miller), e degli Appaloosa (Niccolò Mazzantini, Marco Zaninello).
INGREDIENTI: mettiamo bene in chiaro una cosa: non é facile delimitare l’ambito in cui spazia ciò che “Argonauta” ha da offrire. L’album si propone come un concept che ha il compito di descrivere (e portare attraverso) un viaggio dai contorni indefiniti, dagli orizzonti lontani, dai personaggi sfumati, dai tratti spaziali. E come ogni viaggio presuppone che vi sia un protagonista che guarda fuori da un finestrino e parli di ciò che gli passa davanti, o si ritrovi immerso in un’esperienza e la descriva a parole sue. “Argonauta” dà questa esatta impressione: un grande e infinito viaggio tra stelle e pianeti reso attraverso l’immersione tra chitarre e bassi distorti, percussioni variate o martellanti, sintetizzatori, campionamenti, slanci elettronici, fiati. Tutto perde il suo confine e si fonde a formare paesaggi insoliti, ricchi di dettagli o minimali, ricchi di personaggi o incredibilmente segnati dall’assenza. I testi, ermetici come un flusso di coscienza rotto dall’emozione, accompagnano nel viaggio e descrivono le infinite visioni in maniera lucida, talvolta fin troppo che si ha l’impressione che in realtà il protagonista abbia i piedi ben piantati per terra. E tra un rock “sporco” dei Radiohead di Ok Computer e l’elettronica cantautorale del primo Battiato s’interpone una piacevole vena psichedelica. Ma può essere insensato fare confronti di fronte ad un viaggio così lungo e impegnativo.
DENSITA’ DI QUALITA’: al di là del progetto puramente musicale, peraltro riuscitissimo, c’é da sottolineare che N_sambo riesce ad essere anche un eccellente prestigiatore nella tematica affrontata. Fin dall’intro di ‘Lancio‘ infatti, legato alla successiva ‘Argonauta‘, l’ascoltatore é proiettato in un’altra dimensione ed é naturale legarsi all’elettronica e perdersi, lasciarsi trasportare dalle immagini di una luna che ciondola da regina e da pirati spaziali che interloquiscono. Lo stesso discorso si potrebbe fare per alcuni brani successivi, come ‘Atmosfere nuove‘ o ‘Ruderi alieni‘, in cui prevalgono le distorsioni e le immagini visionarie che caratterizzano il viaggio. Tuttavia é un gioco molto sottile quello di nascondere e mascherare altre tematiche. Prevalente ad esempio, il riferimento al cambiamento. Una tematica che inizia in ‘Milky way‘, unico pezzo cantato in lingua inglese e dolce ballata folk che in molti punti del cantato ricorda i R.e.m. meno movimentati, e prosegue in altri episodi, fino a chiudersi nelle strofe “sospese” e nei ritornelli risolutivi di ‘Tutto può cambiare‘, con la partecipazione degli Appaloosa al basso e alla batteria. Ed é in pezzi come questi che ci si chiede se il cambiamento sia legato al viaggio o se il viaggio é in realtà una voglia di cambiamento. E così ad un ascolto attento matura la netta sensazione che il viaggio sia tutto nella testa di chi lo descrive. Assumono significati diversi pezzi come ‘Nella rete‘ , esplosione elettronica che parte coi Subsonica e lascia quasi tracce di qualche ballata orientale, malessere informatico dell’era moderna; ‘L’incontro‘, bellissimo pezzo dal sapore cantautorale, diviso con Simone Lenzi, passa dall’essere un incontro tra un viaggiatore e un alieno ad uno scontro tra due parti di sé, quella che ricorda e quella che si disgrega. Ed i due pezzi finali, ‘Supernova (parteI)‘, con la fine voce di Aurora Matteucci e ‘Supernova (Parte II)‘, dai tratti psichedelici, danno una chiave di lettura tutta diversa (‘Mi sono spinto oltre ogni limite contro un’immensa solitudine per sfuggire la malinconia contro questa tirannia‘). Un viaggio, dunque, ma molto più uno stato di alienazione per sfuggire a un ricordo, ad una persona, ad una realtà frenetica. Un viaggio in atmosfere così lontane, come capita a chi non vuole essere raggiunto. “Argonauta” sa essere tutto questo e molto altro. E’ una mente che si ribella e va lontano per poi ritornare alla realtà con tutta la maturità delle esperienze. In questo senso il viaggio é un percorso di formazione oltre che di evasione. Una sorta di digressione Leopardiana come accadeva ne “l’Infinito”, in cui la mente si esaltava immaginando ciò che c’era al di là della siepe e lo descriveva come se l’avesse davanti agli occhi. E’ per questa vena espressiva che un lavoro come questo non può essere trascurato o accantonato.
VELOCITA’: 13 brani che scorrono altalenanti, con maggiore o minore intensità come ogni viaggio spaziale che si rispetti.
IL TESTO: “Ricordo canneti sbattuti dal vento/il gemito dei freni assordante del treno/uno stormo compatto d’uccelli/carri armati tendere le braccia/e lo so bene che era inverno/e lo so bene/era inverno a primavera” da ‘L’incontro‘
LA DICHIARAZIONE: “Vengono raccontate la ricerca, l’assenza, l’estraniazione, l’alienazione e la malinconia del viaggiatore” dal comunicato stampa.
UN ASSAGGIO: Tutto può cambiare
IL SITO: nsambo.net