Interview: Paletti
In occasione della pubblicazione del suo secondo disco, abbiamo raggiunto Paletti per alcune domande via mail. Si parla senza peli sulla lingua del passato, presente e futuro dell’autore bresciano.
Ricordo che quando ho intervistato voi Record’s ai tempi del primo disco mi dicevi che ti veniva più facile scrivere in inglese e anche ora ho letto recentemente che alcune volte parti da una linea vocale in “fake English”, insomma come vivi il tuo rapporto con la lingua italiana in fase di scrittura delle tue canzoni?
È ancora più facile scrivere in inglese, è una lingua più duttile ed efficace, la uso a volte per delineare la linea vocale, appunto con un fake english. L’italiano è più intimo ed essendo la mia lingua madre ho più possibilità di esprimermi con precisione e chiarezza.
Qui E Ora non sembra il classico titolo del disco scelto solo perché c’è una canzone che si chiama così, ma rappresenta tutto il contenuto del disco, anche dal punto di vista musicale, non solo dei testi. Sei d’accordo?
Esattamente così. E’ il concetto fondamentale del disco. Sia nei testi che nelle musche. E’ un po la mia filosofia di vita. Odio la nostalgia, anche se è un sentimento legittimo, ma in musica è una gran paraculata. Contrariamente il pensare troppo in avanti nel tempo, pretendendo anche di controllare il futuro, è da idioti (vedi me per esempio). Preferisco provare a stare dove sto e fare bene ciò che faccio adesso, impegnandomi al massimo.
Per quanto riguarda il suono, mi sembra che la differenza tra il primo disco e questo è che lì c’erano diverse direzioni stilistiche che convivevano tra loro, mentre qui lo stile è più unitario e la ricerca è più all’interno delle possibili sfumature che esso può assumere. Cosa ne pensi?
Credo che come nell’altro disco ci siano brani diversi, ma questa volta uniformati con un arrangiamento comune a tutti i brani per dare al disco compattezza e un orientamento preciso.
In generale cosa spinge uno che suonava il basso in una band amante di certe sonorità retrò a puntare su un suono invece molto più attuale e basato sui sintetizzatori? Voglio dire, il tuo gusto musicale si è evoluto con naturalezza o c’è stato un qualche ascolto specifico che ti ha fatto cambiare tutto di colpo?
Devo un po sforzarmi per rispondere a questa domanda perché per me è stato molto naturale e graduale come passaggio. Però c’è da dire che il cantato in italiano mi ha portato a modellare il tessuto musicale in maniera diversa. E’ un linguaggio con delle sonorità di verse e quindi genera intenti diversi. Cantare in italiano cambia l’attitudine, ma pensa te, in Qui e Ora ho inserito un brano (Get Me High) che scrissi verso la fine della militanza nei The R’s e non è stato praticamente riarrangiato, solo le strofe che prima erano in inglese ora sono in italiano.
Sento anche una maggior varietà nel timbro vocale, nelle tonalità usate. È una sfida che ti sei dato di proposito o è venuto fuori tutto naturalmente in base a quello che serviva ai singoli brani?
Mi fa piacere tu l’abbia notato. Mi sono molto impegnato per raggiungere una mia identità vocale. Nulla di estremo eh, mica sono Yoko Ono, ma mi sono imposto di andare più a fondo e trovare una mia strada, anche nella vita di tutti i giorni. La cosa importante è che la crescita “artistica” va di pari passo con quella personale.
Il disco mi piace anche perché non ci sono pochi brano che emergono chiaramente su tutti gli altri, però c’è una canzone che ascolto più volentieri delle altre ed è My Darling, quindi ti chiedo di parlarmene.
E’ interessante vedere che le preferite di questo disco non sono quasi mai le stesse ma variano di persona in persona. My Darling è una caricatura ingigantita di quello che succede quando litigo con mia moglie. Siamo entrambi un po gelosoni.
Come suona il disco dal vivo? Ho visto che recentemente hai postato su Facebook una foto della band e siete in tre. E come date in programma come siete messi? Ho visto che hai fatto qualche live acustico nelle radio ma non ho visto annunci di un vero e proprio tour. Sono io distratto o ancora davvero non sono uscite le date?
Figurati se tu ti perdi qualcosa!? No le date usciranno a breve. Si saremo in tre e cercheremo di essere abbastanza rispettosi dei suoni del disco. Abbiamo cambiato parecchio l’attitudine, ci siamo espansi con synth e batterie elettroniche ma la base elettrica resta. Quindi dal palco non spariranno le batterie e le chitarre ma saranno integrate da trigger e synth. Nel frattempo le prime date sono uscite.
Io spesso mi lamento del fatto che, rispetto a altre realtà che seguo andando a concerti e festival all’estero, ci sia poca voglia di collaborare e sostenersi l’un l’altro tra gli artisti italiani. Tu però hai fatto l’Ep e il tour con gli Ex-Otago e hai parlato di un aiuto da parte di Tommaso dei Thegiornalisti per la scrittura di una canzone di questo disco. Insomma, dai un po’ di speranza a me e ai lettori che gli artisti che ci piacciono non si ignorano e basta ma che la voglia di fare le cose assieme c’è.
Secondo me la collaborazione è di vitale importanza per non ricadere nei meccanismi che noi stessi ci costruiamo. L’abitudine è una bruttissima bestia e c’è sempre tanto da imparare dagli altri, anche da quelli che ti stanno sulle palle. So che è difficile farlo ma è così. Ovviamente con Ex-Otago e Tommaso c’è un feeling particolare e ci vogliamo bene. Spero di fare a breve un bel featuring con qualche artista che stimo.
Parliamo invece della tua città, Brescia. Qualche anno fa mancava poco che uscisse una band nuova e brava ogni mese, ora invece ci sono ancora tante cose belle ma non mi pare sia arrivato niente di nuovo come gruppi che meritano attenzione, siete sempre voi soliti che andate avanti. Ho ragione o mi sono perso qualcosa? Nel caso in cui abbia ragione, secondo te c’è un motivo oppure è un caso?
Ora dirò una cosa antipatica, ma la nuova generazione è un po tanto confusa. Vedo degli ottimi talenti buttare via tempo ed energie. Non gli va bene un cazzo e cambiano idea ogni tre secondi. Ci vorrebbe un po’ di concretezza in più. Si pensa di essere giovani per sempre. Il tempo passa e si rischia di non concludere nulla. Ci sono invece altri ragazzi che vedo più convinti e che spero riusciranno a farsi notare.
Per il futuro hai lasciato da parte canzoni che magari finiranno in un Ep oppure per il momento non pensi a altre pubblicazioni discografiche?
Ho sempre altra roba nel cassetto, ma mi piacerebbe scrivere per altri, o almeno imparare a farlo.